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potuisset, Josephus Catalani, qui diu fuerat cum auctore familiaritate conjunctus, extitit fidelis defuncti voluntatis executor, ejusque opus notis munivit, in quibus jura Apostolicæ Sedis lodi novit; ut patet ex Editione romana 1752. Primum est (ait Cassianus, De Incarn., 1. 1, c. 4) errorem penitus non incurrere; secundum bene repudiare: nota illud bene. V. Lettera parenetica scritta da un Diacono Romano a Scipione De Ricci. Vercelli, 1795. Epistola Benedicti XIV ad supremum Hispania Inquisitorem, 31 julii 1748.

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Turpiter errat qui negat se submittere, vel libros vetitos respuere, quia Congregationis prohibitio non est certa de fide et error intervenire potest, ut in aliis judiciis. Absit ut Ecclesiæ tantum sit parendum, quando aliquid uti fide tenendum præcipit, vel est infallibilis in suis decisionibus: tunc cui superiori parendum? ad obedientiam non quæritur infallibilitas, sed auctoritas legitima. Ceterum hac de re quam sit rationabile obsequium nostrum, patet ex rigoroso examine adhibito antequam liber prohibeatur. Unde si non fidem, obedientiam certe lædunt sub gravi qui renuunt se prohibitioni submittere. Imo et fidem lædunt si prohibitio per s. Pontificem ex cathedra, seu decretorie lata sit: recte enim docent Doctores cum Tournely, quod Ecclesiæ circa libros censura est infallibilis. Ecclesiæ enim (addit Natalis Alexander, Hist., sæc. VI, diss. 5) sanam doctrinam ab hæretica discernere datum est a Christo. V. Liguori, Opus Mor., l. 1, n. 347. — Civiltà Catt., ser. 2a, vol. vi: L'autorità sociale.

1033. Monita ad patres et magistros: patresfamilias, magistri scholarum, heri et omnes qui curam aliorum habent, inferiores a lectione librorum romanensium quantum possunt avertant, eosque piis, sanctis ac gravibus studiis assuefaciant. Hac enim sola via formantur viri eruditi, sensati, virtutibus præditi, Religionis ac societatis defensores, ad regendam propriam familiam idonei et nulli negotio impares. Sane non desunt ætate nostra optimi libri, qui oblectant animum, quin vitium insinuent: imo in eo toti sunt, ut virtutem extollant, ad eamque alliciant: quos porro præstat præ manibus adolescentium ponere, ut v. g. Smith, Racconti; Wiseman, La Fabiola; Newman, La Callista. It. opera omnia clariss. Bresciani; Letture cattoliche, Letture amene, ecc.

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Ad rem orator David in quadam Conferentia: Pigliate un romanzo moderno, analizza telo, che ne uscirà egli? Ciò che vi ho detto: il dispregio dei santi costumi; la consacrazione dell'adulterio; la virtù posta in ridicolo. Ecco le idee con cui si alimentano fra noi il giovane, la sposa, la madre, il fanciullo medesimo. La logica, quest' inflessibile divinità, non indietreggia: la corruzione passerà dal libro nel cuore. Un ulcere schifoso si formerà, si dilaterà in seno alla società, il male giganteggerà ogni di più, e la prima volta che una mano coraggiosa leverà questo velo, voi andrete spaventati alla veduta di questa incancrenita piaga. Talis inter plures alios est liber hodie expresse damnatus inscriptus Pastor fidus: talis est, imo et perniciosior liber Novellarum Joannis Boccacci (etiam qui dicitur expurgatus); hic enim nostra quidem sententia, plus juvenibus nocere potest, quam opera Lutheri et Calvini: quem quidem ipsemet auctor reprobavit in quadam sua Epistola ad Mainardum, ut refert cl. De-Luca, Annali religiosi, t, XI. V. Tassoni, Pensieri, I. VII. Roberti, Del leggere libri di divertimento. Opus, La loro bocca è un sepolcro aperto. Parigi, 1841. — Turchi, Omelia sulla lettura dei libri: ubi contra illos maxime insurgit qui ideo legunt, quia opus prohibitum est. Stapf, § 310. - Pellicani, I Libri rei.

