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sessanta altri vescovi, i quali tutti si sottoscrissero: dunque, io dico, que-
sto è un altro vescovo di Nocera, ignorato dall' Ughelli e dal Jacobilli e da
quanti scrissero di questa chiesa, e che dev' essere certamente inserito nel
catalogo dopo il sunnominato Giovanni I. Ne si può dire, che quello Stefa-
no, di cui ho parlato, fosse vescovo di Nocera de' Pagani, anzichè di que-
sta; perchè quella chiesa, sino dall' anno 1260 era stata privata dell' onore
della cattedra pastorale, perchè i cittadini ne avevano ucciso il vescovo; e
in tale stato rimase sino al 1586.

Trovo finalmente, che nel 1508 un Giovanni vescovo di Nocera era vi-
cario generale di Andrea vescovo di Camerino; dunque io conchiudo,
questo non può essere che un GIOVANNI II, cui gli scrittori, avendo ignorato
l'esistenza di Stefano, confusero col Giovanni precedente e ne formarono
un solo. Perciò di questo Giovanni II dee dirsi, e non del primo, che con-
cedesse indulgenze nel 1545 alla chiesa di s. Francesco del castello di Co-
stecaro. Ne dalla serie dei nocerini pastori dev'essere ommesso quel
GUIDO II, che nel 1527 fu eletto successore di Giovanni, benchè la morte
lo abbia colto prima che ricevesse l'episcopale consecrazione (4). Per que-
sta subita morte fu eletto invece di lui, nel seguente anno, il BEATO Ales-
SANDRO Vincioli, nobile perugino, frate francescano. Perciò in un vecchio
libro de' censi della chiesa di s. Francesco di Sassoferrato si legge la se-
guente annotazione: « Nel coro si trova il deposito del beato Alessandro
» Vincioli perugino dell' ordine minor conventuale di s. Francesco. Fu
» fatto vescovo del anno MCCCXXVIII nel pontificato di Gio. XXII. Mori
» nel anno MCCCLXIII nel pontificato d'Inn. VI. E la magnifica Comunità
ogn' anno fa la solita elemosina per la festa di d. beato Alessandro da
» un tempo immemorabile. » In un periodo si lungo di pastorale reggenza
potè Alessandro molte cose operare a vantaggio del suo gregge e per la
buona disciplina ecclesiastica e pel decoro del sacro culto. Le sue virtù e
i suoi miracoli lo fecero meritevole della pubblica venerazione; se ne
celebra perciò annualmente la festa: le sue reliquie si conservano in
cattedrale.

Governò poscia la chiesa nocerina l' arcidiacono camerinese LUCA RO-
dolfucci, fattone vescovo ai 24 di luglio del medesimo anno 1565. Pei
molti suoi meriti fu creato cardinale del titolo di s. Sisto; ed essendo

(1) Ved. Vincenzo Vincioli nella sua Serie dei vescovi di Nocera, pag. 83.

vescovo di Nocera sostenne molte onorevoli cariche e fin anche quella di legato dell' Umbria; e questa fu l'ultima, perchè in essa mori, mentre soggiornava in Perugia. Si rese assai benemerito per la sua attività nel comporre le liti, ed estinguere le discordie, che a quei giorni divampavano funestissime in tutte queste città. Mori nel gennaro dell' anno 1589: il suo corpo per volontà di lui fu trasferito a Camerino nella chiesa di s. Venanzio, ove i seguenti versi ne mostrano il sepolcro.

HIC JACET INSIGNIS LVCAS RVTILANTE GALERO.

TAM CELEBER JVRIS DOCTOR, QVAM CVLTOR ET OMNIS
PRAECIPVVM EXEMPLVM VIRTVTIS, REGVLA MORVM

Ma dopo due secoli e mezzo gli fu collocata un' altra iscrizione scolpita sul marmo, la quale tramanda ai posteri la memoria delle cariche da lui sostenute, ed è la seguente:

D. O. M.

LVCAE RODOLPHVCIO CAMERTI TIT. S. SIXTI S. R. E. CARDINALI
QVI HVJVS BASILICAE QVONDAM PRIOR ET ARCHIDIACONVS CAMERI-
NENSIS, TVM EPISCOPVS NVCERINVS, ROMAE GREGORIO XI. PONT.
MAX. VIC. FVIT; DEINDE AB URBANO VI. CARDINALIS CREATVS,
ATQVE IN PANNONIAM MISSVS, POSTREMO PERVSIAE, CVM LEGATIONE
FVNGERETVR, OBIENS, OSSA CAMERINVM TRANSLATA, IN TEMPLO
S. VENANTII SEPELIRI MANDAVIT, ANNO SAL. M.CCC.LXXXIX.
VENANTIVS RODOLPHVCIVS EJVSDEM BASILICAE PRIOR GENTILI SVO
MONVMENTVM ANTIQVITATE DEFORMATVM ORNAVIT POSVITQVE ET
LAVRETANAE VIRGINI SACELLVM EREXIT. ANNO SALVTIS. M.DC.XIX.

