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SALMO IX.

Solenne rendimento di grazie a Dio, che libera il giusto dalla prepotenza de' nemici. Preghiera al Siguore, affinchè non lasci il povero senza difesa .

In finem pro occultis filii, Perla fine : pegli occulti (mipsalmus David. sterj) del figlio.

1.

Confitebor tibi, Do

mine, in toto corde meo: narrabo omnia mirabilia tua. 2. Laetabor, et exultabo in te: psallam nomini tuo Altissime.

1. Te ioloderò, o Signore, con tutto il mio cuore; racconterò tutte le tue meraviglie.

2.In te mi rallegrerò, e tripudierò, canterò inni al tuo nome, o Altissimo.

ANNOTAZIONI

Pegli occulti (misterj) del figlio. S. Girolamo e gli antichi Ebrei tradussero; sopra la morte del figlio, intendendo per questo Figlio il medesimo Gesù Cristo, come s'intende nella nostra Volgata. Tutto ciò ci avvisa, che nel senso principale inteso dallo Spirito santo si parla qui deʼmisterj di Cristo, e della sua sposa : quindi è, che qualunque sia stata l'occasione, in cui questo Salmo fu scritto (perocchè non abbiamo sopra di ciò nulla di certo) tutti i sentimenti espressi qui dal profeta mirabilmente convengono alla Chiesa di Cristo, la quale, dopo le vittorie riportate sopra il nemico dell' uman genere, e sopra la dominante idolatria, canta un bell'inno di laude al suo Liberatore, e l'ajuto di lui implora pelle afflizioni, che ella avrà da soffrire in ogni tempo, ma principalmente alla fine del mondo dall' Anticristo, e dai ministri dell' Anticristo. In questo senso è esposto questo Salmo dai Padri, particolarmente da s. Girolamo, da s. Giovanni Crisostomo e da s. Agostino.

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e di tua

Vers. 1. Tutte le tue meraviglie. I prodigj di tua bontà possanza. Spiccò certamente nella fondazione della Chiesa, e il tenero amore di Cristo verso questa sua sposa, pella gloria di cui non risparmio egli se stesso, nè la sua propria gloria; spiccò la possanza infinita di lui, il quale, con mezzi in apparenza si deboli, la stabili, la dilatò, e vincitrice la stese per tutta quanta la terra .

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Vers. 3. Il mio nemico: ei diverranno impotenti, ec. Questo nemico è il demonio; debellato questo, gli altri avversarj della Chiesa, i ministri dello stesso demonio, i persecutori, i nemici della pietà restarono senza forze e più non furono ..

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Vers. 5. Tu hai sgridate le nazioni, ec. Dio sgrida, riprende, quando colle pene e co' flagelli gastiga il peccatore. Le nazioni congiurate contro il Signore e contro il suo Cristo, le quali furiosamente perseguitarono la Chiesa nascente furon punite da Dio con infinite calamità . Gli Ebrei increduli furono i primi a sentire il peso della mano di lui, che faceva vendetta del sangue de' servi suoi; indi i romani Imperadori e tutte le potestà, che impugnaron la spada contro la Chiesa. Di tutti i nemici, infiniti di numero, che l' afflissero, quasi più non si parla, la loro gloria, la lor potenza andò in fumo, ma la Chiesa sussiste, e sussisterà in eterno. L'empio è ito in rovina. L' empietà dominante nel mondo, ovvero tutti gli empj, che si opposero al regno di Cristo sono l' un dopo l' altro andati miseramente in rovina. Il profeta l' avea veduto, e l' avea predetto, e l'effetto giustifica pienamente la profezia. Vuolsi però osservare, che queste parole: l'empio è ito in rovina; hai cancellato ec. possono ottimamente intendersi dell' empietà abolita presso tutte le genti, mediante la predicazione dell' Evangelio: onde tolta via ogni distinzione di circonciso e incirconciso, di servo e di libero, di greco e di barbaro, furon le genti stesse riunite tutte per sempre in un sol corpo, ed ebbero un nuovo nome. Intorno a questo nome, vedi Apocal. II. 17.

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6. Inimici defecerunt frameae in finem: et civitates eorum destruxisti.

