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STORIA DI TIVOLI

1.

LIBRO VII.

Il regno di Adriano, il quale succes

se a Trajano nell' anno 117. dell' Era volgare, ci presenterà la Città di Tivoli in uno aspetto del pari brillante, per un genere tut→ to nuovo di virtù, che si rimarcheranno in alcuni suoi Cittadini, e per gli straordinarj abbellimenti al suo suolo accresciuti...

2. Sebbene in quella età la pagana superstizione occupasse tuttora la mente degli abitanti generalmente, nulladimeno costa, che la nascente Religione di Cristo, diffusa già in varie parti dell' Impero, aveva penetrato non meno co' suoi benefici influssi in essa Città, ed illuminato una delle più ragguardevoli famiglie. I conjugi Getulio, e Sinforosa colla prole numerosa di sette figli, dal raggio della grazia divina colpiti, si distinsero particolarmente, e divennero seguaci del vero Dio. Getulio, istruito probabilmente da qualche dotto e zelante cattolico, che aveva ascoltata la voce animatrice del principe degli Apostoli, divenne eruditissimo nella cognizione de' misterj cristiani, ed Apostolo anch'esso. Animato dal sacro entusiasmo di propagare la dottrina e le massime del Redentore per sottrar

re tanti suoi simili dalle fauci della morte, e dallo errore dominante, abbandonò la consor. te, i figli, i beni, e la patria; si ritirò nella piccola Città di Gabio, allora quasi deserta e spopolata, e quivi fissò la sua dimora, per involarsi dai sguardi del Governo, e dalle ricerche de' Sacerdoti idolatri.

3. Alla notizia dello, arrivo di Getulio in quella contrada i Cristiani del luogo, e quei dispersi ne' contorni, accorsero in folla ad ascoltarlo, ed a ricevere dal medesimo schiarimenti sul nuovo culto, che avevano abbracciato, e fu tale la fama, che rapidamente divulgossi sulla sua santità, che anche dalla Grecia accorsero i fedeli per vederlo, per conoscerlo, e per disse tarsi nel dolce nettare della sua scienza religiosa. Questi fatti però non poterono tenersi cosi occulti, che non giungessero alle orecchie dello Imperadore Adriano, e della Corte. Adriano spedi tantosto in Gabio il suo Vicario Cereale, il quale avendo sorpreso l'uomo di Dio nella propria abitazione circondato da una moltitudine di fedeli, a cui spiegava la legge Evangelica,, E non sai tu (disse a Getulio) quali sono gli Editti del ,, nostro Sovrano in materia di culto? ,, Niente sbigottito il Santo alla vista del ministro Imperiale, ed alla sua interrogazione;,, Di grazia (rispose francamente) a chi deve più giustamente obbedirsi, o agli ordini di un uomo mortale, che quanto prima sarà ridotto in

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