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DI

GIAMBATTISTA VICO

NUOVAMENTE PUBBLICATI

CON ALCUNI SCRITTI INEDITI

ᎠᎪ

GIUSEPPE FERRARI

MILANO

DALLA SOCIETÀ tipografica DE' CLASSICI ITALIANI

MDCCCXXXVI

ULISSE FRANCHI

"Compra e vendita di Libri

Francobolli per Collezione

Piazza del Duomo

MILIUKOV LIBRARY

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La a gloria è il tributo con cui la specie umana premia i lavori dei sommi; l' ammirazione è il contrassegno che distingue la scoperta, è come la moneta d'ogni valore intellettuale: scuotere le idee dominanti, destare l'entusiasmo di una nazione, vincere le opposizioni dell'errore, comunicare un movimento che si propaga nelle istituzioni sociali, nelle tradizioni alla posterità, non è un semplice piacere dell'orgoglio: l'uomo che alla fine di una vita laboriosa non trova che il sarcasmo dei dotti, o la profonda incuria de' contemporanei, può credere di aver esistito inutilmente, di aver prodigato il suo pensiero in un' aberrazione mentale. Tale fu la sorte del pensatore più grande della Storia moderna. Vico era figlio di un librajo miserabile, per lungo tempo fu pedagogo in una provincia del Cilento, a trent'anni fu nominato ad una cattedra di rettorica, dove rimase per mezzo secolo, giudicato nè superiore nè inferiore al suo posto. Quando diede alle stampe i primi suoi scritti scientifici, fu considerato come un dotto volgare, e probabilmente la contegnosa opposizione del Giornale de' Letterati lo disanimò dal pubblicare la continuazione del libro sull'antichissima Sapienza degli Italiani; fu creduto temerario quando annunciò il suo Diritto Universale, alla pubblicazione del primo libro si pensò che non avrebbe continuato (1). La prima Scienza Nuova, scritta

(1) Vedi tomo I delle Opere latine, pag. 119, e qui a pag. 20.

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mentre egli aveva già trent'anni di relazioni letterarie, fu ricusata da' libraj; il cardinale Corsini che ne accettava la dedica, non volle fornirgli le spese della stampa; Vico fu costretto a mutilare il suo lavoro, a comprimerlo sotto di un nuovo metodo per restringerlo a pochi fogli, e vendè un anello per sostenere le spese dell'edizione (1). I Letterati di Napoli sparlarono altamente della Scienza Nuova, il Giornale di Lipsia ne' diede conto in poche righe sprezzanti, come di un'opera servile accolta col tedio dagli Italiani; era dedicata alle università, e la disprezzarono anche i professori di quella a cui egli apparteneva. Sfuggo tutti i luoghi celebri (egli scriveva ad un suo amico) per non abbattermi in coloro a' quali io l'ho mandata: e se per necessità egli addivenga, di sfuggita li saluto; nel quale atto non dandomi essi neppure un riscontro di averla ricevuta, mi confermano l'opinione che io l'abbia mandata al deserto. Poco diverso fu l'accoglimento della seconda Scienza Nuova: nè in Napoli nè altrove trovò tipografo che volesse stamparla a proprie spese; fu nuovamente forzato dalla sua mala fortuna a serrare in pochi fogli le sue scoperte per poterle trasmettere ai posteri colla stampa: nuovamente dedicò l'opera al Corsini che era stato elevato al soglio pontificio; ed anche questa volta Sua Santità si limitò a fargli partecipare la sua soddisfazione da un cardinale (2)..

Il presente volume è una raccolta di documenti che ci fa conoscere il doloroso dibattimento tra la volontà di un uomo e la forza di un secolo: quelli che cercano

(1) Vedi Prima Scienza Nuova, Vita di G. B. Vico, p. 438 e qui a pag. 166.

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(2) Vita di G. B. Vico, op. cit. p. 466 e qui a p.

166.

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