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rivare i Valdesi da Valdo, non poteva più dare ai medesimi l'antichità che loro è dovuta, ed in iscambio, e contra la verità, aveva fatto più antichi i Leonisti o i Poveri di Lione, i quali, secondo Muston, sono i soli veri discepoli di Valdo. E tanto più facile era, più facile era, soggiunge Muston , questa confusione, quanto che i discepoli di Valdo furono anche chiamati Valdesi, precipuamente nella Francia meridionale e ne' contorni di Lione dove non si potevano chiamare Leonisti.

Quale strana discordanza di questi due interpreti di Reinero, e quale manifesta prova della sagacità e buona fede loro nella maniera di leggere o commentare gli scrittori che hanno favellato della loro setta! In qual conto dovrà tenere il lettore questi due così zelanti e abili difensori della propria causa, i quali si contraddicono, e così chiaramente si confutano a vicenda sopra la spiegazione di un passo che fu sempre da loro creduto e allegato come il più gagliardo argomento per comprovare la loro pretesa anteriorità su P. Valdo!

Toccheremo un'altra volta di questi che Muston dice celebri passi di Reinero. Passiamo ora ad un altro testimonio.

Questo è Pietro di Polichdorf professore di teologia, il quale viveva, secondo Basnagio, verso la metà del secolo XIII, e dovea àver

conosciuto perfettamente i Valdesi. Consentono pure in questa data gli editori della Bi blioteca dei Padri. Ma Natale Alessandro il pone alcuni anni prima della metà del secolo XIV soltanto, cioè un secolo più tardi. Polichdorf è autore di un libro Contro all'eresia dei Valdesi, il cui primo capitolo così comincia :

<«< Nota la nascita e l'origine dei Valdesi. « Quest' è la nascita e l'origine degli eretici « Valdesi: comecchè questi figliuoli dell' ini« quità mentano in faccia ai semplici di«< cendo che la setta loro durò insin dai tempi <«< di Silvestro papa, quando la Chiesa co« minciò ad avere proprie possessioni; è di «tal cosa gli eresiarchi danno carico alla « Chiesa riputando ciò non essere a lei per >> Qui Polichdorf tocca di passo la quistione sul diritto che ha la Chiesa di possedere; stabilisce questo diritto con l'autorità della sacra Scrittura e con esempi, e dopo questa discussione dice: « Mentono dunque i «Valdesi quando affermano che le sette loro << durarono insin dai tempi di san Silvestro (i). » Prosegue: « Egli è da notarsi che ottocento anni in circa dopo san Silvestro, ai tempi papa Innocenzo II, viveva nella città

« messo.

« di

(1) Mentiuntur ergo quod ex tempore Sylvestri papae sectae eorum duraverint.

« di Walden, che è ne' confini della Fran«< cia, un cittadino ricco di averi, il quale « o lesse ei medesimo, o per avventura udì << che il Signore avea detto a un certo giovane, << per san Matteo: Se vuoi essere perfetto, va « e vendi ogni tua sustanza, e dalla a' po« veri e che questo giovane, perchè molto << ricco era e di molte possessioni, dolente es«< sendosi di là partito, il Signore aveva detto,

difficilmente il ricco entrare nel regno « dei cieli, e più agevol cosa essere che una « gomena passi per entro la cruna d'un « ago, di quel che non sia che un ricco «< entri nel regno de' cieli: che però san << Pietro aveva detto al Signore: Ecco noi « ogni cosa abbiamo lasciato e te abbiamo « seguitato. Ora quel Pietro Valdo udendo leggendo la Scrittura, immaginò che la <«< vita apostolica più non era in terra. Ond' è «< che pensava di rinnovarla; e venduti tutti i « suoi averi e donatili a'poveri, prese a me<< nar vita povera. La qual cosa alcuni altri << veggendo, col cuor compunto fecero il somi<«<gliante. Tra questi che a Pietro si congiun« sero, era un certo per nome Giovanni, ed era « di Lione (1). »

Se la presente narrazione di Polichdorf pa

(1) V. questo testo al num. VIII dei Documenti.

la

ragoniamo con quelle degli altri scrittori, prima di lui citati, facilmente si vedrà che per due capi da quelle si diparte; prima mente in quello che risguarda l'epoca dell' apparizione di Valdo: conciossiachè Polichdorf ponga sotto papa Innocenzo II, il quale passò di questa vita nel 1143, dove che gli altri la vogliono circa trent'anni dopo. Secondamente in ciò che spetta alla città, dove Valdo cominciò a predicar sua dottrina, terra che da Polichdorf è creduta sui confini della Francia, e a cui dà il nome di Walden, intanto che gli altri narrano questo essere avvenuto in Lione. Ma da queste differenze di minuti ragguagli solo si può argomentare che Polichdorf di nazione alemanno, troppo più lontano dal luogo in cui queste cose erano avvenute non poteva parlarne sì esattamente come gli altri autori citati. Nè ciò dee far maraviglia, se ponghiamo mente ai tempi di cui qui si ragiona. Perocchè la difficoltà di comunicare l'una con l'altra nazione, e la mancanza di cognizioni geografiche non comportavano che potesse, come oggidì potrebbe, uno scrittore indicare con accuratezza certe circostanze dei fatti che lontano accadevano. Questo solo, se condo che avvisiamo, si può ragionevolmente conchiudere dalle differenze che si trovano fra il racconto di Polichdorf e quello degli scrittori

sopra citati. Del rimanente concorda con questi e nella sostanza e nell'indicare il secolo in cui avvennero questi fatti.

Rispetto alla differenza della data si potrebbe aggiugnere che, essendo di picciol numero di anni, questo debb'essere proprio della natura de' fatti di cui qui si parla. Non è egli facile immaginare che gli scrittori, volendo favellare dell' epoca in cui Valdo apparve, poterono notare gli uni la data della sua prima predicazione, ed altri il tempo in cui egli avea già un certo numero di discepoli? O chi avrebbe vietato ancora ad un altro di cominciare dal tempo in qui questi settarii, già riduttisi in società, mostratisi ribelli alle prime ammonizioni delle autorità dei comuni, consumarono il loro scisma, fulminata contro di loro la condannazione dei capi della Chiesa?

Alcuni autori credono scrittura dello stesso Polichdorf un breve frammento che ordinariamente si trova stampato in continuazione del trattato testè da noi riferito. In questo frammento si trova un passo che dimostra come punto non si travagliassero infin d'allora i Valdesi in fatto di anacronismi, purchè si trattasse di levar pretensioni di antichità. Qual che ne sia l'autore, eccolo: « Se i Valdesi affer<«< mano di esser mandati (per fondare una nuova « chiesa ), ne rechino innanzi le prove: è se

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