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tal certamente che si può bene dire, la natura attonita e confusa avere a credere che le sue leggi non abbiano imperio nè influssi dí sorta sopra di una tale Signora. Se crediamo adunque che Maria venne eccettuata da tutte quasi le leggi comuni, conseguenze del peccato di origine, non monta che di alcune di tali immunità non si parli espressamente in alcun luogo della sacra Scrittura: imperocchè esse tutte, e sì massimamente l'originale, si contengono nell'esser suo al tutto privilegiato sopra tutte le umane miserie.

Qui alcuno ripiglia: le soprammemorate graziose immunità erano ben dovute alla incomparabile dignità di Madre di Dio; chè sconvenevole cosa sarebbe stata una tal persona essere soggetta a tali leggi. E bene si appone: ma come quindi non cominciare a vedere, non esservi cosa più conveniente al carattere della maternità divina, che una purità più che angelica, ed una perfettissima innocenza? essere la somma delle sconvenevolezze, che una persona di tal ordine avesse mancato mercè il peccato, il quale è un male infinito, di quel che fosse se il suo corpo fosse stato ridotto in cenere?... Ei ci bisogna adunque confessare, che se ci ha legge alcuna generale, dalla quale per la dignità di Madre di Dio si abbia dovuto eccettuare Maria, ciò è stata senza dubbio la legge del peccato originale, che infetta tutti li figli di Adamo

Nondimeno forse ancora instarete, richiedendoci sopra quali fondamenti stabiliamo, e per cagione di quali titoli affermiamo la suddetta eccezione? E senza più rispondiamo, argomentarla da quella stessa ragione di congruenza, donde voi argomentate le altre eccezioni: la fondiamo sopra li testi scritturali, or dianzi addotti: sopra la divina tradizione, che fra poco proveremo: sopra la credenza della Chiesa universale, che non potete negare: la fondiamo sopra cento altre prove, che or ora vi presenteremo: e sul fatto del Concilio di Trento, il quale dichiarando esser di fede la legge della trasfusione della colpa originale in tutti gli uomini, contenuta nei testi che voi adducete, ne eccettua espressamente e formalmente Maria Immacolata: la fondiamo in fine sopra il testo del capitolo medesimo, che voi citate; poichè, dopo di aver detto l'Apostolo: Tulli peccaro

no in Adamo: in quo omnes peccaverunt: poco dopo dicendo: per lo peccato di uno morirono molti: unius delicti mulli mortui sunt 1, espone quell' omnes per molti, non per tutti assolutamente: e però se per lo peccato di Adamo morirono, o peccarono molti; dunque non peccarono tutti: e qui sta dunque l'eccezione per Maria.

Nè per questo si eccettua la Vergine santissima dall' ineffabile benefizio della redenzione del benedetto Figliuol suo, Gesù Cristo; come tale che non incorsa nel peccato originale, nè tampoco fosse redenta per Gesù Cristo, redentore de' peccatori, e liberatore degli schiavi, di quanti eravamo caduti in schiavitù dell'inferno per la colpa de' nostri primi Padri, Adamo ed Eva; quasi ci opponessimo allo Spirito Santo, il quale dice, che pro omnibus mortuus est Christus 2: per tutti è morto Gesù Cristo. Imperocchè ben lontani dallo escludere la purissima Vergine dall' ineffabile e inestimabile benefizio della redenzione del Figlio di Dio e suo, per concederle il privilegio dell' Immacolata Concezione; anzi con sant'Ambrogio 3 noi riputiamo essere ella stata prima a parteciparvi; la prima per fermo, che qual vaso di onore ebbe in sè accolta la copiosa corrente delle acque preziose, che scaturirono dalle fonti del Salvatore, per trasfonderle, al dire di san Bernardo, siccome acquedotto ne'secchi prati della terra che esser dovea campo cristiano.

Appresso il nostro sottile maestro Scoto, i difensori dell' immacolato mistero, trattano assai bene e compiutamente questo argomento. Dicono, che ci ha due maniere di redenzione; una dalla cattività, nella quale si è caduti, l'altra dallo stato di cattività, nel quale di necessità s' incorrerebbe, ove altri non soccorresse ad evitare la caduta. La prima, riparativa, come quella che ripara ed appone rimedio al male già fatto; la seconda si dice preservativa, perchè anticipatamente allontana il danno. Maria santissima adunque non venne redenta nel primo modo, perchè mai non cadde, nè toccò il

