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di

Vers. 5. 6. Che spezza i cedri....... i cedri del Libano. E faragli in pezzi ec. Pe' cedri più grandi e robusti ( quali son quelli, che vengono sul monte Libano) s'intende tutto quello, che il mondo avea più eccelso e sublime, quando Dio fe' udire il tuono della predicazione del Vangelo. La forza della parola vinse la sapienza de' filosofi, la po tenza de' principi avversi a Cristo, vinse l'empietà regnante, la super bia, la vanità del mondo, il potere del principe delle tenebre, il quale fu cacciato dall'usurpato e per tanti secoli posseduto dominio. E con quanta facilità saranno spezzati questi si grandi e duri cedri del Libano? Con quella stessa facilità, colla quale si fa in pezzi un molle teuero vitellino, di quei, che sul Libano stesso vanno pascendo. E il diletto come il figlio dell' unicorno. Tenendoci alla nostra Volgata sembra certo, che pel diletto sia da intendersi il Signore, il Verbo di Dio, che opera tutte le cose dette di sopra, e nel nome di cui gli Apostoli predicavano, e facevano i miracoli come se dicesse il profeta: la voce di Dio spezzerà i cedri, li spezzerà come un vitellino del Libano, spezzeralli il figliuolo del Padre, il diletto del Padre, il qual diletto dal Padre è simile all' unicorno. S. Giustino martire cont. Tryph., e s. Clemente d'Alessandria, Pedag. lib. I. 4 dicono, che l'unicorno ha il suo corno biforcato a simiglianza di una croce. Per tal ragione può esser Cristo rassomigliato a un giovine unicorno, e anche perchè dicesi, che questo animale col suo corno non solo trafora, ma anche atterra gli alberi, e questa seconda ragione meglio conviene a questo luogo, stando sempre nell' al· legoria de' cedri del Libano .

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Vers. 7. La voce del Signore, che divide la fiamma del fuoco. Ovvero il fuoco fiammante. È qui chiaramente indicata la missioue dello Spirito santo sopra gli Apostoli e sopra i fedeli della Chiesa nascente : apparvero ad essi delle lingue bipartite come di fuoco, e si posò sopra ciascheduno di loro, e furon tutti ripieni di Spirito santo. Atti II. 3.

8. Vox Domini concutientis desertum: et commo. vebit Dominus desertum Cades.

9. Vox Domini praeparantis cervos, et revelabit condensa et in templo eius omnes dicent gloriam.

10. Dominus diluvium inhabitare facit: et sedebit Dominus rex in aeternum.

8. La voce del Signore, che scuote il deserto, e il Signore scuoterà il deserto di Cades.

9. La voce del Signore, che prepara i cervi, e le folte macchie rischiara, e nel tempio di lui tutti gli daran gloria.

10. Il Signore vi manderà un diluvio, e sarà assiso il Signore qual re in eterno.

Voce del Signore, che scuote il deserto : S. Girolamo tradusse : voce del Signore, che fa partorire il deserto. Pel deserto è figurato il popolo gentile anche in altri luoghi delle Scritture. ( vedi Isai. XXXV. 1.) come popolo abbandonato da Dio, privo d' ogni frutto di giustizia, perchè privo della cognizione del vero Dio: questo deserto sarà scosso alla voce del Signore, e darà a Dio de' figliuoli in gran numero mediante la fede. Scuoterà il deserto di Cades: vasto deserto dell' Arabia detto anche deserto di Pharan e deserto di Sin. Vedi Gen. XX. 1. Num. XIII. 1. XXXIII. Lo stesso deserto d' Arabia sarà scosso, e i suoi abitatori saran tratti alla fede di Cristo.

II.

servarono,

Vers. 9. La voce del Signore, che prepara i cervi, ec. I Padri osche secondo i naturalisti il cervo ha inimicizia co' serpenti, li perseguita, corre dietro ad essi, li pesta co' piedi, e fin col suo fiato li tira fuori delle loro caverne. Vedi Plin. lib. VIII. 32. Tutto questo conviene a' ministri della Chiesa destinati particolarmente a combattere contro il demonio, e a farlo uscire da' cuori degli uomini, ne' quali prima abitava. Questi cervi, questi ministri della Chiesa sono preparati da Dio, il quale gli forma idonei a impresa sì grande.

E le folte macchie rischiara. La voce della predicazione illustrerà i misterj della fede, ch'eran prima nascosti sotto le figure e le ombre delle ceremonie e del culto legale, onde nel tempio di lui, vale a dire nella Chiesa sarà celebrata la sua gloria da tutti i credenti, a' quali tanta cognizione e luce fu data intorno alle cose celesti. Così l'Apostolo Pietro ai Cristiani diceva: Voi stirpe eletta, sacerdozio regale, gente santa, popolo di acquisto, affinchè esaltiate la virtù di lui, che dalle tenebre vi chiamò all' ammirabil sua legge. I. Petr. II. 9.