7. Periit memoria eorum cum sonitu: et Dominus in aeternum permanet.

8. Paravit in iudicio thronum suum: et ipse iudicabit orbem terrae in aequitate, iudicabit populos in iustitia.

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6. Sono senza forza per sempre le spade dell'inimico: tu hai distrutte le loro cittadi.

7. Svani col suono la loro memoria: ma il Signore sussiste in eterno.

8. Egli ha preparato il suo trono per far giudizio: ed egli stesso giudicherà il mondo con equità, giudicherà i popoli con giustizia.

Vers. 6. Sono senza forza per sempre le spade ec. Queste spade dinotano tutti i mezzi e per così dire, le armi, colle quali il demonio tentò, e tenta di abbattere la Chiesa, e di distruggere la pietà. Le armi, che son rimase al nemico sono insufficienti e inette a combattere, e tu hai distrutti quegli stessi luoghi, ne' quali egli si confidava, dove egli assolutamente regnava ed esercitava più sicuramente la sua potestà. E questo avvenne allor quando di quelle stesse nazioni, le quali sotto l'impero del diavolo erano più ingolfate ne' vizj, e in ogni maniera di superstizione, mediante la predicazione evangelica si formarono tante Chiese illustri non men per la santità de' costumi, che per la purità della fede. Le lettere di Paolo a quelli di Roma, di Corinto, di Efeso, ec. fanno fede di questa prodigiosa trasformazione operata dall' Evangelio.

Vers. 7. Svani col suono la loro memoria: ec. Di questi nemici, che fecero tanto strepito sopra la terra, di costoro, che la sconvolsero, e la messero sossopra a lor capriccio, la memoria passò, e andò in fumo, con quanta celerità si perde e svanisce un suono, che passa per l'aria ; perocchè tutta la loro possanza è di breve durata ; ma il Signore in eterno è l'istesso, e il suo potere non vien mai meno.

Vers. 8. Ha preparato il suo trono ec. Egli sta assiso qual giudice sopra il suo trono per giudicare tutti quanti gli abitatori della terra: egli è la stessa giustizia, ed è la stessa equità, e i suoi giudizj son sempre retti, e perciò immutabili. Ma qual sorta di giudizio è egli quello, di cui parla il profeta? Egli è quello stesso, di cui Cristo parlava, quando diceva, desso si fa giudizio del mondo: adesso il principe di questo mondo saà cacciato fuora, loan. XII. 11. Il mondo tutto alla venuta di Cristo geeva sotto la tirannia del demouio ; ma questo Salvatore divino presa in Tom. XI. 6

9. Et factus est Dominus 9. E il Signore è stato rirefugium pauperi: adiutor fugio al povero, ajutatore al in opportunitatibus, in tri- tempo opportuno, nella tribobulatione. lazione.

10. Et sperent in te, qui noverunt nomen tuum: quoniam non dereliquisti quaerentes te, Domine.

10. E sperino in te quei, che conoscono il nome tuo, perchè tu, o Signore, non hai abbandonato coloro, che ti

cercano.

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mano la causa del genere umano ottenne, che con giudizio di misericordia gli uomini fossero tolti dalla potestà dell'antico avversario e rimessi nella libertà de' figliuoli di Dio ; ottenne, che con giudizio di condannazione il forte armato, che aspirava a ritener per sempre l'ingiusto dominio, fosse legato, e delle rapite spoglie fosse spogliato (Vedi Luc. XI. 12.) ot tenne, che fossero suo acquisto tutti coloro, i quali egli alzato da terra (vale a dire messo in croce ) doveva a se trarre per virtù della stessa sua croce. Ioan. XII. 12. Tutto quello, che leggesi ne' versetti seguenti, con questa sposizione combina .

