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istruttiva e curiosa ricerca. Pieno di lodevole zelo fecesi pertanto a richiamare i medici alla pura e sobria osservazione della natura, ed a sperimento più diligente ed esatto, onde ottenersi dei vantaggiosi progressi nella vera scienza della salute.

Seduta ordinaria del 24 gennaio 1828. Il socio ordinario prof. Ferdinando Cosentini passò a far lettura di una sua memoria col titolo: Colpo d'occhio sulle piante dell' Etna, e necessità di un esatto catalogo delle stesse. Dopo aver dato una rapida descrizione delle tre regioni etnee, la piedemontana, la nemorosa e la discoperta, ed indicanti i principali monti, le valli e le pianure che vi si contengono, osservò come ricchissima d'innumerevoli ed interessanti piante sia principalmente la piedemontana, regione da lui spesse volte e con ogni diligenza percorsa per l'oggetto di compilare la tanto desiderata Flora Etnea, di cui promise fra breve il catalogo, presentando per ora alcuni cenni sopra le piante più rare.

Il socio onorario prof. dot. Giuseppe Pizzo lesse in seguito la descrizione di un feto bicefalo settimestre nato in Malta nella città la Valletta, scritta e rimessa dal socio corripondente dott. Luigi Gravagna, il quale dopo aver fatto brevemente parola della classificazione e della probabile origine de' mostri, passò a descrivere con esattezza quello di cui si tratta, avente due colli e due teste quasi perfettamente simili, unico tronco, alcuni degl'interni visceri raddoppiati, altri commisti, ed altri finalmente fuor di luogo.

Seduta ordinaria del 28 febbraio 1828. Il segretario sig. Carlo Gemellaro pronunziò una sua relazione di un feto umano anoftalmo. Nacque questo in Catania il 15 novembre 1827 e visse soli giorni sette, mancando interamente del bulbo degli occhi, dei nervi oftalmici, della sella turcica e dei talami dei nervi ottici. L'autore con dotto anatomico-fisiologico ragionamento si fece a dimostrare qual fosse in quel feto l'origine della mancanza del bulbo dell' occhio, che riconobbe nella deficienza del nervo ottico.

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Seduta ordinaria del 30 marzo 1828. Si fece lettura della memoria del socio corrispondente Giuseppe de Nasca da Troina : Sugli agenti della circolazione nelle ultime estremità arteriose e dello stato dei vasi nelle parti infiammate, con cui, dopo lungo ragionare, pretese conchiudere essere le infiammazioni or ad esaltato eccitamento dovute, e talora a relativa minoranza delle azioni vitali dei vasi.

Seduta ordinaria del 24 aprile 1828. Il socio ordinario dot. Carlo Gemellaro pronunziò una sua memoria sul confine marittimo dell' Etna, che con ogni accuratezza descrisse ed illustrò, accompagnando il suo lavoro con una carta geologica di tal confine, che fra l'Onobola ed il Simeto comprendesi.

SCIENZE MORALI.

Scuole di Reciproco insegnamento.

La Società per la diffusione del metodo di reciproco insegnamento ha tenuta in Firenze la sua annuale adunanza il dì 4 marzo

corrente.

Il Sopraintendente alle scuole vi lesse il suo rapporto sullo stato delle scuole di Firenze, tanto sotto l'aspetto dell' istruzione, quanto sotto quello della disciplina e dell'educazione morale. Le scuole di Firenze sono in una prospera situazione : il numero degli scolari nuovamente ammessi è più del doppio di quello degli usciti; la frequenza è più costante, e il buon ordine meglio osservato. Il Sopraintendente si è con ragione compiaciuto di poter onorevolmente citare tre alunni dai 10 ai 12 anni, che hanno del proprio rivestito uno scolare nuovamente ammesso e miserabile. Questi tratti spontanei di compassione e di generosità rendono pur cara e stimabile la gioventù!

La Società ha eletti ora i suoi nuovi officiali. Presidente della medesima è stato nominato il sig. avv. Leopoldo Pelli-Fabbroni, Vice-presidenti il sig. cav. Pr. Amerigo degli Albizzi ed il sig. duca di Casigliano, Tesoriere il sig. march. cav. Giuseppe Pucci.