Finalmente ricorderò, che in Camerino stessa, sopra la porta Giulia erano stati scolpiti in sua lode questi altri tre versi:

SEDIS APOSTOLICAE LVCAE MONVMENTA NOTATE.
ANDREAS PATRVO FECIT, QVO JVSTIOR ALTER

HAVD FVIT HESPERIAE, TOTO NEC DOCTIOR ORBE.

La storia di Pistoja e di Prato ci porge notizia di un altro vescovo di Nocera (4), sconosciuto all' Ughelli, al Jacobilli e a quanti scrissero di questa chiesa. Egli è PAOLO, il quale nell'anno 1595, insieme con Jacopo vescovo di Fiesole, assisteva al solenne traslocamento dell'insigne reliquia, che si conserva in Prato, della sacra Cintura della Beata Vergine. Se ne trova il nome nell'istromento pubblico, che in quella occasione fu eretto. A lui adunque e non immediatamente al Ridolfucci succedeva il viterbese SENZIO, ch'era arciprete in patria. Di lui si ha, che nell'anno 1595 celebrò il sinodo diocesano, e che due anni dipoi, l'ultimo giorno di settembre, per ordine del papa Bonifacio IX, insieme coi tre vescovi Lorenzo di Spoleto, Andrea di Assisi e Pietro di Orvieto, nella chiesa cattedrale di Foli gno, pose in possesso dell' abazia di s. Croce di Sasso-vivo Trojano Trinci: ne rogò l'istrumento il fulignate notajo Tommaso Vannuci (2). Narra il Jacobilli (3), che ai tempi di questo vescovo Senzio « adi 40 di mar» zo 1402 il conte di Carrara, il Mostarda et altri capitani di papa Boni» fatio IX andarono verso Nocera, tenuta da Ceccolino Michilotti, capita» no generale de' perugini; e per trattato di un solo nocerino entrarono » per forza in Nocera e presero Cristoforo di Domatuccio, che v'era po» destà, usarono tanta crudeltà verso il popolo nocrino, che quasi tutti gl'habitatori furono saccheggiati e cacciati fuori della città, la quale ri» mase intieramente in potere de' forestieri, » Le cose per altro furono ricomposte nel seguente anno: il papa concesse al suddetto Ciccolino l'onore di suo capitano generale, e gli affidò per ventinove anni il dominio su Gualdo di Nocera, su Castel della Pieve, sulla Bastia di Assisi e sulla Piscina.

Dice il summentovato Jacobilli, che il vescovo Senzio mori nel dicembre del 1404, e poi soggiunge, che il successore FRATE ANDREA da Montefalco, francescano, gli fu sostituito addi 5 gennaro 1404. Lo sbaglio si vede evidentemente: egli calcolò dicembre del 1404 il dicembre, che precedeva le calende dell'anno 1404, mentre quel mese apparteneva all'anno 1403. Si corregga adunque: e si dica, che Senzio mori nel 1405, e che il suo successore frate Andrea da Montefalco fu eletto vescovo di Nocera nel di 5 gennaro 1404. Leggesi il nome di lui, nel 1415, nella sessione XX

(1) Dondori stor. di Pistoja, pag. 219.
(3) Nella cronolog. de' vesc. di Nocera,
(2) Arch. di Sassovivo lib. #, pag. 3:. pag. 95.

