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S. E., fu visto sulla costa meridionale dell'isola, una piroga, arrenata ne' bassi fondi; tra' quali si sfasciò, e sparve, senza che poi se ne potesse raccogliere avanzo. Trenta soli di que’che v'eran sopra, poterono entrare in una lancia, e approdarono all'isola. Il dì seguente, i selvaggi scorsero un altra piroga simile, arrenata di faccia a Paiu; ma trovandosi sotto vento, ell' era men tormentata dal vento e dal mare; e oltr'a ciò posata sopra un fondo meno ineguale di quindici o diciotto piedi soltanto, rimase lungamente intatta. Tutti quelli che v'eran sopra, smontarono a Paiu; e unitisi con que' dell' altro bastimento, si diedero tosto a formare una piccola barca degli avanzi di quella che non era affondata. Questi Mara (così chiamavan essi i francesi furon sempre rispettati dagli abitanti; i quali non s'accostavano senza baciar loro la mano: cerimonia che usarono spesso anche con gli uffiziali dell'Astrolabio. Ciò nondimeno v'ebbe delle risse frequenti; e in una, gli abitanti perdettero cinque persone, delle quali tre eran de' capi; ei francesi, due. Finalmente dopo sei, sette mesi di lavoro, fu compiuto d' allestire il bastimento; e gli stranieri partirono tutti, secondo l'opinione de' più. Altri affermava esserne rimasti due; ma che non vivessero lungamente. Codesto pare indubitato; e tutti s'accordano in attestare che nè a VanikoTo, nè nell' isole Urry, ed Edgiasmeta (che in lor lingua chiamano Tupua) e nè anche a Santa Croce (Intendi), nè in veruna insomma delle isole vicine, riman francese veruno. A Santa-Croce, v'è un bianco ; ma che apparteneva ad un de'bastimenti destinati alla pesca della balena.

Quanto alla direzione presa da' naufraghi, usciti di Vanikoro, il sig. D' Urville crede che si sian potuti rivolgere verso la Nuova Olanda, per poi dalla parte Settentrionale della Nuova Guinea guadagnar le Molucche o le Filippine ; e che forse sulla costa occidentale dell' isola Salomon, si potrebbe scoprire lor tracce, giacchè e' non aveva mezzi da arrischiarsi a passare lo stretto di Torres.

Il sig. d'Urville aveva ordine di piegare da quella banda : sennonchè la malattia di più di quaranta marinai, il trovarsi due soli dello stato maggiore in istato di prestarsi al comando, la febbre del comandante istesso, i venti fierissimi che vietavano di volgere a Guam, per a ponente, forzarono il sig. d'Urville a tornare dar riposo alla ciurma e riavere gl'infermi, il cui numero andava ogni giorno crescendo. Tentate adunque di nuovo, ma indarno, le indagini dell' isola Taumako, l' Astrolabio partì; il dì 26 di marzo, per ravvicinarsi alle Marianne; nel qual corso, non esente

da difficoltà, fu riconosciuta quella parte delle Caroline che non era stata potuta visitare dal sig. Duperrey. Finalmente, il dì due di maggio, la corvetta diè fondo in faccia al porto di Umata, all' isola Guam.

Il signor d'Urville scrisse tosto al governatore annunziandogli l'arrivo, e chiedendo di potere sbarcare in luogo conveniente gli ammalati, e di provvedersi del necessario. Il dì seguenil te, venne la risposta del governatore, Don Iose Medinilla, quale offriva gentilmente il suo proprio palazzo all'uso del sig. d'Urville e de'suoi uffiziali: e agli altri ammalati assegnava l'antico convento, luogo comodissimo all' uopo. Ordini precisi furon dati rispetto alle provvigioni; molte ne furono offerte gratuitamente. Il dì 3, la scialuppa sbarcò gli ammalati in numero di quarantuno; tra questi sei uffiziali: e tutti furono umanissimamente assistiti.

Pur questa posa non fu salutare quanto si sperava dapprima. Pochi si riebbero: Hambitton, un degl'Inglesi imbarcati a Tikopia, ch'avea molto giovato come interprete e mediatore presso gli abitanti di Vanikoro, a Umata mori.

Il di trenta partì di Guam il sig. d'Urville; e in questa lunga dimora non cessarono mai le cure dell'ottimo governatore delle Marianne le vivande fresche alla generosità di lui dovute, fecero in mare per quindici giorni.