Nella suddetta adunanza dei 4 corr. fu stabilita l'apertura della nuova scuola, o sia il trasporto della scuola di S. Chiara in un nuovo e bellissimo locale posto in Via della Nunziatina. Questa solenne apertura ebbe realmente luogo nella mattina del dì 12 marzo; e la funzione riuscì oltre modo commovente. Non solamente v'intervennero il sig. Gonfaloniere di Firenze e molte altre distinte persone, ma ben anco Monsign. Arcivescovo di Firenze. Questo rispettabile Prelato, apprezzando lo zelo di tutti coloro che cooperano alla religiosa e civile educazione della gioventù, celebrò la Messa nella cappella annessa alla nuova scuola, entrò in questa, ammise intorno a sè tutti quei buoni fanciulli, volle essere testimonio delle loro pratiche e della loro di

sciplina, ascoltò i loro canti, e con un tuono di paterna bontà rivolse loro una amorevole esortazione. Quella religiosa funzione in mezzo a un popolo innocente, quel Prelato venerabile attorniato da'fanciulli, e che per dar loro l'esempio dell'ordine si sottometteva quasi alle forme della loro disciplina, i capi di quelle schiere infantili (fanciulli essi medesimi) che intimano silenzio perchè il primo Pastore sia udito, e tutta la scuola che si compone, tace ed ascolta; quelle parole piene d'unzione uscite da una bocca così autorevole, e dettate da quella sapienza che ama di rivelarsi ai piccoli; un inno sacro cantato con bell' accordo da un coro di voci così toccanti; tutta questa riunione di quel che ha di più commovente la Religione, e di più ingenuo una festa di famiglia, era uno spettacolo così solenne e sì caro che difficilmente si potevano rattenere le lagrime. La memoria di quella giornata non si scancellerà così presto dall' animo di tutti gli astanti, e soprattutto dei membri della Società; e varrà pel cuore di que' giovanetti, quanto la più efficace lezione di virtù.

L'esempio delle scuole della capitale fruttifica nelle provincie. Fra le scuole di reciproco insegnamento aperte qua e là per lo Stato era degna di lode una stabilita in Scansano nell' Aprile 1827, per le cure e sotto la vigilanza del benemerito signor Pietro Valle. I prosperi successi di questa scuola hanno eccitato ad adottare il medesimo metodo in una scuola di fanciulle eretta nel passato secolo da privata beneficenza, e aiutata da' soccorsi della comunità. Le maestre di questa scuola iniziate dal signor Valle al nuovo modo d'insegnamento, hanno in men di 3 mesi fatto mutar faccia a quello stabilimento, dove ora accorrono N.o 112 fanciulle, con quella spontanea e costante premura che annunzia il piacere preso dalla gioventù ad un ammaestramento non fastidioso, e il coraggio ispiratole da' suoi rapidi progressi. Il magistrato di quella terra mosso da questi fatti luminosi ha risoluto di ridurre a scuola di reciproco insegnamento la scuola comunale, eleggendo una deputazione che la sorvegli; e il sig. Valle, rinunziando alla ben legittima compiacenza di fondatore d'una scuola distinta, ha con bell'esempio risoluto di riunire la sua alla scuola della comunità, per ben indirizzarla e sostenerla con allievi già addestrati e capaci di guidar gli altri.

Ecco cosa può e nella capitale e nella provincia lo zelo dei privati, quando lo spirito d'associazione li riunisce, e un coraggio disinteressato gli sprona.

X.

Cassa di risparmio.

I lettori dell' Antologia, i quali hanno sicuramente applaudito al voto espresso dai sigg. Compilatori del Giornale agrario toscano, in una lettera inserita nell' Antologia, (vol. xxxii. A. p. 149) intorno allo stabilimento d' una Cassa di risparmio, ranno ben lieti di sapere, che di questa salutare istituzione godrà quanto prima la Toscana. Una privata società si è formata a questo fine col beneplacito del governo; e siamo assicurati, che saranno al più presto rese note al pubblico le disposizioni da lei prese per fondare in Firenze una Cassa di risparmio, che potrà avere delle diramazioni nei principali luoghi di provincia. Tutti i buoni gioirauno al pensiero dei salutevoli effetti che è per produrre in Toscana questa saggia e benefica istituzione, che ha tanto influito sul ben essere e sulla morale del popolo dovunque essa ha preso radice.