del concilio di Costanza, a cui non si recò personalmente, ma ne aveva affidato l'incarico a Nicolò vescovo di Assisi. E nell'anno seguente, sottoscriveva per lui e per Jacopo vescovo di Spoleto il vescovo Federigo di Foligno. Le infermità, che lo travagliavano, gl'impedirono di recarsi a quel concilio; e per queste medesime infermità si vide costretto nel febbraio del 1447 a rinunziare la cattedra vescovile: mori poi nell'anno 4449 ai 17 di marzo. Lo scisma orrendo, che lacerava in questi giorni la chiesa universale, diede occasione a far credere legittimi vescovi di Nocera il domenicano frate Jacopo da Foligno, nel 1444, trasferito poscia dal papa Martino V al vescovato di Motola, nel 1419; e nel marzo di questo medesimo anno il fulignate Egidio Giovanni, detto Collo degli Egidii, già canonico in patria; e lo ammette anche il Jacobilli. Ma, esaminando diligentemente la cosa, i due sunnominati, se pur ebbero il titolo della chiesa nocerina, non devonsi riputare che intrusi; si perchè nel 1411 viveva tuttavia il legittimo vescovo fra Andrea, e si perchè nel 1419 il pontefice suddetto addi 17 marzo trasferiva dal vescovato di Licia a questo di Nocera il fulignate GIOVAN-TOMMASO figlio di Lodovico de' Merganti, il quale essendo monaco in s. Croce di Sasso-vivo, era stato priore della chiesa di s. Angelo di Monte Pubblico, nella diocesi di Spoleto, e poscia del monastero de' Santi Quattro Coronati, in Roma. La sua morte, avvenuta in Foligno, è segnata sotto l'anno 1457; fu sepolto in quella città, in una cappella da lui eretta nella chiesa di s. Domenico. Un altro fulignate venne a succedergli, eletto dal popolo e dal clero nocerino, per favore e per l'influenza di Corrado Trinci, signore di Foligno e di Nocera, ANTONIO figlio di Nicolò Bolognini. La sua elezione fu nel novembre del 1437; nel di 16 marzo 1438 il papa Eugenio IV ne pronunziò la conferma. Lo trasferi sei anni dipoi al governo della chiesa della sua patria; e poscia affidò questa al francescano fanese, FRATE GIOVANNI III Marcolini. Cura principale di lui fu il rifabbricare dalle fondamenta la chiesa cattedrale, che due secoli addietro era stata distrutta dalle armi dell'imperatore Federigo II. Perciò a'15 luglio 1448 ne pose la prima pietra, nel luogo stesso dov'era l'antica: ed ebbe la consolazione di vederla in pochi anni condotta al suo termine; e di consecrarla solennemente, intitolandola alla beata Vergine Assunta ed a s. Rinaldo vescovo e protettore della città. In tutto questo lasso di tempo aveva servito di cattedrale la chiesa di s. Maria vecchia: perciò trasferi Giovanni pomposamente alla nuova il capitolo de' suoi canonici, le sacre

reliquie, la cattedra pontificale, e tutte le robe e i diritti e i privilegi di essa: quella chiesa poi concesse alle monache terziarie francescane, dette poscia di s. Giovanni, perchè dimoravano all' ospitale di s. Giovanni della Sportella (1).

Sotto di lui si dilatò il dominio di questa chiesa vescovile, perciocchè nel 4459, con licenza della santa sede apostolica, Jacopo Scota da Foligno, abate benedettino del monastero di s. Stefano di Parrano, nel territorio di Nocera, offeri, in ossequio delle virtù del vescovo Giovanni, la sua abazia e la uni per sempre, con tutti i suoi beni, al vescovato nocerino. Molte chiese furono intorno a questi giorni ristaurate nella città e nella diocesi: molte sagge discipline si videro pubblicate per la riforma dei costumi del clero. Mori Giovanni nel 1465. Nell' anno stesso sottentrò a governare questa chiesa il ternano ANTONIO II Viminale, scrittore delle vite de'santi della sua patria: la sua morte è segnata sotto l'anno 1470. Ebbe successore il lucchese JACOPO Minutoli, il quale passò in Francia col cardinale legato Giovanni d' Augers presso il re Luigi XI: ad istanza di questo sovrano, nel 1477 il papa lo trasferì dal vescovato di Nocera a quello di Agde, d'onde poscia sali all'arcivescovato di Cambray. Intanto per la santa sede nocerina era stato eletto da Sisto IV un altro ternano GIOVANNI IV Cerretani, ch'era stato uditor di rota in Roma e vice legato e vicario generale del cardinale Bessarion. Narra il Jacobilli, che mentre questo vescovo aa' 20 di luglio 1478 faceva la cresima nella chiesa di s. Benedetto di Gualdo, venne un folgore dal cielo, che gittò a terra una moltitudine di popolo ch'era in chiesa e rimase come morto; ma per gratia singolare » di Dio non ne mori alcuno; e potè il vescovo finir la cresima e la visita » che faceva in quella terra. » Dalla quale narrazione ci è fatto conoscere, che in quell'anno 1478 egli aveva intrapreso la visita pastorale della sua diocesi.

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Tra le sacre reliquie, che il vescovo Giovanni III Marcolini aveva trasferite dall'antica cattedrale di s. Maria vecchia alla nuova da lui eretta, non vi aveva trasferito il corpo del protettore santo Rinaldo: fu cura perciò di questo Giovanni IV il trasferirvelo, acciocchè riposasse colà dove il suo nome insieme con quello della s. Vergine Assunta era invocato. La quale solenne traslazione avveniva nel dì 6 giugno 1487. Esso fu trovato

(1) Ved. il Jacobilli, luog. cit., pag. 104.

Vol. V.

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