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raccolto dai fondi medesimi, a ciò riserbati, ne fu eretto l' organo e ne fu rizzato il fonte battesimale. Tre particolari luoghi del monte si stabilirono per gli anniversarii e pei suffragi da celebrarsi per lui dal capitolo di essa cattedrale, A memoria di tanta beneficenza sussiste nella sacrestia la seguente iscrizione:

D. O. M.

MEMORIAE ROBERTI PERBENEDICTI EPISCOPI NVCERINI

QVI CVM QVARTO NONAS JVNII MDCIV AB INTESTATO DISCESSERIT
MARIANVS S. R. E. CARDINALIS DE CAMERINO

FRATERNAE CONSCIVS VOLVNTATIS

PRO ANNIVERSARIIS SACRIS DIE OBITVS SINGVLISQVE MENSIBVS
FACIENDIS TRIA MONTIS LOCA MVLTVMQVE SACRAE VESTIS

ET ORNATVS HVIC ECCLESIAE DONAVIT

AN. SAL. MDCIIII

P. ANTON. MAREFVSCO A. C. Nor.

Restò vedova di pastore la chiesa nocerina sino al di 27 luglio 1605; nel qual di le fu dato a governarla il perugino VIRGILIO Fiorenti. Indefesso nel provvedere al bene della sua diocesi, ne fece la solenne visita, ed arricchilla di saggie discipline per mezzo dei ripetuti sinodi, che vi celebrò. Sei infatti ne tenne, e tutti pubblicolli colle stampe: tenne il suo primo ai 5 di agosto nel 4606, gli altri negli anni 1610, 1616, 1620, 1625, 1650. Ai giorni del suo pastorale governo, e precisamente nell' anno 1610 furono trovate nella chiesa di s. Facondino, fuori di Gualdo, sotto l'altar maggiore le preziose spoglie del santo vescovo titolare, che aveva già governato la soppressa diocesi di Tadino, e del suo arcidiacono san Gioventino, ed esposele al pubblico culto. Fu in quest' anno medesimo, che nel castello di Colle sorse dalle fondamenta la chiesa intitolata a s. Gregorio magno e a s. Romano martire: la stabili parrocchiale e la dotò delle rendite di due soppresse chiese, che portavano il titolo una di quello l'altra di questo santo. Anche le mortali spoglie del martire s. Felicissimo vennero a trovarsi: ciò nel dì 18 luglio 1648: stavano nella chiesa a lui intitolata, sotto l'altar maggiore. Nè dalle cure pastorali del vescovo Virgilio rimase escluso il seminario di questa città: anzi nel 1650 diedesi a ristaurarlo ed ampliarlo notabilmente. Mori a' 9 dicembre dell'anno 1644; ma non mori

con esso la memoria delle sue beneficenze. Imperciocchè a perpetuarnela fu scolpito sopra una tavola di marmo rosso, la quale vedesi in cattedrale, il seguente avvertimento:

UT. VIRI. BENEFICENTISSIMI. VIRGILII. FLORENTII
NVCERIAE. EPISCOPI

MENS. OPTVMA. SVI. VOTI. STET. COMPOS PERPETVO. BASILICAE. HVJVS. SACERDOTES. HAEC. SED VLO MVNERA. OBEVNTO

MORTVALE. SACRVM. SECVNDA. FERIA. AD. S. STEPHANI SABB. AD. S. JOSEPH. DE. VIRGINE. AVGVSTISS. CELEBRANTO

IN. EJVS. TVM. OBITV. TVM. ANNIVERSARIO. DIE SACRIF. SOLEMNIVS. VNV. MINORA. NON. INFRA . XV.

PERAGVNTO

IN OMNIVM. EXPIATIONE. MORTVORVM

CEREOS.DVOS. SEPVLCHRALI. LAPIDI. FAMILIAE.DE. FLORENTIIS PONDO. SINGVLOS. LIBB. 4. VRENDOS

EXPONVNTO

Ex. TAB. COST. REMED. Nor. MDCXXXVI. Ocт. XIII. KAL.