Scuola di geometria e meccanica pei manifattori.

Lettera al Direttore dell' Antologia.

X.

Sapendo quanto interesse Ella prenda a tutto ciò che può contribuire all'utile ed al decoro di questa nostra città, credo che non le riuscirà sgradevole il sapere che il sig. march. Luigi Tempi, fondatore della scuola di geometria e meccanica per i manifattori, ha in quest'anno voluto anche corredarla di modelli di solidi e di macchine, onde rendere più facile l' intelligenza del corso. Questo sussidio mancava alle lezioni date in passato; ed altro non si è richiesto per indurre quel benemerito signore ad accordarlo, se non che il fargli sentire l'utilità della quale poteva essere all'intelligenza poco esercitata delle persone, cui quest'insegnamento è destinato. Possessori adesso di una serie di N.o 24 modelli atti a dimostrare praticamente non tanto le geometriche proprietà dei corpi, quanto li effetti prodotti dagli organi elementari, dei quali sono composte le macchine, poco altro può restare a desiderarsi, perchè la nostra scuola si trovi collocata al pari delle migliori altrove stabilite.

A me non mancherà sicuramente lo zelo per corrispondere possibilmente con le mie forze alle filantropiche vedute del fondatore; e la buona volontà e l'assiduità, e direi quasi l'ardore

con cui non pochi dei nostri artefici hanno frequentata la scuola, non può che essere notabilmente incoraggito da questo nuovo e generoso incitamento.

Non tanto adunque per sodisfare ad un obbligo della mia gratitudine verso il sig. marchese, quanto per l'ultimo scopo, io le sarò obbligatissimo, se Ella vorrà pubblicare questa mia lettera nel suo eccellente giornale.

ANTONIO CIOCI.

NECROLOGIA.

Co. Giacomo Filiasi.

Jl dì 17 di febbraio, cessò di vivere all' età d'oltre ottant'anni il co. Giacomo Filiasi, nato in Venezia ; educato alle lettere dall' ab. Bordoni, e dall' ab. Canossa di Lucca. Amico del dotto Boni, agostiniano, egli fece nella prima gioventù degna prova di sua dottrina nel! Saggio sui Veneti Primi, opera lodata molto dal cav. Tiraboschi. Nel 1796, pubblicò in otto volumi le memorie storiche sui Veneti primi e secondi, che poi ricorrette e arricchite si ripubblicarono in Padova: dotto lavoro, commendato e citato dagli stranieri, e che del nome del co. Filiasi fece un nome italiano.

Altre opere scrisse di vario argomento: una memoria sulle procelle che annualmente infestano le spiagge Venete; una dissertazione sulle presenti vicende dell'atmosfera in Venezia, e ne' paesi vicini; un opuscolo sull'introduzione di varie piante esotiche nelle venete provincie; Ricerche storico-critiche sull' opportunità delle lagune venete per il commercio, ove tratta della grandezza. antica del commercio veneziano; Riflessioni sulle lagune e sui fiumi; Memoria sul celebre e prospero riuscimento del moro papirifero e del Rufoec nel Mantovano; altra sulla coltivazione delle Mantovane colline; altra sulla coltivazione dell'alto Mantovano ; una dissertazione sulle vie romane che passavano per il territorio di Mantova; altra sul diluvio universale; altra ancora sulle forme rotonde; con molti articoli di giornale.

Erudito modesto, letterato pacifico, cristiano di cuore, egli ne fu premiato dalla stima e dall'affetto dei suoi concittadini e degli esteri. Il governo veneto, il francese, l'austriaco gli a ffidarono uffici onorevolissimi. Fu associato ai ch. Cicognara e Die

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