La corvetta si diresse a varie isole, che furono riconosciute. E mentrechè la salute de' marinai veniva di dì in dì migliorando, ecco alla febbre succedere la dissenteria, che rapì due perGressier e Guilbert. sone; attaccò tre uffiziali, i sigg. Lottin, Si dovette pensare a un'altra fermata e si scelse Cayali, il sig. d'Urville fu accolto mercè le lettere di raccomandazione che seco portava. Il riposo giovò il sei di luglio, la corvetta salpò verso Amboine, e arrivò il dieci.

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Il comandante voleva partirsene verso l'isola di Francia; ma le offerte del governatore, il sig. Merkus, che partiva per Batavia, lo impegnarono ad accompagnarvelo. Il diciotto, si lasciò la rada d'Amboine; il 27 si fu alla rada di Marado, in faccia alla fortezza d'Amsterdam; dove il sig. Merkus si fermò col sig. d'Urville, si fecero delle indagini dentro terra, e se ne riportò varie ricchezze di storia naturale. La sera infine del dì 24 agosto, pervennero a Batavia, dove il sig. d'Urville ebbe onorevole e bella accoglienza.

Il dì 24 settembre arrivò l' Astrolabio all'isole Maurice; e dop o il necessario riposo, tornerà quindi a Tolone.

Spedizione scientifica in Grecia.

Quella nazione che più d'ogni altra fra le moderne, sembra, e per finezza d' ingegno, e per agilità di sentimento, e per impeto di risoluzione, somigliare alla greca; quella che tanta parte ha già presa nelle sventure e nelle speranze di codesto popolo singolare, pensa oggi a rendere alla greca gloria un nuovo tributo, che non saprei dire a qual de' due popoli debba tornare più onorevole e caro. Un paese sì celebrato, e nella sua barbarie medesima si prediletto da chiunque vivesse non al tutto digiuno di lettere, innanzi al viaggio dello Choiseul, potea dirsi sconosciuto poco men dell' Egitto. Tanti monumenti d'ogni genere, de'quali son preziosi anche i pochi miserabili avanzi ; tante singolarità di natura e d'arte, necessarie, non ch' utili, ad intendere e la storia antica della nazione, e le opere di que'sommi che tutti ammiriamo, giacean mute, oscure, senza interprete, senza osservatore, misera preda all' impeto distruttore della barbarie e del tempo. Noi ammiravamo la Grecia senza conoscerla, quanto ancor si poteva, quant'era dovere ; l'ammiravamo di quella sterile ammirazione rettorica ch'è quasi un insulto. La Francia che ha mostrato con l'opera d' amare la Grecia; vuole oggi mostrar anco di saperla degnamente ammirare. Ella v'invia un archeologo, un naturalista, un architetto, a leggere quelle iscrizioni che restano, a interpretarvi quelle sparse reliquie che dopo venti secoli di silenzio parlano ancora alla posterità il più eloquente di tutt'i linguaggi; a consegnare a più durabil materia il disegno almeno di quelle ruine più belle di quanto mai può vantare la più perfetta arte e più splendida di tutti i secoli e di tutte le genti. Di que' tesori che alla invasa Italia strappava dal seno la forza soverchiatrice d'un vincitore superbo, la Francia poteva forse, piuttostochè andar superba, arrossire; ma questa che ora per lei si prepara, è la più bella, la più legittima delle conquiste. Dopo venti e più secoli, cosa singolare!, noi conosceremo la Grecia, in alcune parti meglio forse che non la conoscessero i suoi superbi conquistatori, i romani : e alla gloria delle nuove scoperte sarà necessariamente associato il nome di quel Ministro, che col consiglio suo le ha promosse ; del quale ci piace recar qui tradotta la lettera, testè diretta all'accademia delle scienze.

"Il soggiorno delle truppe francesi in Morea offre la più

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favorevole occasione che siasi mai presentata alla scienza di ,, dedicarsi con tutta sicurezza allo studio di quella celebre contrada. Il re, il quale protegge in Grecia la causa della re,, ligione e della umanità, ha sentito che dopo avere adempiuto ,, questo primo dovere d'una politica generale, ve n'era un altro che un nipote di Luigi XIV non poteva trascurare. Se la gloria delle armi non ha cessato d'illustrare la Francia, ,, quella che danno le scienze e le arti vi si unì sempre, ed i francesi non possono cuoprire coi loro battaglioni l'antico Pe,, loponneso senza esplorare questa terra istorica, ed interrogare le memorie che ella conserva.

