Obrazy na stronie
PDF
ePub

nella verità della storia che abbiamo degli antichi popoli Italiani, giacchè dalla comunanza del culto fra i Greci e gl' Italiani ne possiamo dedurre i legami di parentela. Il nostro A. al capo vigesimosecondo della sua prima parte di storia (1) che segna col titolo di Religione, pretende darci il calendario dei Numi nazionali d'Italia, fra i quali tengono il primo posto Saturno, Giano, Fauno. Ma chi non sa che Saturno fu Re di Creta, padre di Giove e da questo perseguitato e costretto a refugiarsi in Italia (2)? Anche Giano secondo quel che ne abbiamo da alcuni antichi scrittori (3) fu nativo di Tessaglia, o secondo altri (4), nato da Greusa figlia d'Eretteo Re d'Atene. E il Fauno d' Italia non è forse lo stesso che l'Arcadico Pan de' Greci (5) introdotto in venerazione in Italia fin dai tempi d' Evandro? Si conceda al nostro A. che molti paesi dell'antica Italia avessero Numi nazionali, ma per esser questi secondarj, e come egli dice, domestici e loca- li non alteravano il sistema totale della mitologia in Italia, che fu Greca e non nazionale : L' Heyne (6) e varj altri eruditi tennero in altri tempi l'opinione del nostro A. accordando agl'Italiani, e specialmente agli Etruschi una mitologia tutta propria, e nazionale, ma dopo che il nostro Lanzi ebbe pubblicata la sua grand' opera del Saggio di lingua Etrusca, l' Heyne

(1) Tom. II. pag. 33.

(2) Natal. Comit. L. II. c. I.

(3) Plutarc. Quaest. Rom. p. 269.

(4) Victor, O. G. R. 2.

(5) V. Horat. Od. I. 17. Ovid. Fast. II. 280. ec.......... (6) Excurs. V. ad Aeneid. VII.

stesso, questo gran Genio d' erudizione e di scienze non ebbe difficoltà di abbandonare la propria opinione, stimando che da quella del Lanzi incominciavasi a sviluppare qualche lume sulla storia degli antichi Etruschi (1). Anche il Visconti ci avverte che ogni altra via che si tenga fuori di quella aperta dal Lanzi non ci conduce alla cognizione del vero (2). Oltre di che sei dotti Eckhel, Barthelemy, Tiraboschi, Carli, Fabbroni, Borgia, Morelli, Rossi, Marini, e tanti altri di sommo merito (3) han fatto eco nei loro scritti al plauso accordato dai due primi sopra indicati al sistema tenuto dal nostro Lanzi, che più si tarda a seguirlo ancor noi, rigettando ogni altro sistema men persuadente o mancante affatto di prove, come è questo del notro A.?

TESTO Tav. XLVI. Edipo accecato dai servi di Lajo. Vedi su questo soggetto lo scoliaste d' Euripide (Schol. Eurip. Phoen. 61. ) Esiste nel museo Imperiale di Firenze.

OSSERV. 135. Il Gori (4) avea già pubblicata quest' urna, e spiegata per la morte di Polimne

(1) Nunc enim tandem aliquando nos videre aliquid in antiquitate etrusca censeo ec. In una lettera ms. dell' Heyne all' Ab. Lanzi del 30. Gennajo 1792 e riportata in parte nella Difesa del Sagg10 di L. Etr.

(2) Egli (Lanzi) è stato il primo a segnare il vero cammino per giungere a qualche possibile intelligenza delle cose Toscaniche, Visconti Mus. P Clem. T. VI. p. 83.

(3) Nella difesa del saggio al S. XXI. si trova registrato il giudizio che questi letterati han davo di quell' opera.

(4) Mus. Etrus. Tom. I. Tab. CXLII.

store dopo essergli stati cavati gli occhi. Sone tre anni compiti che il Ch. Ab. Zannoni Antiquario Imperiale leggendo Euripide ed il suo Scoliaste trovò che il fatto di Edipo acciecato dai servi di Lajo era il vero soggetto di quell' urna, e uon già Polimnestore: sù di che composta una erudita Dissertazione la lesse all' Accademia Colombaria, e la citò quindi nella Raccolta d'Opuscoli scientifici e letterarj al Tom. 7. pag. 89. che si stampa in Firenze. Si noti che il nostro A. non ha mai citato d' onde ha tratto le notizie con le quali ha spiegate le urne, mentre spiegando questa cita Euripide; eppure non sempre ha dimostrato di aver pratica di quell'autore, altrimenti non avrebbe dubitato del soggetto d' Ippolito, nè avrebbe presa per sentinella Mina Antigone 'affacciata alle mura di Tebe (1), nè preso per simil soggetto la morte dell' Auriga d' Anfiarao (2).