Vers. 9. Il Signore è stato rifugio al povero, ec. Il Crisostomo con ragione ammirava questo gran re, il quale in mezzo alle sue grandezze celebra di continuo, ed esalta i privilegj del povero, e la parzialissima bontà di Dio verso lo stesso povero. Sentiamo in qual modo i senti menti dello stesso re sieno esposti da s. Agostino (in Psal. 106. 4.) « so<< no rigettati i superbi, e l'umile è istruito. Il mendico è quello, che nul<<< la attribuisce a se stesso, e tutto aspetta dalla misericordia di Dio. Di« nanzi alla porta del Signore egli grida, e picchia, affinchè siagli aperto, egli è nudo e tremante, e chiede di essere vestito: tiene gli occhi «<< fissi sul suolo, e il petto si batte. Questo mendico, questo povero, que«sto umile lo ajuta Dio E questo povero sono molte famiglie: questo « povero sono molti popoli, molte Chiese, e questo povero egli è ancora una sola Chiesa, un solo popolo, una sola famiglia, una sola pecorella. << Grandi misterj son questi, grandi arcani, e quanto profondi ! Ed è certamente un gran mistero, che tutta la Chiesa sia un solo povero, il qua. le solo è ajutato e protetto e salvato. Questo mistero è accennato in questo luogo, ed è molte volte ripetuto dal nostro profeta .

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Ajutatore al tempo opportuno ec. Dio è ajutatore opportuno nella tribolazione, perchè non permette che noi siamo tentati sopra le forze nostre, come dice l' Apostolo, e vuole anzi che dalla tribolazione ricaviamo profitto per la vita spirituale, ajutando colla sua grazia la nostra debolezza per vincere la tentazione.

Vers. 10. Quei, che conoscono il nome tuo. Pel nome di Dio sono intesi tutti gli attributi di Dio, la bontà, la possanza, la misericordia ec., i

11. Psallite Domino, qui habitat in Sion: annuntiate inter gentes studia eius :

12. Quoniam requirens sanguinem eorum recordatus est: non est oblitus clamorem pauperum

13. Miserere mei, Domine: vide humilitatem meam de inimicis meis.

11. Cantate inni al Signore, che abita in Sion, annunziate i consigli di lui tralle nazioni;

12. Imperocchè colui, che fa vendetta del sangue, si è ricordato di essi: non ha posto in dimenticanza le grida del povero.

13. Abbi misericordia di me, o Signore, mira l'umiliazione mia per opera de' miei nemici.

quali attributi sono conosciuti più specialmente per mezzo della fede: onde quei, che conoscono il nome di Dio, sono quelli, che credono in lui. Questi spereranno in lui, perchè conosceranno che egli non abbandona giammai coloro, che di tutto cuore lo cercano; perocchè quando talvolta per provare la loro fede del temporale ajuto li lasciasse mancare, assiste

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loro mai sempre cogli ajuti interiori, e colle consolazioni della sua gra

zia.

Vers. 11. 12. Cantate inni al Signore, che abita in Sion, ec. Il monte di Sion dove fu messo il tabernacolo e l'arca (II. Reg. VI. 17.) e dove il Signore voleva, che dal figliuolo, e successore di Davidde fosse eretto il famoso tempio, questo monte è posto sovente nelle Scritture, per una figura della Chiesa di Cristo, nella quale abita Iddio, perchè nella Chiesa egli comunica le sue grazie e l'abbondanza de' doni celesti. Si esortano adunque scambievolmente i giusti a cantare le lodi del Signore, e a celebrare tralle nazioni i consigli e le opere di lui, che ascoltò le grida de' poveri, e li salvò, nè dimenticossi di far vendetta del loro sangue sopra gl' iniqui oppressori. E intendesi del sangue dei Martiri di Gesù Cristo, e del sangue di lui medesimo, che fu il capo dei Martiri, il qual sangue ricadde per loro sciagura sulle teste dei persecutori. È l'amorosa cura e lo zelo, che Dio fa vedere per l'autore de Giusti perseguitati per la giustizia serve di forte incoraggiamento pei medesimi Giusti a non risparmiare il sangue e la vita alle occorrenze, quando si tratta dell' onore di Dio ; onde ad essi nel Vangelo si dice: Non vogliate temer coloro che uccidono il corpo, ma l'animo non possono uccidere.

Vers. 13. Abbi misericordia di me, ec. Al vivo e tenero ringraziamento succede la umile e fervente preghiera perocchè nel tempo pre

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