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"Per giugnere a questo scopo, io desidero che l'accademia ,, delle scienze destini due dei suoi membri, i quali unitamente ,, a quelli che l'accademia delle iscrizioni e belle lettere, e l'al,, tra delle belle arti sceglieranno nel loro seno, formeranno una ,, commissione incaricata di presentarmi più prontamente che sia ,, possibile un archeologo, un naturalista, ed un architetto, i ,, quali dovranno portarsi in Morea con un piccol numero di collaboratori, ed avranno l'incarico di far tutte le ricerche necessarie per completare le nostre cognizioni sull'antica to,,pografia del paese, sulle rovine e sui monumenti d'arte che esso racchiude ancora, e di fare eseguire li scavi che saranno » utili a quest' effetto.

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"Io vedrò con piacere che le tre accademie si trovino d'accordo per stendere le istruzioni che giudicheranno utile di dare ai nostri viaggiatori, i quali troveranno presso l' armata francese la protezione ed i soccorsi d'ogni specie di cui avranno ,, bisogno per adempiere la loro importante missione.

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L'accademia delle scienze ha incaricato i sigg. Cuvier e Geoffroy S. Hilaire di proporre i soggetti e stendere le istruzioni domandate dal ministro.

SOCIETÀ SCIENTIFICHE.

I. e R. Accademia de' Georgofili.

X.

Adunanza ordinaria del primo febbraio. — La seduta fu aperta e preseduta dal Vice Presidente sig. march. Cosimo Ridolfi. Dopo la lettura ed approvazione dell' Atto dell' antecedente adunanza il segretario delle corrispondenze annunziò i seguenti doni. Il cav. Giovacchino Lalewel di Varsavia nell'atto di ringraziare l'Accademia del ricevuto diploma di socio corrispondente

le ha fatto pervenire tre opuscoli di argomento storico e geografico da esso lui pubblicati in lingua pollacca. I compilatori degli Annali di tecnologia e di statistica che si pubblicano a Milano hanno inviato i fascicoli per l'ottobre, novembre e dicembre del primo, e i numeri pel novembre e dicembre del secondo giornale; il sig. Flaming ha diretto da Londra i primi otto volumi di un opera periodica di cui egli è compilatore e che ha per titolo: Magazzino brittannico dei proprietari, specialmente applicabile alle cose agrarie, ed il sig. dott. Agatino Longo da Catania ha fatto pervenire due Prolusioni accademiche.

Si procedè quindi alla lettura delle memorie di turno, una sola delle quali fu detta dall' accademico dott. Cosimo Vanni. Verteva essa suli'origine e qualità dei livelli toscani, quali egli divise in tre specie: 1. in livelli di antica origine, vigenti secondo il diritto giustinianeo e secondo il diritto consuetudinario, 2.a in livelli antichi modificati dalle leggi di amortizzazione, 3.a in livelli modificati da nuovi Regolamenti. La qual memoria ricca per saggia erudizione lasciò nell'udienza viva ansietà di sentire quale particolare influenza ciascuna delle tre divisate specie di livelli ha avuto ed ha attualmente sull'agricoltura e sulla pubblica economia della Toscana.

Lesse in seguito il sig. dott. Ferdinando Tartíni-Salvatici un rapporto, destinato a render conto di una memoria MS. stata precedentemente indiritta all' Accademia dal sig. cav. Paolo Barlotta professore di filosofia a Trapani, e che aveva per titolo: Dei motivi per cui deve incoraggirsi l'industria manifatturiera.

Finalmente l'accademico dott. Carlo Passerini adempiendo ad altra Commissione speciale per cui fu incaricato di esaminare le specie d'insetti aderenti ad alcuni ramoscelli d'ulivo, insetti che nell'anno ultimo decorso danneggiarono gli uliveti del Pietrasantino, lesse il suo rapporto, col quale non solo egli procurò di soddisfare all' addossatogli incarico, ma eziandio indicò i rimedi più plausibili ad oggetto di prevenire il danno in caso di recidiva.

Dopo di che il vice presidente avendo osservato che gli otto volumi del Magazzino britannico presentati in questa suddetta adunanza racchiudevano art coli di molta importanza per la scienza agronomica, propose e nominò il sig. prof. Gioacchino Taddei in relatore di quelli vertenti sugl' ingrassi.

Dopo ciò l'Adunanza fu sciolta.

T. XXXIII. Febbraio.

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E. R.

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