Obrazy na stronie
PDF
ePub
[blocks in formation]

Celebra le meraviglie di Dio nelle opere della creazione, e le prerogative dell'uomo ; ma sotto un tal velo più veramente è celebrata l'opera della redenzione del genere umano onde il Salmo a Cristo appartiene principal

[merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small]

Vers. 1. Per la fine. Vedi Salmo 4. Per gli strettoi. Alcuni per queste parole credono significarsi, che questo Salmo si cantasse alla festa de'tabernacoli dopo la pigiatura del vino, fatta la vendemmia. Altri vogliono, che la voce strettojo significasse uno strumento da suono. Ma molti Padri la spiegano in senso mistico della Chiesa di Gesù Cristo, la quale è la vigna del gran Padre di famiglia, intorno alla quale vedi Matth. XXI. 33. e s. Agostino in questo luogo.

Vers. 1. Signore, Signor nostro. Nell' Ebreo la prima parola è il nome infallibile e incommunicabile di Dio, Jehova, ovver Jaho; che significa l'esser supremo, colui, che è, vedi Exod. VI. 3. La seconda voce è Adonai, la quale esprime il sovrano Padrone delle cose. Or questo nome di Signore, è specialmente dato al Figliuolo di Dio fatto uomo, cui fu data dal Padre assoluta potestà in cielo e in terra. Matth. XXVIII.

18.

a

Quanto ammirabile ec. Grande certamente, e sopra ogni umana intelligenza ammirabile ti se' tu fatto conoscere, o Dio, in tante opere, delle quali è ricco questo universo, per le quali la infinita tua possanza e la incomprensibil sapienza si manifesta a tutta la terra . Ma quanto più ammirabile sei tu nell'opera massima dell' universale riscatto di tutti gli uomini, per la qual opera la cognizione del nome tuo si è estesa a tutte le parti della terra. Il culto e l'adorazione del Creatore fu lungamente ristretto

Quoniam elevata est magnificentia tua super coelos.

2. Ex ore infantium et lactentium perfecisti laudem propter inimicos tuos, ut destruas inimicum et ulto

rem.

Perocchè la tua maestà è elevata fin sopra de' cieli.

2. E dalla bocca de' fanciulli e de' bambini di latte tu hai ricavata perfetta laude contro de' tuoi nemici, per distruggere il nemico e il ven-: dicativo.

ad un solo popolo, giacendo tutte le altre nazioni nelle tenebre dell'idolatria. Ma il Messia vincitor della morte, e innalzato sopra dei cieli dopo la sua gloriosa risurrezione trasse alla cognizione e all'amore del verð Dio tutta la terra.

Vers. 2. Dalla bocca de fanciulli, ec. Non può negarsi, che uno dei miracoli della provvidenza e sapienza divina sia il modo, onde i bambini vengono alla luce del mondo, e si nutriscono, e crescono; che se questo miracolo si vede anche negli animali, l' uomo solo però ha la sorte di conoscerlo, ed essendo gli animali stessi fatti per l'uomo, viene egli ad esser obbligato a Dio anche per quello, ch' ei fa per essi. Quindi con ragione afferma il profeta, che tutto quello, che Dio fa per l'uomo dal principio del suo nascere fino a tutta l'infanzia, è argomento di laude e di rin graziamento per l'autore di tutto il bene. Ma queste parole furon ripetute da Cristo, allorchè nel suo glorioso ingresso in Gerusalemme fu accolto con inni e cantici di benedizione e di laude da' fanciulli ebrei, e ci insegnò a considerarle come una predizione, e come uno de' segni, a' quali dovea essere riconosciuto il Messia, Matth. XXI., e facendo un passo più avanti, noi rifletteremo co' Padri della Chiesa, che questi fanciulli e questi bambini di latte eran figura di quegli uomini deboli, balbuzienti (per così dire), e spogliati di ogni potere, e autorità, de' quali volle servirsi la Providenza ad operare il sommo di tutti i miracoli, là... conversione del mondo tutto. Imperocchè « non molti sapienti secondo non molti potenti, non molti nobili, ma le cose stolte del mondo elesse Dio per confondere i sapienti, e le cose deboli del mon<< do elesse Dio per confondere le forti, e le ignobili cose del mondo, e a le spregevoli elesse Dio, e quelle, che non sono, per confondere quelle, <«< che sono » I. Cor. I. 26. 27. 28. Di tali strumenti valendosi la Provvidenza per un'opra si grande, grandissima occasion diede agli uomini. e agli Angeli stessi di ammirare e lodare la infinita potenza, e la moltifor· me sapienza di Dio. Così Dio venne nel tempo stesso a confondere e svergognare i suoi nemici, gli empj potenti, e sapienti del secolo, i quali aveau creduto, che senza di loro non avrebbe potuto nè fruttificare, nè