Vers. 10. Il Signore vi manderà un diluvio. Il Signore a questo suo tempio manderà una copiosa turba di popolo da tutte le parti del mondo

11. Dominus virtutem populo suo dabit: Dominus benedicet populo suo in pace.

11. Il Signore darà fortezza al suo popolo: il Signore darà al popol suo benedizione di pace.

e tale sarà il concorso delle genti alla Chiesa, che comparar si potrà a un inondante diluvio di acque. E nel tempio stesso sederà sul suo trono in eterno il Signore, come re del nuovo suo popolo, cui egli governerà sino alla fine de' secoli.

Vers. 11. Il Signore darà fortezza ec. A questo suo popolo il Signore darà fortezza per vincere le tentazioni, per superare i nemici di sua salute e per vivere costante nel ben operare : a questo suo popolo darà il Signore benedizione di pace, vale a dire lo ricolmerà di tutti i doni e di tutte le grazie spirituali. È noto come nelle Scritture il nome di pace si usa a significare ogni specie di bene, e particolarmente i beni dello spirito.

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Rendimento di grazie a Dio dopo grandi tribolazioni e pericoli.

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Salmo del cantico di Davidde. S. Ilario e s. Giovanni Crisostomo affermano, che il Salmo era il semplice suono dello strumento mu sicale, il cantico era la voce dell' uomo cantante senza accompagnatura di strumento, Salmo del cantico era quando dietro alla voce del cantore ne veniva il suono dello strumento, cantico di Salmo quando lo strumento dava il suono, e la voce del cantore gli andava dietro: alcuni più semplicemente traducono: Salmo, ovvero cantico.

Nella consacrazione della casa. Per nome di casa comunemente si intende il tabernacolo eretto da Davidde, come si legge I. Paral. XVI. 1. V' ha però chi più verisimilmente suppone, che qui si parli della consacrazione dell'aja di Oruan Jebuseo per erigervi un altare, allorchè avendo Dio ordinato all' Angelo sterminatore di rimetter la spada nel fodero <ebbe fine la pestilenza mandata da Dio per aver Davidde fatto prender re · gistro di tutta la gente d' Israele, II. Reg. XXV. 26. Siccome in quello stesso luogo fu dipoi eretto il tempio, potè questo Salmo composto nell'erezione dell' altare essere destinato, e cantato alla consacrazione della casa di Dio fabbricata dal figliuolo di Davidde.

Vers. 1. Tu mi hai protetto. Mi hai colla tua bontà tratto fuora da un abisso di mali.

Non hai rallegrati....... i miei nemici. Non hai permesso, che i miei nemici, i vicini popoli, che invidiano il bene di Israele, abbiano avuto la soddisfazione di vedere desolato affatto il mio regno. Osserva

2. Domine, Deus meus clamavi ad te, et sanasti me.

3. Domine, eduxisti ab inferno animam meam: salvasti me a descendentibus in lacum.

4. Psallite Domino sancti eius: et confitemini memoriae sanctitatis eius.

5. Quoniam ira in indignatione eius et vita in voluntate eius.

Ad vesperum demorabitur fletus, et ad matutinum laetitia .

2. Signore Dio mio, io alzai a te le mie grida, e tu mi

sanasti.

3. Signore, tu traesti fuor dall' inferno l'anima mia; mi salvasti dal consorzio di quelli, che scendono nella fossa.

4. Santi del Signore, cantate inni a lui, e celebrate la memoria di lui, che è Santo. 5. Perchè egli nella sua indegnazione flagella, e col suo favore da vita.

La sera saravvi il pianto, e al mattino allegrezza.

s. Agostino che nella vita presente i nemici del Giusto hanno talvolta oc casione di rallegrarsi del danno che ad esso han recato; ma nell' altra vita vedrassi come li stessi nemici, i quali parve che trionfassero del Giusto, erano li strumenti destinati da Dio a provare la virtù, e a coronare la costanza del medesimo Giusto.

Vers. 2. 3. E tu mi sanasti . Mi salvasti, salvando il mio popolo e liberando Israele dalla spada dell' Angelo, a me rendesti non solo la sanità, ma anche la vita traendomi dal sepolcro e dalla società de' morti, tra' quali pareami già di trovarmi. Questi due versetti con tutta ragione furono applicati dai Padri alla risurrezione del Salvatore, di cui in tutta la sua vita fu Davidde una espressa figura. Si è osservato già altrove, come la voce inferno è posta pel sepolcro, per lo stato di morte .

Vers. 4. Santi del Signore, ec. Popolo d'Israele, popolo consacrato al Signore canta inni di laude al tuo Dio, che da tal morte ti ha libe

rato.

Vers. 5. Nella sua indegnazione flagella, ec. Sdegnato pe'nostri falli ci percuote per emendarci, placato con noi per misericordia, ci dà vita e salute.

La sera saravvi ec. L'ira di Dio e le afflizioni, colle quali corregge ed esercita i santi, son di corta durata: dove la sera era pianto e gemiti di dolore, ivi al mattino si odon cantici di letizia. Anche queste parole sono applicate alla tristezza, in cui furono immersi gli Apostoli e

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