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dere liberamente. Non volevano le chiese; perchè è detto negli Atti degli apostoli: Dio non abita ne' templi fatti dalla mano degli uomini. Condannavano i cimiteri; perchè l'Evangelio di san Matteo dice: Guai a voi che fabbricate sepolcri. Condannavano il diritto di proprietà nei fedeli; perchè nella Scrittura si legge che i primi cristiani ponevano in comune tutt' i loro averi. Il condannavano nei sacerdoti e ne' vescovi; perchè gli apostoli ogni cosa avevano abbandonato per seguitare G. C. Condannavano il giuramento, perchè sta scritto: Voi non giurerete. Condannavano il giure di vita e di morte, della guerra, ed anche della più necessaria difesa personale; perchè il Signore disse: Non ucciderete; a me solo la vendetta.

ci

Convien pur confessare che se nulla v'è che

possa far toccare con mano a quali stranezze si possa torcere la sacra Scrittura, ove ella sia lasciata in preda all' ignoranza e alle passioni, quest' è l'enumerazione degli errori dei Valdesi. Poichè il più sciocco tra di loro poteva trarre in mezzo il suo piccolo testo, e dimostrare che quel che ei credeva era di Scrittura. A questo modo appunto cotesti settarii e altri che vennero appresso trovarono nella Scrittura così differenti dottrine, e ne predicarono di così contrarie in varii tempi e in diversi

luoghi; e spesso ancora ne'tempi e ne' luoghi medesimi. Quei che proteggono le società bibliche e ne sono membri, i partegiani dello spirito privato, e coloro che lodano la lettura del puro testo della Scrittura sacra in ogni classe e individuo prima di confermarsi nel loro sistema pensino quali effetti da ciò sieno per

uscire.

Qui toccano il fine le presenti ricerche. Noi medesimi più che altri conosciamo quanto sia imperfetta la nostra fatica in ogni altra parte, fuorchè nella fede buona e diligenza che sono state guida al nostro scrivere. Soprattutto ne duole di non aver potuto meglio ordinar la materia e disporre in modo che rispondessero tra di loro le parti diverse. Speriamo non di manco che sì fatti mancamenti nulla nuoceranno all' evidenza de' fatti che avevamo divisato di stabilire. La quale evidenza riposando in tutto sopra il tenore e la sincerità degli allegati documenti, ond' è giustificata l'opera nostra, potrà ognuno co' suoi occhi pigliar certezza come vere sieno le cose narrate.

Leggendo questi documenti non si durerà fatica a restar convinto de' seguenti punti: 1.° Che prima della seconda metà del secolo XII non è fatta menzione de' Valdesi nell' istoria; 2. Che falsi sono e nulla concludono i testimonii allegati per provare che essi sono ante

riori a Pietro Valdo; 3.o Che un numero molto notabile di scrittori vissuti verso la fine del secolo XII e nel volgersi del XIII, concordemente testimoniano, questi eretici essere sorti in Lione da Pietro Valdo sul finire del secolo XII, ed essere stati chiamati Valdesi, Leonisti e Poveri di Lione; 4. Che le cronache e le più antiche istorie dei Valdesi su di ciò vanno d'accordo con le deposizioni degli scrittori cattolici; 5.° Che nota è la cagione per cui i Valdesi cangiarono sistema intorno alla propria origine, e nota altresì la data de' cangiamenti, cui furono necessitati a fare nell' istoria loro per cagione delle nuove opinioni ricevute; 6.° Che, lasciando stare il ridicolo loro pretendere a una discendenza apostolica, i Valdesi non potranno mai provare che risalgono insino a Claudio di Torino; e molto meno ancora insino a san Silvestro; 7.° Che l'essere le dottrine de' Valdesi de' primi vent'anni del secolo XVI, conformi a quelle che da tutti gli autori loro si attribuiscono sul fine del secolo XII proverebbe ancora evidentemente, i Valdesi delle valli del Piemonte essere veramente la setta fondata da Valdo, nè da verun altro poter derivare l'origine loro; 8.o Che il fine cui Valdo mirava era di fondare un ordine religioso di poveri volontarii destinati a rinnovare la vita apostolica sulla

terra se non fosse stato che la sua ignoranza e le massime di cui abbiamo parlato il tirarono negli errori di Donato, Vigilanzio e degli Iconoclasti; 9.o Che di tutti questi errori niuno è che sia ritrovato dai Valdesi, essendo che tutti erano già stati rinnovati da altri eretici che sorsero nel secolo stesso o poco prima dei Valdesi; 10. Che le dottrine dei Valdesi del secolo XIII essendo molto diverse intorno a parecchi articoli dopo la riforma professati, direttamente condannano la maggior parte delle pretensioni e degli usi religiosi da loro introdotti a' tempi nostri.

Come si vede, dalle nostre ricerche abbiamo dedotto conseguenze alquanto differenti da quelle di Muston. Ma avendoci questo scrittore innanzi tratto avvertiti che egli ci aveva solo dato un breve saggio del molto che bisognerebbe dire intorno alla questione sull'antichità della sua setta; questione, secondo che dice, la quale vorrebbe per avventura uno studio particolare e un'opera intiera, speriamo che, avendo riguardo all'importanza, come ei dice, della materia, applicherà l'animo a questo studio, e ci darà finalmente l'opera che ei crede necessaria. Se così fosse per avvenire, il preghercmo che ei non voglia dimenticarsi di rischiarire i fatti e sciogliere le difficoltà che noi abbiamo opposto al suo sistema in varii

luoghi delle nostre ricerche. Vana lusinga sarebbe per noi e soverchio il pretendere che la materia, la quale abbiamo su di ciò radunata possa in qualche modo giovargli nell' intraprendere questa nuova fatica. Basterà che ei creda almeno che noi intendevamo a fargli conoscere la verità su tutti questi punti. Possa egli conoscerla e renderle un solenne omaggio ed affaticarsi di poi a trarre d'inganno coloro cui egli, in quanto a sè, condusse o mantenne nell' errore intorno ad argomento di sì grave importanza !

FINE.

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