In capo a trentotto giorni fu provveduta di pastore la vedova chiesa, trasferendovi dal vescovato di Montalto il nobile genovese ORAZIO Giustiniani, il quale nel dì 6 marzo seguente fu decorato della sacra porpora cardinalizia sotto il titolo di sant' Onofrio. Intraprese Orazio la visita pastorale della sua diocesi nel dì 7 luglio dell' anno stesso, ma non la compi; imperciocchè nell' agosto seguente si trasferi a Roma, donde non ritornò più: anzi nell'anno dipoi a' 16 di luglio rinunziò il vescovato a favore di MUZIO o piuttosto MARIO Montani, da Vetralla, ed egli intanto assunse varie incumbenze e fini i suoi giorni in quella capitale nel 1661.

Ventitre anni durò il pastorale governo del vescovo Muzio: era stato da prima abate commendatario dell' abazia de' santi Vittore e Corona nel territorio di Cingoli. Nel 1648 fu assistente in Gubbio alla solenne traslazione del corpo di s. Giovanni da Lodi, vescovo di quella città. Mori Muzio nel 1669: il Jacobilli lo dice Mario, ed essendo vivente a suoi dì, sembrami doverne preferire la testimonianza.

Al Montani venne dietro nel pastorale governo di questa chiesa, addi 8 agosto 1669, il pistojese GIAMBATTISTA Amati, canonico in patria e vicario di quel vescovo. Mori nell' ottobre del 4689: ed ebbe successore il riminese MARCO Battaglini, elettovi a' 47 di aprile 1690; uomo dotto e conosciuto nella repubblica letteraria per la sua storia de' concilii. Fu visitatore, per ordine del papa Clemente XI, delle due chiese suburbicarie di Porto e della Sabina. Finalmente nel 1716, agli 8 di giugno, fu trasferito al vescovato di Cesena. Ed in sua vece fu eletto vescovo di Nocera, nel primo giorno del seguente luglio, il nobile velletrano ALESSANDRO II Borgia, il quale nel dì 20 novembre 1724 sali all' arcivescovato di Fermo. La chiesa di Nocera fu provveduta pertanto, nel dì 20 dello stesso mese, colla elezione del FRATE GIAMBATTISTA II Chiappè, della congregazione del beato Pietro da Pisa: mori in sull' incominciar del settembre del 1768. FRANCESCO-LORENZO Massajoli, da Monte Grimano, già vicario generale del vescovo di Foligno, venne stabilito ad empirne il vacuo, nel giorno 19 dello stesso mese, e con lode governò la sua diocesi sino all' anno 1799, nel quale mori. Era questo un anno funesto di troppo per la Chiesa universale; anno in cui gemeva nella schiavitù e nell' esilio il supremo suo Pontefice Pio VI. Perciò anche le sedi, ch' erano rimaste vedove di pastore, vi dovettero rimanere sino al totale ristabilimento delle politiche cose sull' orizzonte d'Europa. A questa condizione partecipò eziandio la chiesa di Nocera. Rimase vacante sino al di 12 dicembre 1800: ed ebbe in quel di per suo pastore l'odierno prelato, che la conforta e la regge e che ne riscuote in contraccambio la più tenera affezione e riverenza filiale. Egli è l' assisinate FRANCESCO LUIGI Piervisani, nato nel 1766. Delle suc cure apostoliche pel bene dell' affidatogli gregge fanno prova solennissima le frequenti visite pastorali e i molti sinodi, che vi celebrò. Basti il dire, che questi sono ormai giunti al numero di trentaquattro, e n'è già intimato il trentesimoquinto per l' imminente anno 1847. Forte nel superare le avversità e magnanimo nel sostenere i diritti della religione, preferì alla viltà di un sacrilego giuramento la durezza dell' esilio, quando appunto all' esilio era stato condotto il supremo pastore della Chiesa cattolica, l' immortale Pio VII. E sull' esempio del proprio vescovo anche i canonici della cattedrale nocerina scelsero l'esilio, piuttostochè cedere alle sacrileghe pretensioni dell' usurpatore tiranno. I canonici furono deportati in Corsica ; il vescovo in Francia: ciò nel giugno dell' anno 1810. Ritornato alla sua sede, sapientemente prov

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vide al bisogno del clero coll' istituire, oltre al seminario, ch' è capace di una quarantina di cherici, un collegio ecclesiastico per accogliervi quelli che intendono di percorrere la carriera ecclesiastica, ma che secondo le discipline vigenti non possono essere ammessi al seminario; per quelli cioè, che hanno trascorsa l'età di dodici anni.

