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tentò di volare, ma poi cadde dall'alto, nella caduta si ferì in modo, che il sangue giunse sino al padiglione di Nerone.

2. Menandro, che uscì fuori nell'anno 73 di Gesù Cristo, fu pure Samaritano e discepolo di Simon Mago. Egli dicea che la Virtù Ignota l' avea mandato per la salute degli uomini, e che niuno potea salvarsi, se non veniva in nome di lui battezzato. Aggiungea che il suo battesimo era la vera risurrezione, in modo che i suoi discepoli sarebbero stati immortali anche in questo mondo (1). Aggiunge il cardinale Orsi che Menandro fu l' inventore degli Eoni, e che diceva aver Gesù Cristo solo in apparenza esercitate le azioni umane.

3. Cerinto successe a Menandro, ma nello stesso anno 73 sparse i suoi errori (2), dicendo per 1.o che il mondo non era stato creato da Dio per 2.0 che ancor la legge di Mosè era necessaria alla salute: per 3.0 che dopo la risurrezion generale vi sarebbe stato un regno terrestre di Gesù Cristo, e che in Gerusalemme gli uomini avrebbono godumille anni tutti i diletti della carne:

ti

per

(1) Fleury loc. cit. num. 42. Nat. Al. loc. cit.

art. 2.

(2) Nat. Al. tom. 5. cap. 11. art. 5. Fleury tom. 1. lib. 2. num. 42. Berti loc. cit. Orsi tom. 1. lib. 2. num. 43.

per 4.o finalmente dicea che Cristo non era Dio. Mori Cerinto, come porta il Bernino (1), nel modo seguente. Nell' entrare ch'ei fece ne' bagni, fu veduto dall' Apostolo S. Giovanni, il quale subito si partì, dicendo ai suoi compagni: partiamoci di qua, affinchè non ci cada sovra il bagno; ed in fatti cadde allora a terra l'edificio con uno improvviso tremuoto, e si trovò Cerinto ivi, per dir così, prima seppellito che morto. Dicea di più quest' empio che Gesù era puro uomo, nato come tutti gli altri. Aggiungeva poi che quando fu battezzato nel Giordano, discese Cristo, cioè una virtù in forma di colomba, o fosse uno Spirito mandato da Dio per riempirlo della sua cognizione, e comunicarla agli uomini; ma che dopo averne di quella istruiti gli altri, e dopo aver fatti miracoli, Cristo aveva abbandonato Gesù alle tenebre ed alla morte, e se n'era tornato ond' era venuto. Ecco a quali empietà e sciocchezze giunge un cervello stravolto e che ha disprezzato il lume della fede.

4. Ebione si vantava discepolo di S. Pietro, e non volea sentire il nome di S. Paolo. Egli dava il battesimo, e consacrava la

(1) Bernin. Istor. delle Eres. tom. 1. cap. 1. S. Iren. lib. 3. cap. 4. de S.

Eucaristia solamente coll' acqua nel calice,

l'altra ma adoperava poi il pane azimo per specie. Dice Eusebio che ciò faceva ogni domenica. Il Battesimo poi che davano gli Ebioniti dice S. Girolamo che non era riprovato da' cattolici. Ebione volea che la legge Mosaica dovesse unirsi alla fede cristiana. Del nuovo Testamento ammettea solo il Vangelo di S. Matteo, ma mutilato di due capitoli e corretto in più luoghi. Gli autori antichi portano che S. Giovanni scrisse il suo Vangelo, per opporlo agli errori di Ebione. L'empio inoltre bestemmiava che Gesù Cristo era nato da Giuseppe e da Maria, come nascono tutti gli altri uomini, e che era puro uomo; ma che, avendo poi fatto acquisto di virtù, venne eletto ad essere Figliuolo di Dio (1).

5. Saturnino e Basilide furono discepoli di Menandro di sovra già nominato, ma aggiunsero alla di lui eresia certi particolari vaneggiamenti. Saturnino fu di Antiochia. Questi dicea, come riferisce Fleury (2), per 1.o, seguendo Menandro, che vi era un solo Padre ignoto a tutti, che avea fatti gli

I.

(1) Nat. Alex, loc. cit. art. 6. Fleury loc. cit. num. 42. E qui si noti che il Fleury mette prima Ebione, poi Cerinto e poi Menandro.

(2) Fleury num. 19.

angeli; ma che sette angeli aveano fatto il mondo e l'uomo. Per 2.o che il Dio dei

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Giudei era uno di questi angeli ribellato dal Padre, e che per distruggere questo Dio de' Giudei Cristo apparve in figura umana, ma non ebbe corpo. Per 3.o egli condannava il matrimonio e la generazione, come invenzione del demonio. Per 4.o attribuiva le profezie parte agli angeli, parte al demonio e parte al Dio de' Giudei. Dice poi questo fanatico, come narra S. Agostino Hæres. 3., che avendo la Somma Virtù, cioè il sovrano Padre, creati gli angeli, sette di essi alienandosi da lui, crearono l' uomo con occasione che avendo veduta una celeste luce, vollero ritenerla, må essendo ella sparita, crearono l'uomo, che la rappresentasse dicendo: Faciamus hominem ad imaginem et similitudinem nostram. Ma poi quest'uomo era rimasto come un verme, che non poteva operare; e perciò la Somma Virtù, mossa a pietà della sua immagine, pose in esso una scintilla di sè, che gli diede vita. Questa scintilla è quella che quando il corpo si risolve se ne vola verso il cielo. Dicea poi che soli quelli della sua setta aveano questa scintilla; ma che gli altri ne erano privi, e per tanto erano tutti cattivi.

6. Basilide poi, come scrive lo stesso Fleury nello stesso luogo, fu di Alessandria, ed

inventò altre favole più inette. Dicea che il Padre, chiamato da lui Abraxas, avea prodotto Nous, cioè l' intelligenza, la quale ayea prodotto Logos, cioè il Verbo; e il Verbo avea prodotta Phronesis, cioè la prudenza; e la prudenza Sofia e. Dynamis, cioè la sapienza e la potenza: le quali poi avean prodotti gli angeli, che aveano formato il primo cielo, ed altri angeli che aveano prodotti un secondo cielo, e con quest' ordine erano giunti a formarsi 365 cieli, quanti sono i giorni dell' anno. Dicea che il Dio dei Giudei era il capo degli angeli del secondo ordine, contro cui, perchè volea dominare su tutte le nazioni, si erano concitati tutti gli altri principi; e che perciò Dio mandò Nous suo primogenito a liberare gli uomini dagli angeli autori del mondo. Aggiungea che questo Nous, ch' era Gesù Cristo, era una virtù incorporale che vestiva la forma che gli piaceva; onde quando i Giudei vollero crocifiggerlo, egli prese la forma di Simon Cireneo, e diede la forma sua a Simone, in modo che fu crocifisso Simone e non Gesù, il quale si ridea de' Giudei, e poi ritornò invisibile, e risali in cielo. Di qua concludea non doversi adorare il crocifisso, altrimenti s'incorreva l'esser soggetto agli angeli che aveano fatti i corpi. Seminava altri errori; ma questi bastano a far conoscere

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