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SALMO LVII.

Gli empj periranno, e i giusti raccoglieranno il frutto delle loro buone opere, e si renderà manifesta la provvidenza di Dio.

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Vers. 1, 2. Se veramente voi parlate ec. Se non per ipocrisia, ma con sincerità voi parlate, quando vi mostrate sì zelanti della giustizia, voi dovete ancora badar diligentemente, che i vostri giudizj pratici sieno retti, dovete provare il vostro zelo co' fatti. Ma voi non fate così; perocchè col vostro cuore operate iniquità, e le mani vostre lavorano ingiustizie. Notò s. Agostino, come il profeta dice, che il cuore opera l' iniquità, perchè desso è il vero principio del male, onde la volontà di fare il male basta a render l'uomo colpevole dinanzi a Dio, benchè la stessa volontà non sia ridotta ad effetto.

3. Alienati sunt peccatores a vulva, erraverunt ab utero: locuti sunt falsa.

4. Furor illis secundum similitudinem serpentis: sicut aspidis surdae, et obturantis aures suas,

5. Quae non exaudiet vocem incantantium, et venefici incantantis sapienter.

6. Deus conteret dentes eorum in ore ipsorum : molas leonum confringet Domi

nus.

3. Si sono alienati da Dio i peccatori fino dal loro na scere, fin dal seno della madre han deviato: han parlato con falsità.

4. Il loro furore è simile a quello di un serpente, simile a quello di un' aspide sorda, che si chiude le orecchie;

5. La quale non udirà la voce dell' incantatore, e del mago perito degl' incantesimi.

6. Dio stritolerà i loro denti nella lor bocca, il Signore spezzerà le mascelle de lioni.

Vers. 3. Si sono alienati da Dio i peccatori ec. Vuol mostrare il profeta, che parla a gente inveterata nella malizia. Costoro si sono alienati da Dio e dalla virtù fin dalla culla, fin dalla prima tenera infanzia sono usciti dalla via retta per seguire la menzogna e l' iniquità.

Vers. 4. 5. Il loro furore è simile ec. Il loro furore, ovvero il loro veleno è simile a quello di un serpente, e non di un qualunque serpeate, ma simile al veleno di un' aspide, la quale è piena di tal furore, che non può essere ammansita per via d'incanti; perocchè ella è sorda alle canzoni degl'incantatori, anzi le orecchie si chiude per non sentire le voci dell'incantatore più esperto. Due cose dobbiam qui osservare ad istruzione dei leggitori: primo o sia vero, o sia falso, che sienvi de' serpenti, i quali, come scrive un Interprete greco, per non udire le voci degl' incantatori fitto sul suolo l' un degli orecchi si turino, l'altro colla loro coda, sia ciò vero, sia falso, ciò nulla importa, perocchè Davidde si serve a suo proposito di una similitudine presa da quello, che comune mente si teneva per vero. In secondo luogo perchè gli empj, che ricusano di udire le ammonizioni e le correzioni de' saggi, son paragonati alle aspidi, che chiudon gli orecchi alle voci degl' incantatori; non per questo potrà inferirsi, che non sieno condannabili le arti degl' incantatori e dei maghi, i quali Dio comandò, che fossero puniti di morte, Deuter. XVIII. 10. Levit. XX. 27, Vedi s. Agostino .

Vers 6. Dio stritolerà i loro denti ec. Con alcune forti similitudini metaforicamente descrive la giusta vendetta, che Dio prenderà degli em

7. Ad nihilum devenient tamquam aqua decurrens: intendit arcum suum donec infirmentur.

8. Sicut cera, quae fluit, auferentur: supercecidit ignis, et non viderunt solem.

9. Priusquam intelligerent spinae vestrae rhamnum: sicut viventes, sic in ira absorbet eos.

10. Laetabitur iustus cum viderit vindictam: manus

7. Si ridurran nel niente com' ucqua che scorre; egli tien teso il suo arco, per fino a tanto che sieno abbattuti.

8. Saranno strutti, come cera che si fonde: cadde il fuoco sopra di essi, e non vider più il sole.

9. Prima che queste vostre spine si sentano fatte un ròveto, così ei li divorerà nel suo sdegno, quasi ancor vivi. 10. Si rallegrerà il giusto nel veder la vendetta: laverà

pj, a' quali dice qui, che sarà tolta ogni forza di nuocere, come prima facevano, servendosi della loro potenza per affliggere e vessare gl' innocenti. In vece di mascelle de' lioni alcuni credono che potrebbero intendersi i denti molari.

