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dell' oltraggio fattogli da Ulisse, poichè le Furie sogliono esser ministre di vendetta. Infatti come si può supporre che vi sia bisogno d'un Genio per liberare Ulisse da una sassata d'un cieco? all'incontro per solo prodigio d'un Genio quel cieco poteva colpire l'illuminato scagliandogli una pietra.

TESTO Tom. II. pag. 173. Dai monumenti figurati a Greca mitologia, in cui vedonsi modificati alcuni fatti riferiti dai poeti, (1] Tali per esempio sono il destino d' Ettore e d' Achille pesato non dal Giove Omerico, ma da Mercurio: Polifemo con due occhi: le Sirene in forma di vaghe giovani riccamente vestite ec. Vedi i Monumenti, Tav. XLV. Vinck. Mon. ined. 133. Gori, Mus. Etr. Tom. I, Tav. 147) trasse l'istorico delle arti ragion di credere, che gli artefici in scolpire quelle favole fossero diretti dalla tradizione orale, se meglio non seguirono a bel diletto autorità diverse dalla narrazione di Omero.

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OSSERV. 131. Gli Etruschi artefici non ebbero bisogno d'esser diretti dalla tradizione orale per rappresentare ciò che vediamo nei loro monumenti figurati a Greca mitologia, giacchè quanto ivi hanno espresso quasi tutto si trova negli antichi scrittori..I tre esempj addotti dal nostro A. lungi dal provare la modificazione dei fatti o la tradizione orale, prova anzi che gli Etruschi han seguita la vera dottrina degli antichi. L'equivoco di tali congetture consiste nell' avere il nostro Autore supposto ch' essi avesser tolto da uno scrittore ciò che in sostanza avean tolto da un altro; come pure dal non avere il nostro A. piena cognizione dei monumenti che cita

in esempio. In prova di ciò avverto che osserva il dotto Lanzi (1), che Mercurio pesa i destini non già d'Ettore e d'Achille, come fa Giove presso Omero (2), ma d'Achille e di Memnone, come leggevasi in una tragedia d' Eschilo, di cui oggi non rimangono se non frammenti, che posson leggersi presso Pavv. L'artista Etrusco trasse rettamente da Eschilo il suo soggetto senza modificarlo. Errò Winckelmann (3) nel credere tolto da Omero ciò che era tolto da Eschilo; ma con errore peggior del primo il nostro A. riproduce lo sbaglio di Winckelmann, e tace la correzione del Lanzi. Anche Polifemo è figurato con due occhi dallo scultore Etrusco, non già per modificare la descrizione che ce ne fa Omero, ma per seguire la storia che ce ne ha lasciata Tucidide parlando dei Ciclopi, ei lumi che ce ne dà Servio (4) mentre si occupa a separarne il favoloso dal vero. Ma chi ha letta la dotta Dissertazione del Giorgi sull'urna riportata quì dal nostro Autore, ove con plausibile erudizione dichiara in particolar modo quest' articolo, non può certamente

(1) Vasi antichi dip. Dissert. I. pag. 72. (2) Iliad. lib. XXII, v. 2c9.

(3) Il nostro A. nel citar Winckel. nella sua nota mi fa credere che parli dell' Achille riportato da esso alla Tav. 133. dei suoi Mon. ined.

(4) Multi Polyphemum dicunt unum habuisse oculum, alii duos, alii tres: sed totum fabulosum est. Nam hic vir prudentissimus fuit: et ob hoc oculum in capite habuisse dicitur idest iuxta cerebrum, quia prudentia plus videbat. Verum Ulisses eum prudentia superavit et ob hoc eum caecasse fingitur. Serv. in Virg. Aeneid. lib. III. v. 636.

seguir l'opinione del nostro A. Lo stesso Servio unitamente ad altri antichi scrittori (1) ci av verte che le Sirene son figurate in forma di vaghe giovani, perchè in realtà non furono che tre donne incantatrici con le loro seduzioni (2). Così Edipo sebben da Euripide sia descritto acciecarsi da se medesimo, pure nelle urne lo vediamo acciecato da' servi di Lajo, perchè dallo Scoliaste d'Euripide (3) come osserva il Ch. Zannoni siamo avvertiti esser questa la verità della storia.

TESTO Prosegue. Ma non ebbero forse gli Etruschi i loro eroi, ed una mitologia tutta propria e nazionale?

OSSERV. 132. Riproduco un passo dello stesso A. ove si contradice, per dimostrare che neppure egli stesso è persuaso di quanto espone in un luogo, giacchè lo revoca poi in un altro, sebben dello stesso volume.