«la carne

[ocr errors]
[ocr errors]

1

[blocks in formation]

gittar sue radici la dottrina dell' Evangelio, e distrusse tutta la possanza di quell'antico avversario; il quale colle rovine dell' uomo cerca di vendicarsi del male, che per giusto divin giudizio egli soffre nell'inferno.

lo

:

Vers. 3. 4. Orio miro i tuoi cieli, ec. Alla fine del versetto 3, ovvero al principio del 4 dee sottintendersi io dico, io sclamo, o simil parola perocchè il ragionamenço è qui rotto, per eccesso di ammirazione, e di affetto: alzo gli occhi al cielo, e ammiro quel vastissimo e splendidissimo teatro di tua magnificenza, dove tanti sono i prodigj della tua mano, quanti sono que' corpi grandissimi in mirabil ordine collocati da te come meglio si conveniva al bene degli uomini, e a tal vista contenermi non posso dall' esclamare: che è l'uomo, o mio Dio, che tu avessi a ricordarti di lui, e tante, e sì grandi cose dovessi creare per lui? E che è egli mai il figliuolo dell' uomo, che tu avessi a degnarti di visitar, per ornarlo de' doni tuoi ? L'uomo secondo il corpo non è egli la stessa fralezza e infermità e miseria? E il figliuol dell' uomo, ch'è egli mai, se non il figliuolo di un reo e di un peccatore fatto per la colpa soggetto alla morte e a tutte le miserie della vita presente? Non debbo tacere, che alcuni Interpreti pel figliuol dell' uomo intendono Gesù Cristo, il quale fatto figliuolo della Vergine con questo nome si chiama sovente nell' Evangelio. Sembra però assai più conveniente di intendere tutto il versetto dell' uomo generalmente, e questa visita di Dio, colla quale è indicata una speciale beneficenza e misericordia usata da Dio verso del genere umano, verrà a spiegare la eccessiva carità di Dio in mandare il suo proprio figliuolo a visitare, vale a dire a illuminare, a sanare a redimere l' uomo e in mandare lo Spirito santo ad arricchirlo di tutti i doni celesti. Che è il figliuol dell' uomo, onde tu t'induca a visitarlo per mezzo dell' istesso Figliuelo unigenito fatto simile all' uomo per patire, e morire per l'uomo? Vers. 5. 6. Lo hai fatto per alcun poco inferiore ec. Il profeta vede cogli occhi della sua mente il Cristo, il nuovo Adamo, il quale annichila

[ocr errors]

ria, et honore coronasti hai coronato di gloria, e di

eum :

6. Et constituisti eum super opera manuum tuarum,

onore,

6. E lo hai costituito sopra le opere delle tue mani.

[ocr errors]