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Inter plurima unum sit exemplum quod refert p. Bresciani in vita p. Michaeli Szczytt: Narrava (p. Michael) i forti pericoli che ebbe iante volte dalle sette dei filosofi, deplorando il gran male che fanno in Polonia ed in Russia i liberi muratori, e quanti danni spargono coi libri de'romanzi che girano in quei regni come per tutto, con ogni licenza. E qui piangeva il più caro de'suoi amici, strappatogli crudelmente dal fianco senza che lo avesse più potuto ricuperare. Era questi un barone Curlando, giovane di si modesto costume, d'anima cosi bella e di cosi soave innocenza che la candidezza trasparendogli pel cuore negli occhi e nella faccia, era chiamato da tutti l'Angelo della Curlandia. Ebbe le scuole dai Padri della Compagnia di Gesù in Poloczk, e già non v'era chi non tenesse per certo, che un fiore di si dilicata natura non avrebbe patito più a lungo l'aere funesto del li bero cielo; ma sarebbesi raccolto o trapiantato lungo i puri fonti di qualche chinso giardino. Abi un quarto d'ora l'ha rapito a cosi belle speranze! Visitava egli alcuna volta una nobile donna che aveva voce di onesta, e un di entrato a lei e trovatala per non so che faccenda impedita, pregato ad attendere un poco finchè la sbrigasse, sedette nel suo gabinetto aspettandola. E girando l'occhio e veduti alcuni libri, mise la mano sopra uno e lesse. Ell'era una romanza scozzese che in una Torre di un lago di Edimburgo descriveva una prigione sotterra, e incatenata in quelle tenebre, da un feroce, una fanciulla che piangeva languidamente e diceva parole di un affetto cosi acceso che il giovane Barone, non guardandosene punto, bebbe il primo sorso della sua morte. I libri di quella gentildonna erano tutti di questo veleno; ebbegli in prestito ad uno ad uno, e colla Novella Eloisa del Rousseau fini d' innebriarsi la mente e di perdere tutta quella santa purezza che abbelliva il suo cuore. Si tolse all'amico Michele, si diè in mano a perversi, incalli nell'errore e nel vizio, e lo portava sfacciato in quella fronte che poco prima era specchio di verginale innocenza. Non è da descrivere come questo infelice di città in città errante si fosse fatto reo d'ogni pravo costume, e venuto de' capitani della setta degli Illuminati avesse avuto ardimento di tentare Michele stesso a disgiurare la sacra fede di Gesù. Mi disse il Conte, e innorridiva a narrarlo, che in un castello vicino al mare della Finlandia, trovandosi questo empio a una festa che facevano gli Illuminati in memoria del loro Istitutore, entrati dopo desinare nel parco e ridendo e motteggiando, vennero a trarre al bersaglio. Il Barone vide all'uscio de' servi della villa appesa una Madonna di carta, corse, staccolla, e imbrocatala al pedale d'un albero: Guardate, disse, amici; voglio mostrarvi il mio valore nella pistola. Venne con un altro alla scommessa di venti rubli ch'ei l'avrebbe ferita negli occhi. Montò il cane, tirò, ma non s' accese il focone. Benchè empi, innorridirono tutti e gridarono: Sta, basta. Ma egli ghignando trasse, e colpi nel petto Maria. Pagò la scommessa; ma l'altro gittate le monete in terra, le maledi. › (Opere det P. Bresciani, Roma 1865, vol. 1: Memorie intorno la vita del p. Michele Szczytt).