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Vers. 7. Com' acqua, che scorre . Com' acqua, che passa rapidamente, e più non si vede, com' acqua di torrente, che in breve tempo trascorre, e lascia a secco il terreno, per cui passò, così gli empj passeranno ben presto e sarà annichilata tutta la loro potenza, e anche il lor nome. Così rappresenta la subitanea perdizione dell'empio. Egli tien teso il suo arco ec. Dio ha teso già l'arco, e le sue saette scoccherà sopra gli empj, e non lascerà di tirare fino a tanto che tutti sieno sterminati.

Vers. 8. Cadde il fuoco sopra di essi, ec. Il fuoco dell'ira divina cadde sopra quest' infelici, e furon privi della bella luce del sole.

Vers. 9. Prima che queste vostre spine si sentano fatte un roveto, ec. Questo versetto assai oscuro ho procurato di tradurlo colla possibil chiarezza seguendo il senso più adattato alle parole della nostra Volgata . Gli ingiusti sono spine pei buoni. Dio sterpa queste spine, prima che divengano un roveto, primachè diventino una pianta più forte e più arida a far male. Stermina, Dio, gli empj, prima che arrivino a quell' alta potenza, a cui aspirano, e ancor vivi e floridi e in prosperità li divora col suo sdegno. Così parla il profeta ai giusti per consolarli delle trafitture, che soffrono da queste spine crudeli .

Vers. 10. Si rallegrerà il giusto ec. Si rallegrerà non per odio contro degli uomini, nè per insultare alle miserie degl' infelici, ma per zelo

suas lavabit in sanguine pec- le mani sue nel sangue del peccatore.

catoris.

11. Et dicet homo: Si utique est fructus iusto: utique est Deus iudicans eos in ter

ra.

11. E uomo dirà: Certamente se v'ha frutto pel giusto, v' ha certamente un Dio, che giudica costoro sola terra.

pra

di giustizia, e per amore della gloria di Dio, e perchè saran tolti di pericolo i giusti; e come notò un antico Interprete, si allegrerà non nella vita presente, ma nel cielo : quaggiù si affliggerà della perdizione dei cattivi, che son suoi fratelli, e nelle loro sciagure temerà per se stesso; perocchè egli ancora può cadere dallo stato di grazia, e perdere la protezione del suo Dio: chi sta in piede, badi di non cadere, dice l' Apostolo. Lassù poi, dove la passione, e l'errore non ha luogo si allegrerà veggendo come Dio è glorificato nella punizione del peccato, non meno, che nella glorificazione de' santi suoi. Vedi s. Agostino in Psal. LI.

Laverà le mani sue ec. È una iperbole, colla quale vuol dinotarsi, che tale e tanta sarà la strage degli empj, che i giusti potrebbon lavarsi le mani nel loro sangue. Una non dissimile espressione si legge Apocal. XIV. 20 Vedi quello, che sopra di essa abbiam notato. S. Agestia diee, che i giusti lavano le mani loro, cioè le opere loro nel sangue de' peccatori, perchè i gastighi, co' quali Dio punisce costoro ser · vono a rendere più sollecita e vigilante la pietà de' giusti, onde le loro opere purificano dai mancamenti e difetti, che impedivano la lor per

fezione.

Vers. 11. Certamente se v' ha frutto. Se la giustizia ha il suo preinio, se non senza frutto Iddio è onorato dai giusti, v'ha certamente un Dio, che giudica gli empj sopra la terra, vale a dire, non lascia impunità la loro ingiustizia, e particolarmente la persecuzione, che questi fanno ai suoi amici, a' suoi santi. L'Ebreo più chiaramente, ma nello stesso senso: Certamente v' ha frutto pel giusto ; certamente v' ha Dio, che fa giudizio sopra la terra .

SALMO LVIII.

Chiede ajuto a Dio contro i suoi nemici. Conviene mirabilmente a Cristo e alla sua Chiesa.

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Per la fine: non mandare in perdizione: a Davidde: iscrizione da mettersi sopra una colonna: quando Saul mandò ad assediar la sua casa per ammazzarlo.

1. Salvami da' miei nemici, o mio Dio, e liberami da coloro, che insorgono contro di me.

2. Toglimi dalle mani di quei, che lavorano iniquità, e salvami dagli uomini sanguinarj.

3. Perocchè ecco che avran presa l'anima mia: uomini di

gran possa son venuti ad assalirmi.

4. Nè ciò, o Signore, per la mia iniquità, nè per mia

ANNOTAZIONI

Vers. 3. Ecco che avran presa l'anima mia. Eccomi al punto di vedermi tosto nelle loro mani, in loro potere.

Vers. 4. Nè ciò, o Signore, per la mia iniquità, ec. La rabbia che i miei nemici hanno contro di me, non vien dall' avergli io offesi

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