,

se stesso presa la forma di servo fatto simile agli uomini, e per condizione riconosciuto per uomo: umiliò se stesso fatto obbediente fino alla morte, e morte di croce, Filip. II. 7. 8. Così quegli, di cui fu detto lo adorino tutti gli Angeli di Dio, Heb. I. 6., Psal 96. 7. divenuto uomo passibile e mortale in tale stato pel breve spazio della sua vita fu renduto minore e inferiore agli Angeli (i quali non possono nè patir, nè morire) secondo la volontà del celeste suo Padre, il quale ordinò, che per eseguire I' opera impostagli della redenzione del genere umano egli si sottoponesse ai patimenti e alla morte. Ma adempiuta questa grande opera il Padre Dio lo esaltò e donogli un nome, che è sopra qualunque nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio in cielo, nella terra e nell' inferno, Filip. II. 9. 10. L'apostolo avendo citate in due differenti luoghi queste parole di Davidde, e avendole applicate a Cristo, noi non possiam più dubitare, che nel senso primario a lui appartengano, e per lui sieno state dette dallo Spirito santo. Osservammo già (Heb. II. 6.), che queste parole: lo hai costituito sopra le opere delle tue mani: le cose tutte hai soggettate a' piedi di lui; hanno relazione a quelle, che furon dette pel primo uomo: sovrasti ai pesci del mare, agli uccelli dell' aria e alle bestie, e a tutta quanta la terra, Gen. I. 26. Ma noi sappiamo, che secondo la parola dell' Apostolo il primo Adamo è figura del secondo (Rom. 5. 14.), e che in questo secondo Adamo più strettamente e pienamente si adempie quello, che del primo fu scritto. Quindi noi vedremo anche in altri luoghi descritte e pronunziate dal nostro profeta le meraviglie della redenzione degli uomini, e le grandezze del Redentore sotto le immagini della creazione del mondo visibile, e de' privilegj, onde tu ornato il primo uomo creato nella innocenza, e dichiarato siguore di tutte le cose. Il dominio conceduto ad Adamo (del qual domino non rimase a lui se non un'ombra dopo la sua prevaricazione) non potè estendersi, se non alle cose visibili. Or dicendo Davidde, anzi lo Spirito santo le cose tutte hai soggettate a’piedi di lui, osserva divinamente l'Apostolo, che nulla cosa ha lasciata a lui non soggetta, Hebr. II. 8; onde nou solamente le visibili e corporee nature, ma le invisibili ancora e spirituali, tutti gli Angeli e buoni, e cattivi a lui sono stati soggettati dal Padre. Quindi infinitamente più grande è l' impero celebrato qui da Davidde, di qnel, che fosse l'altro conce:luto ad Adamo. Cristo adunque

7. Omnia subiecisti sub pedibus eius, oves et boves universas, insuper et pecora campi ;

Gen, I. 28. - 1. Cor. 15. 26.

8. Volucres coeli, et pisces maris, qui perambulant semitas maris.

9. Domine, Dominus noster, quam admirabile est nomen tuum in universa terra!

7. Tutte quante le cose hai soggettate a piedi dilui, le pecore, e i bovi tutti, e le fiere della campagna ..

8. Gli uccelli dell'aria, e i pesci del mare, i quali camminano le vie del mare.

9. Signore, Signor nostro, quanto ammirabile è il nome tuo per tutta quanta la ter ra!

[ocr errors]
[ocr errors]

umiliato, e fatto per un poco di tempo minore degli Angeli per patire, e morire, fu in premio della stessa sua umiliazione coronato di gloria, ed ebbe l'assoluto, universale, eterno dominio di tutte le creature, che sonò nel cielo e nella terra. La specificazione fatta dal profeta: le pecore, i bovi tutti, e le fiere ec., serve ad illustrare la proposizione generale, e insieme dimostra come a Cristo servono non solo gli spiriti docili, i fedeli gli umili, che fanno la di lui volontà, ma anche gl' indocili, i superbi, i nemici, le cattive volontà de' quali egli sa e può far servire alla sua gloria, e alla salvazione degli eletti. Ecco qualt sieno principalmente le meraviglie, alla considerazione delle quali in un' estasi di altissimo stupore conclude il profeta: Signore, Signore nostro, quanto ammirabile è il nome tuo per tutta quanta la terra, dopo che la maggior parte degli uomini, i quali non avean saputo conoscerti, nè adorarti per tutto quello, che tu facesti nella creazione del mondo, ti ha conosciuto, e ti adora per virtù di quel Salvatore, cui tu esaltasti col risuscitarlo da morte, col farlo sedere alla tua destra, col mandare sopra di quelli, che in lui credono il tuo santo Spirito; onde per ogni parte del mondo si canti ; È degno l'agnello, che è stato ucciso di ricevere la virtù e la divinità e la sapienza e fortezza e l'onore e la gloria e la benedizione. Apocal. V. 12.

la

« PoprzedniaDalej »