Casus: Paterfamilias graviter suspicatus, librum quendam prohi bitum lectitari a filio suo, capta occasione, librum surripit ac legit; quousque offendens in propositiones prorsus impias eum projicit ac damnat. Attamen postea ex hujusce libri evolutione graves patitur tentationes et dubia circa fidem. Quid ?·

R. Cum pater iste tentationum ac dubiorum circa fidem periculo se exposuerit librum evolvendo, etiamsi graviter suspicaretur inustam hærere ecclesiasticam censuram; laudanda quidem paterna sollicitudo

et præstitum filio charitatis pietatisque officium. At pro eodem tempore videtur non omnino excusandus in hoc quod defectui, ut supponimus, debitæ licentiæ quoad libros prohibitos legendos, et propriæ infirmitati prudentius non consuluerit librum ipsum subjiciendo docti piique sacerdotis judicio. Resol. casuum pro Diœcesi Mediolan. 1862. 1034. Monita ad Ecclesiasticos: Importa assai che il Parroco promuova buone letture, e ciò non soltanto pel bene che per sè stesse producono, ma eziandio per impedire i danni gravissimi che derivano dalle cattive. Egli è un fatto che oggigiorno ciascuno vuol leggere, che la brama d'istruirsi è tanto generale ed estesa, che mai non fu pel passato.... Invece di deplorare inutilmente, e in tanta parte ingiustamente, l'ardore che v'ha nelle popolazioni di leggere molto ed istruirsi, sarebbe da attendere a generalizzare e facilitare le buone ed edificanti letture, dalle quali derivasse al popolo vera e santa istruzione, le quali (frattanto almeno in parte) farebbero cessare le cattive posciachè chi si dà a leggere buoni libri, i cattivi abbandona. » Frassinetti, Manuale pratico del Parroco novello, n. 305. Sacrorum librorum lectio, ut ait Kempis, docet ignaros, arguit otiosos, torpentes excitat, corrigit errantes, terret ridentes, consolatur lugentes, mitigat turbatos, confortat debiles, justificat pios, etc. V. Giovio, Il ma

nuale cristiano.

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Rem laudabilem agerent ecclesiastici, si libros suos propriæ Ecclesiæ in commodum Cleri relinquerent exemplo s. Prosperi episcopi. En particula ejus testamenti conditi anno 475: Ecclesiæ meæ do, lego omnes libros meos, præter Evangeliorum librum quem scripsit Hilarius, quondam pictaviensis sacerdos, quem tibi Eufronio fratri et consacer doti dilectissimo... do, lego, volo, statuo: memor esto mei. Amen. In quæ verba ait Amico cattol., vol. v, p. 89: I libri ed i manoscritti ecclesiastici sono una specie di eredità sacra che dovrebbero sempre essere lasciati ad ecclesiastici, come, per esempio, ai successori Parrochi per tempo, a' Seminari di chierici, ai Capitoli di Canonici; che gli eredi secolari d'ordinario non ne traggono profitto nè per l'anima, nè per la borsa. Che belle biblioteche ecclesiastiche in breve si metterebbero insieme esse non lascerebbero sentire molto la distruzione di tante preziose biblioteche dei frati. Ut tamen legatum sustineri queat, in foro etiam externo, ipsum curetur componi cum legibus civilibus loci. V. Dieulin, Il buon Pastore nel secolo XIX: t. 1: Biblioteca di un ecclesiastico.

1035. Monita ad omnes: si libri omnes perniciosi Jure tum divino tum ecclesiastico tum naturali sunt prorsus amandandi, id multo magis dicendum est de illis qui sunt contra fidem aut aliquod fidei dogma; qui neque a firmis in fide neque a licentiam habentibus ad curiositatem, ad solatium, ad nudam instructionem, vel alia ratione non omnino necessaria, legendi forent. Fides enim est fundamentum totius Religionis; ideo præstat, ut neque materialiter labefactetur, aut oculos nostros conspurcemus tot malorum blasphemiis, ac mente repetamus tot in fidem nostram contumelias. Qui indignatur de aliquo,. illud prorsus abjicit. Vi sono (ad rem in Opusc. Allocuzione d'un Parroco vicino a morte) fattorini con ottanta franchi al mese di stipen dio incaricati di diffondere e procurare la lettura di questi stampati. Sono bellissimi per caratteri e per forma, e (come il diavolo è ben servito !) detti fattorini percorrono con zelo non solo le città, ma eziandio i piccoli villaggi d'Italia. S'introducono persino nelle case de' privati; offrono tai libri a buon mercato ed anche gratuitamente sotto il nome di limosina spirituale. Alcuni di questi libri portano in fronte