TESTO Tom. II. pag. 41. Il sistema teologico. era in ogni parte lo stesso; ma ciascun popolo ebbe Numi domestici e locali, il cui culto ra ramente oltrepassava il termine de' proprj suoi benefizj.

OSSERV. 133. Ecco ciò che sembra più probabile: ecco ciò che il Lanzi (4) ha procurato di dimostrare con riflessioni, ragioni e dottrine da persuadere ognuno che fosse anche di parere

(1) V.Ovid. Metam. Lib. V. Euripid. in Helen. Act. V. v. 166. Heraclit. c. XIV. Auson. Eidyl. XI. v. 21. (2) Sirenes secundum fabulam parte virgines fuerunt, parte volucres..... Secundum veritatem meretrices fuerunt. Serv. in Virg. Aeneid. lib. V, v. 864. (3) Schol. Euripid. Phoen. v. 61.

(4) Saggio di L. Etr. Tom. II. Clas. I. § VIII.

che gli Etruschi abbiano avuta una mitologia tutta propria. Resta ora da sapersi a quale delle due opposte opinioni dovremo attenerci per seguire il nostro A. che sì cortesemente c'invita nelia prefazione della sua Opera (1); giacchè in siffatti bivii non vedo un corso sì libero come. ci esibisce nella strada ch' Egli ci ha aperta. Riprendo pertanto l'esame dell' articolo an

tecedente.

TESTO Tom. II. pag. 173. Bisogna non aver mai considerato i monumenti figurati di quella scuola (Etrusca), per poter dubitare della novità di molti tipi mitologici che vi s'incontrano, impossibili a spiegarsi col solo sussidio delle Greche favole. E su qual fondamento vorrebbesi asserire che un popolo, il quale tanto primeggiò nei secoli dell'allegoria, fosse privo di storie e favole sue proprie, atte a somministrare gli ornamenti dell'imitazione poetica e delle arti?

OSSERV. 134. Mira o cortese Lettore in quai labirinti vien condotto il nostro A. per la via ch'egli nuovamente s' è aperta : Egli s' è già smarrito, e costretto a confessare l'impossibilità di giunger per quella via a spiegare i tipi mitologici ne' quali s'incontra : ed avrai tu coraggio di seguirlo? Io ti richiamo a miglior sentiero, e più sicuro perchè già battuto con felice successo. La storia Patria, e le favole Greche ti deon

(2) Se con troppa fiducia ho deliberato entrare per una via non ancora da alcuno aperta non mi dovrebbe la difficoltà dell'impresa arrecar biasimo, qualora premio arrecarmi non possa.... Quei che vorranno seguirmi troveranno libero il corso_ec.. L'Italia avanti il dom. dei Romani. T. I. Pref.

trasformare in un novello Edipo: così supererai ogni Sfinge che tu incontri per questa via. Non vedi che il nostro A. traviato dalla vera Storia de' primi abitatori d'Italia, lontano dalle favole Greche si perde ad ogni enigma che gli vien proposto nella nuova sua strada? Se qualche rappresentanza degli antichi monumenti ci resta tuttavia impossibile a spiegarsi col solo sussidio delle Greche favole che abbiamo, si attribuisca allo smarrimento di gran parte di Autori antichi i quali trattaron quelle favole che non abbiamo, o sivvero ad imperizia di chi applica l'erudizione al monumento per ispiegarlo, e non già alla Mitologia e Storia Etrusca o a tradizione orale degli Etruschi; diversamente facendo si cade nelli stessi sbagli del nostro A. il quale prende per un Nume o Eroe Etrusco, ciò che per altri è Pelope che uccide Enomao; per una scena domestica Etrusca ciò che per altri è Anfiarao, che parte da Erifi le: come pure è per esso tradizione orale Etrusca o modificazione della favola d'Omero il de- » stino d' Ettore e d' Achille, pesato da Mercurio quando pei dotti non è che la rappresentanza di quello che intorno ad Achille, e Memuone ci rimane nei frammenti d' Eschilo. Ammettendo l'antica venuta di colonie Greche in Italia non possiamo rigettar dagli Etruschi la cognizione della Greca Mitologia; e vedendola rappresentata costantemente ne' monumenti anche i più antichi rimastici, non possiamo dubitare ch'essa non prevalesse ad ogni altra nelle nostre contrade; così meutre l'erudizione e la storia si prestano a spiegar gli antichi monumenti, i monumenti stessi ci erudiscono e ci confermano

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