Da tutte le cose fin qui narrate epilogherò, come a chiusa del presente articolo, ciò che riguarda lo stato attuale della chiesa nocerina. La cattedrale è intitolata all' Assunta: sotto l'altar maggiore si custodisce intatto e incorrotto il corpo del vescovo e protettore della diocesi s. Rinaldo: sta in una bellissima urna di metallo dorato, ornata di eleganti fregi d'argento: ne fece la solenne ricognizione e deposizione l'odierno vescovo nell'anno 4822. È uffiziala essa cattedrale da dodici canonici, preceduti dalle due dignità di priore e di proposto i canonici indossano la cappamagna con pelle e seta alternativamente a tenore dei tempi, e nell' estate usano la cotta sopra il rocchetto: le due dignità vestono sopra il rocchetto la mantelletta nera: alla prima di esse è annessa anche la cura delle anime.. I canonici uffiziano in cattedrale sette per settimana; nelle solennità vi sono obbligati tutti. Oltre ad essi vi uffiziano quattro mansionarii o cappellani corali, il cui distintivo è l' almuzia.

La cattedrale è l'unica parrocchia della città: tutta la diocesi, compresavi questa, ne conta ottantadue. Una di esse è anche collegiata, ed è nella terra di Sassoferrato: è intitolata all' apostolo s. Pietro; i suoi canonici portano sopra il rocchetto la mozzetta paonazza; il loro capo è l' arciprete, che ha la cura delle anime della parrocchia.

E quanto alle famiglie de' regolari, esistono in Nocera le monache di santa Chiara del primo ordine e quelle del Bambin Gesù per l'educazione delle fanciulle: vi hanno casa i fratelli della dottrina cristiana, detti gl' ignorantelli; i filippini; e fuori subito della città hanno il loro convento gli osservanti e i cappuccini. In diocesi sono altri conventi e monasteri d'ambi i sessi.

Tre altre sedi vescovili, secondo il Jacobilli, esistevano un tempo tra i recinti dell' odierna diocesi nocerina; Rosella, Tadino e Pestia. Secondo il cardinale Ignazio Cadolini (1), quest'ultima, ch'egli nomina Plestia, è tra i

(1) Discorso pronunziato dal vescovo di Foligno li 4 gennaio 1832 per la inaugura

zione del novello Tribunale di prima istanza, pag. 14.

recinti della diocesi di Foligno. Di Rosella e di Tadino parlerò immediatamente in appositi articoli, come di diocesi, che un tempo esistettero; ma Pestia, con buona pace e del Jacobilli e del Cadolini e di chiunque altro la volle cattedra vescovile, non saprei come poterla ammettere decorata di quest'onore, giacchè per quanto io mi sia adoperato, onde trovarne un qualche positivo argomento, non mi fu possibile di venirne a capo. Di essa non trovasi verun vescovo sottoscritto a nessun concilio; non un vescovo, a cui sia diretta una qualche lettera pontificia; non un vescovo, che sia intervenuto a qualche solennità delle diocesi circonvicine; non un vescovo in somma, che ci possa dare sicuro argomento da conchiudere, esservi stato un tempo, in cui Pestia godesse l'onore della cattedra pastorale. Io invece sono d' avviso, che i suddetti scrittori abbiano confuso Pestia o Plestia coll' antica Pesto o Possidonia, che fu nella Lucania ed ebbe cattedra vescovile; della quale parlerò quando dovrò narrare delle chiese del regno delle due Sicilie.

Ma prima di accingermi a dire quel poco, che ho potuto raccogliere, delle altre due chiese sunnominate, di Rosella e di Tadino, darò, secondo il solito, la serie progressiva dei sacri pastori, che successivamente governarono la diocesi di Nocera.

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