un titolo specioso che spira pietà e zelo di religione; sicchè, amati parrocchiani, lungi dall'acquistare o ricevere gratis questi libercoli, mandateli al diavolo che sono opera sua. In tanta igitur pestilentissimorum librorum, ac diariorum multitudine nulla cautela satis: hinc merito Episcopi Provinciæ Taurinensis inter cetera hæc suis præscripserunt, 2 oct. 1852:

1. Nel dubbio che qualche libro o foglio possa essere o no proibito, dovranno i Nostri Diocesani astenersi dal leggerlo, ricorrendo intanto a Noi per le opportune direzioni, od almeno a' loro rispettivi Parrochi od a persone dotte e pie. E coloro che, avendo cognizione di queste Nostre prescrizioni, ricusassero di sottomettervisi, o voles. sero senza consultarsi leggere indistintamente libri e giornali sospetti, e mettersi in conseguenza in evidente pericolo di operare contro le leggi della Chiesa e di peccare gravemente, non saranno capaci d'assoluzione, fintantochè non cangeranno proposito.

2.o Dovendo gli ecclesiastici secolari e regolari, precedere i laici nell'esercizio d'ogni cristiana virtù ed in ispecie nell'obbedienza alle prescrizioni della Chiesa, come già loro ricordammo (Pastorale latina) dichiariamo, che sono essi obbligati a sottoporre qualunque loro produzione, sia in nome proprio che in nome altrui, alla preventiva revisione del proprio Ordinario, od almeno di quello del luogo, ove s'intende stampare la produzione stessa, e che operando altrimenti incorreranno nelle pene canoniche (Reg. x dell'Indice, ed il disposto del Concilio Lateranese). Hoc secundum urget etiam Conventus Episcoporum Provincia Vercellensis, Vercellis habitus 18 nov. 1849, § 1.

(L) Pag. 674.

1036. Causa primaria spei: docet Angelicus (2, 2, q. 17, a. 4) quod in solo Deo sperandum est, uti in primaria causa nostræ beatitudinis: quo sensu explicatur illud maledictus qui confidit in homine (Hier. xvii). Addit tamen licitum esse etiam in homine vel in alia creatura sperare tanquam in causa secundaria et instrumentali. Sic merito speramus in Sanctos; et etiam in merita nostra; hinc Tridentinum (sess vi, can. 26) damnavit qui dicunt justos non debere pro bonis operibus, quæ in Deo fuerunt facta, expectare et sperare æternam retributionem a Deo.

1037. Numerus electorum: plures tenent nonnisi paucos esse æternam salutem consecuturos; hoc probant ex Scriptura per ea verba: Multi sunt vocati, pauci vero electi (Matth. xix et xx). Contendite intrare per angustam portam, arcta via est quæ ducit ad vitam (Luc. XIII et Matth. vII). Omnes quidem currunt, sed unus accipit bravium (1, Corinth. 1x); et ita porro.

Verum testimonia objecta juxta alios non satis probant. Non 1) illud multi sunt vocati, pauci vero electi. Ut hoc testimonium aliquid evinceret, oporteret ostendere nomine electorum non venire, nisi qui salutem æternam consequuntur; atqui hoc incertum est. Prætermissis innumeris interpretationibus, unam proferimus celeberrimi Cornelii A-Lapide, qui dicit multos vocatos ad gratiam ordinariam relate ad observantiam legis divinæ; paucos electos ad gratiam extraordinariam relate ad observantiam consiliorum Evangelii: qua in re profert interpretes multos: et videtur textui conformius. 2) Non illud: Conten