TESTO Tom. II. pag. 177. Belle proporzioni dei corpi, nudo segnato con verità mosse naturali, buoni panneggiamenti, e perfino una certa premura dell'ideale, che in più monumenti s' osserva, mostrano ad evidenza quanto l'Italia valesse allora in belle arti (1]. Vedi i Monumenti Tav. XXX. XLVI. XLVII. XLVIII.

OSSERV. 176. E indubitabile che introdotte le arti Greche in Italia, sì bella emulazione facesse germogliare in Etruria un nuovo stile, in cui gli artefici compariscono in certo modo emuli ai Greci, come scrive l' A. alla pag. 176. del Tom. II, e

(1) V. Eurip. Phoenis. Act. I. Scen. II. V. anche l' osser. 97.

(2) V. 1' osserv. 103.

[ocr errors]

per conseguenza quella scuola dovea dar buone proporzioni ai corpi, segnare il nudo con verità, muovere con naturalezza e panneggiar bene. Non è però accordabile all' A. che l'urna della quale ora si ragiona ne sia un esempio, poichè nudo quì non comparisce che nelle braccia e nelle gambe, le proporzioni alterate dal disegnatore per migliorarle sono nell' originale tozze e pesanti, triti i panneggiamenti, e le mosse alquanto forzate ed espresse con qualche durezza. Buona è la composizione dell' insieme e vi è dell' espressione adattata molto al soggetto, il che può farci credere che il b. r. sia una mediocre copia di un buon originale.

TESTO Tav. XLVII. Urna in alabastro molto guasta. Oreste in atto di uccidere Clitemnestra, e l'espiazione di Oreste e Pilade : sono inseguiti dalle Furie, una delle quali tiene un martello nella destra; e l'altra una face; la terza è figurata da un serpente: sotto di esse sta scritto Carun. Esiste nel museo pubblico di Volterra . Vedi Tom. II. pag. 177.

OSSERV. 137. Le lettere che si vedono nel contorno di quest' urna indicano il soggetto che essa contiene. Esse furono interpetrate dall' Ab. Lanzi dopo che il Museo di Volterra fece sì bell' acquisto, tantochè non si dee dubitare che il nostro A. nel riportarne la spiegazione si sia ingannato. Non so peraltro s'egli sia esatto nel chiamar Furia quella figura larvata che tiene il martello nella destra, perchè in tutte le urne ove questa stessa figura è ripetuta intiera si vede sempre con forme virili.

TESTO Tom. II. pag. 177. Belle proporzioni ec. v. il testo dell'osserv. 136.

OSSERV. 138. Questa scultura è richiamata in ,sussidio del testo insieme con la precedente per provare uno stesso stile. Eppure lo stile dell' una è sì diverso da quello dell' altra, che se una si giudicasse del principio di quella scuola, l' altra dovria tenersi per opera della sua decadenza. Quai lumi dunque daranno alla storia delle arti le dottrine e le osservazioni del nostro A.? quale i monumenti che ne adduce per prova? Si noti che ove nell'originale il carattere dei nudi è semplicissimo ed appena sentito nei soli muscoli principali con dolci passaggi, quì nel disegno inciso è robusto e notomizzato, quasi che fosse segnato nella scuola di Michel Angiolo. Come dunque si posson far paragoni fra bassorilievo e bassorilievo, fra metodo e metodo se tutto sente la maniera soltanto e la bravura di chi ne ha fatti i disegni? Termino questa mia osserv. coll' avvertire che l' A. trascurò di descrivere la figura che sovrasta all' altra quasi sdrajata in terra, la quale è Pilade nell'atto di uccidere Egisto: omissione ch' ei non dovea fare qualora non si fosse lasciato guidare all' interpetrazione del monumento dalle sole parole Etrusche ivi scritte, e già interpetrate dal Lanzi, il quale non rammentò Egisto perchè non vide la scultura, ma soltanto lesse le trascrittegli parole (1).

TESTO Tav. XLVIII. Oreste in Delfi, rifug gito su l'ara del Pizio. Urna in alabastro di

(1) Avverto che se alcuno s' impegnasse a leggere l'iscrizione data dall' A: della parte laterale dell' urna, non potrà farlo con esattezza perché essa non è fedele.

« PoprzedniaDalej »