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qui d'uopo a parte a parte esaminare tutta ľ' opera di Seyssel e quella di Cassini. Ma cosiffatto lavoro ci dilungherebbe dal proposito nostro. Si vedrebbe come gli errori attribuiti loro dai varii scrittori che ne tesserono il catalogo nel secolo XIII (1), sono pure i medesimi negli autori che ne hauno scritto poco prima di Lutero e Calvino. Il novero ne era alquanto cresciuto; più sviluppati; maggior numero di conseguenze dedotte da' posti principii; ma la primitiva sostanza era pur la stessa, e tutto quello che vi era di sostanziale, fondamentale e caratteristico negli errori dei primi Valdesi, si ritrova ancora in quelli che erano professati da coloro che vivevano a' tempi di Seyssel e di Cassini.

Del rimanente, chiamando noi qui conformi le dottrine de' Valdesi del secolo XIII con quelle che professavano prima di congiungersi coi discepoli di Calvino, vogliamo che questo vocabolo si pigli a significar l'accordarsi che fanno queste dottrine dottrine, e non un' intiera ed assoluta conformità, o quasi che identità. Ciò tanto falso sarebbe quanto vero è che i Valdesi, (e ciò notarono gli autori del catalogo dei loro errori) non ebbero mai vera conformità di dottrina. E tale articolo era da alcuni

(1) Vedi due di questi cataloghi al n.o XXXVI de' Documenti.

creduto, da altri discreduto. Alcun autore loro attribuisce un errore, di cui l'altro tace. Nè schivare si potevano altrimenti coteste contraddizioni presso questi settarii, i quali credono che sia lecito a qualsivoglia cristiano interpretare come vuole le Scritture, e regolare quindi la fede secondo che egli intende. Ma di leggieri se ne può dar un' altra ragione osservando, che secondo questi medesimi scrittori, essendosi sparsi i Valdesi in diverse contrade, trovati altri eretici e coi medesimi congiuntisi, andarono via togliendo da questi alcuni errori, i quali cangiavano al cangiar de' luoghi e delle sette, che prima di loro vi si erano stabilite.

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Tra gli errori che ai Valdesi attribuiscono generalmente i cattolici, alcuni sono i quali suscitarono nel secolo passato gravi contese tra gli autori cattolici e i protestanti. Fra questi si vogliono annoverare quelli che risguardano il numero dei sacramenti che i Valdesi ammettevano prima di unirsi coi Riformati. Questa era la questione se i discepoli di Valdo ammettessero, come i cattolici, sette Sacramenti, o ne volessero due solamente, come i Valdesi fanno dacchè abbracciarono il calvinesimo.

Per dimostrare quale fosse l'antica loro dottrina su questo punto, abbiamo giudicato di dover

porre sotto gli occhi dei leggitori l'articolo seguente della seconda dissertazione di Ricchini.

« Ammettevano veramente il Battesimo del<< l'acqua naturale, ma affermavano non essere « nè utile, nè necessario ai pargoli. Nel che pare «< che abbiano antivenuto gli Anabattisti e i << Sociniani, quantunque Bossuet si sforzi di << purgarli da questo errore nel lib. XI, del« l'Istor. delle Variaz., n.° 109. Ma Ermen« << gardo ciò afferma con termini espressi nell'o« puscolo contra i Valdesi, cap. 12. Dicono, « e' scrive, che a niuno giovi il battesimo, « se non a chi colla propria bocca, e col « cuore il domandi; d'onde deducono quest' « errore che ai pargoli nulla giovi il but« tesimo dell' acqua. Moneta, I. part. c. 4, «S 2, testifica come essi nieghino il batte«simo degl' infanti, e che alcuno possa otte«nere salute prima degli anni dalla discre«zione. Reinero pure ciò conferma scrivendo a di loro nel cap. 5. Intorno al battesimo « affermano che il catechismo a nulla vale, « siccome a nulla serve il lavar che si fanno « gli infanti, ecc. Le quali ultime parole it <«< chiarissimo Bossuet, forse in più benigna che << vera sentenza tirando, interpreta non per <«<l'abluzione dell' acqua battesimale, ma per << quella del vino che si usava fare anticamente « dopo il battesimo.

«Per quello che alla confermazione appar« tiene, essi, dice Reinero, si maravigliano «< che ai soli vescovi lecito sia l'ammini«strarla. Onde pare che essi non dannassero <«<l'uso di questo sacramento, ma negassero << dover essere vietato ai laici amministrarlo, e «< credessero volgarmente che lo Spirito santo << si possa dare dai laici buoni, pur coll'impo«sizione delle mani, la quale non è adeguata « materia di questo sacramento.

<< Circa il sacramento dell' Eucaristia in que<< sto erravano che credevano non potersi fare << questo sacramento da' cattivi sacerdoti, o, << come Reinero dice, non farsi la transustan«<ziazione tra le mani di chi indegnamente il « faccia, ma sì bene nella bocca di chi de«gnamente il riceva. Doversi essa transustan«ziazione fare con parole volgari, e sulla mensa «comune. In quanto a quello che loro affib<«<biano alcuni i quali vogliono che essi con<«< sacrassero l'Eucaristia non con le parole « dell' Evangelio: hoc est corpus meum; ma «<sette volte recitando l'orazione domenicale, << non trovo che da alcun contemporaneo autore «< ciò si possa dedurre.. Ma nè anche v'è alcuno «che affermi avere essi niegato la corporale «presenza di G. C. nell' Eucaristia, tranne

per avventura Eberardo bettuniese il quale << alquanto oscuramente di loro scrive che:

"

« Ignorando i misteri della sacra cena, non « istimano un pelo la benedizione del pane « stabilita dal Signore. Ma, come osserva Ga<<sparo Juvenino, nei Comentarii istorici dei << sacramenti (Dissert. IV, q. IV, art. 1.o), «< il testimonio di Eberardo vuolsi interpretare <<< della poca stima che i Valdesi facevano del«l'Eucaristia consagrata da sacerdote empio. << E, per lasciarmi intendere, dico che intorno «ai ministri dei sacramenti professavano l' er<<< rore dei Donatisti (1). Però il medesimo dice «< che alcuni s'appigliavano a certi sotterfugi « o pretesti, dicendo che il sacerdote im« mondo non può fare un sacrifizio mondo; « secondo che la Scrittura dice: Omnia

« munda mundis, e e che per i commacolati

« ed infedeli non v'è mondezza. Finalmente « niuno di quelli che a fondo videro i dogmi « dei Valdesi non iscrisse mai che essi dan<<< nato abbiano la Chiesa romana perciocchè

(1) Intorno a questo Sacramento, come intorno agli altri, il principio dell' errore de' Valdesi sotto molti riguardi era il medesimo che quello dei Donatisti; ma molto differente ne era l'applicazione. I Donatisti sostenevano che i preti cattivi perdevano ogni potere per riguardo ai Sacramenti, e ne riserbavano l'amministrazione ai preti buoni. I Valdesi più innanzi andarono. Per amministrare i sacramenti, secondo questi, non era necessario aver ricevuto l'ordine sacerdotale. Qualsivoglia laico era prete, e poteva amministrarli : le femmine, tolta la confessione, il medesimo potere che gli uomini avevano,

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