dite intrare, arcta via est; nam unus post alium omnes et per angustam viam intrare possunt domum: Dall' essere la via stretta, non ne vien di conseguenza che vi passi il picciol numero. Le Termopoli non erano che un sentiero tortuoso ed aspro nelle montagne; e nondimeno lo sterminato esercito di Serse le valicò Lacordaire infra citandus. Non 3) illud: omnes quidem currunt, sed unus accipit bravium; audiatur s. Anselmus: Currunt ethnici, hæretici, reprobi, sed unus christianorum et electorum populus accipit bravium. Ergo si Apostolus intelligendus est de toto christianorum populo, ejus verba potius nobis favent, quam obsint. Et sane, si acciperetur literaliter de una tantum persona, concludendum, solam Beatam Virginem esse salvam tunc irrisorie Apostolus omnes ad cursum capessendum ibidem excitasset dicens: sic currite, ut comprehendatis.

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Ut tamen status quæstionis plenius dignoscatur, quatuor præcipuæ hypotheses hic conficiendæ sunt: -1) si quæstio est de omnibus omnino hominibus, qui sunt, fuerunt ac futuri sunt, est certum, multo plures damnari; quotenim sunt ethnici, judæi, mahumetani, hæretici, indifferentistæ, theista, peccatores! Quo sensu habemus illud Christi (Matth. xvII): arcta via est, quæ ducit ad vitam, et pauci sunt qui inveniunt eam; 2) si sermo est de omnibus christianis sive catholici sint sive non, et tam adultis quam pueris, vel etiam de solis catholicis, iterum tam adultis quam pueris: videtur certa sententia quæ docet multo plures salvari; nam exploratum est, adultos et infantes numero fere æquali e vita decedere. Unde infantibus baptizatis, qui salvantur, sunt addendi adulti qui in justitia moriuntur; 3) si quæritur de solis adultis christianis sive catholicis sive acatholicis, dicunt probabilius plures esse, qui damnantur; nam hæreticis, apostatis ac schismaticis, mali catholici adjugendi sunt; 4) tandem si quæstio est de solis adultis catholicis, duæ sententiæ. Prima docet ex adultis catholicis plures damnari, nam pauci servant tota vita innocentiam, paucique post peccatum agunt di gnam pœnitentiam; quæ autem fit in morte admodum dubia est: pro hac sententia non immerito citantur Gregorius M., Augustinus, Chrysostomus, etc. Sed aliis magis arridet sententia eximii Suarez, qui tenet multo plures salvari: hoc quippe Dei clementiæ, Christi meritorum, virtuti ac Sacramentorum efficacitati consentaneum est. Et congruit magis verbis Apocalypsis (c. vII); vidi turbam magnam, quam dinumerare nemo poterat. Et licet major pars adultorum sæpius mortaliter peccet, tamen sæpius resurgit; et in fine vitæ pauci sunt, qui per Sacramenta non præparentur ad mortem. — V. Scriptura sacra contra incredulos propugnata, par. ix, sess. 2a, in Apoc., c. 1, quæst. 10, auct. Veit, cujus Opera multum commendabat Pius VI. Bergier, Trattato della vera Religione, tract. x: item Dizionario; V. Eletti. Auctor libri, Quattro anni di esperienza ecc., c. 3. Segur, Risposte brevi e familiari alle objezioni più diffuse contro la Religione, § 19. Tesori di confidenza in Dio ecc.

Audiendus Lacordaire, Conferenza: Dei risultati del governo divino: Fra gli scrittori che onorarono la Chiesa nel secolo scorso, ve n'ha uno d'una riputazione modesta e grave al tempo istesso, il cui sapere non è alcuno che lo contrasti, e meno poi la sua ortodossía, e cosi dicendo vi ho nominato Bergier. Ora, trattando egli codesta questione, cosi si esprime: Uno spirito sodo e a sufficienza istrutto non si lascia scuotere da un'opinione problematica, sulla quale la Chiesa non ha per anco sentenziato, come è quella del grande e piccolo numero degli eletti. Dizionar. Teol. V. Eletti. E altrove, dopo esposto il disaccordo dei Padri della Chiesa e dei commentatori della Scrittura

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