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danno della colpa; ma nel secondo, perchè Dio, mercè i meriti preveduti del suo figlio Redentore, del quale doveva essere Madre, non solo la sostenne, a fine che non cadesse, e certo senza tal sostegno sarebbe caduta; ma inoltre l'adornò, e la empì di tali grazie del suo Figliuolo, da essere con lui Corredentrice dell' umana famiglia. Ed ecco come chiarisce questa dottrina con esempii pratici sant' Agostino, esponendo questo luogo del Salmo XXXVIII Tu redimesti l' anima mia dal profondo Inferno. « Doveva un reo essere posto in « prigione, altri viene e lo difende; e quegli per rendergliene gra« zie, che cosa gli dice? Hai redenta l'anima mia dal carcere. Un « debitore è per portare pena del capo? Or altri paga per lui; e « quegli è redento dal supplicio. Quantunque quei tali non erano << capitati ancora sotto il giogo della pena; ma poichè le cose eran << così disposte, che se quei miseri non fossero stati soccorsi con ta« li meriti, senza dubbio vi sarebbero caduti; perciò giustamente si <<< dice che furono redenti; in quanto i loro liberatori non consenti<< rono che vi cadessero ». Conferma questa dottrina san Bernardo, ammettendo la redenzione preservativa negli Angioli. Le sue parole sono queste: «< Colui che sollevò l'uomo caduto, confortò di gra<< zia l' Angelo in piedi, che non cadesse: per tal modo liberò quello « dalla cattività, e questo difese dal cadervi. Ondechè fu eguale re<< denzione di amendue, liberando quello, e questo preservando 1. ». Anche san Tommaso ha insegnato, essere redenzione propriamente tale quantunque fosse solamente preservativa: imperocchè a questa dimanda: «<< fummo noi forse per la Passione di Cristo redenti dalla pena eterna? risponde che sì; dacchè Cristo pagò il prezzo della sua soddisfazione, per liberarne dalla pena e dal peccato 2 ». E ciò è appunto, dice un Autore, redenzione preservativa; chè a dir vero, veruno non venne tratto dall' Inferno, dopo che vi cadde.

Ora ascoltiamo il nostro Scoto, il quale sin dice bellamente, «< che « Cristo non sarebbe perfetto Redentore, se non avesse redento alcu

1 S. Bernardus Serm. 22. in Cantic.

2 S. Thom, in 3. Sent. dist. 19, art. 2.

<< no in via di preservazione; e che questa è la maggiore e nobilis<< sima delle redenzioni ». E quindi con ragione difende, a Maria santissima essere stata necessaria redenzione più copiosa, che non a tutto il resto dell' uman genere; conciossiachè tanto maggiore sia la redenzione, quanto è maggiore il bene che apporta; il quale è massimo in Maria, sendo maggior bene una innocenza non mai interrotta, che un'innocenza guasta, e poi ristorata 1. E qui per amor di brevità cessiamo dall'addurre altre risposte.

Imperocchè le due opposteci obbiezioni essendo i principali argomenti, a' quali si riducono gli altri tutti della Scrittura, dagli avversarii prodotti contro la originale immunità di Maria; e avendovi noi pienamente risposto; rimane che le prove da noi recate in mezzo stiano in tutto il loro vigore, e per conseguente è abbastanza manifesto dalla divina Scrittura, che la Vergine santissima fu preservata dall'originale peccato nella sua preziosa Concezione.

CAPO II.

CONSTA DALLA DIVINA TRADIZIONE A NOI VENUTA

PER GLI APOSTOLI, ESSERE LA SANTISSIMA VERGINE MARIA

NELLA SUA CONCEZIONE INTERAMENTE LIBERA
DAL PECCATO ORIGINALE?

Un'altra fonte, alla quale la Chiesa attinge la limpida acqua delle cattoliche verità, è la Divina tradizione. La quale, essendo la parola di Dio non scritta, si comunicataci per organo della voce; o sì, più chiaramente, la dottrina Divina non espressa nelle sacre Scritture, ma immediatamente rivelata da Dio a' nostri maggiori, e per essi a noi venuta come di orecchio in orecchio, sopperisce a ciò che manca nelle divine Scritture, e pone il sigillo che ci conferma nella fede de' dommi rivelati. La cui necessità è tanta, che senza di essa verseremmo nelle tenebre dell'ignoranza circa a moltissime veri

1 Scotus in 3 Sent. dist. 3. q. 1.

tà di nostra santa Religione, e dei dommi della morale. Così il numero e l'autenticità dei libri della sacra Bibbia, il numero settenario de' Santi Sacramenti, il Purgatorio, le Indulgenze, la perpetua Verginità di Maria, il celibato, l'invocazione dei Santi, il culto delle sacre Immagini, ed altri articoli di simil fatta, sono tutti dommi dei quali saremmo privi, ove la Chiesa non gli avesse dalle divine tradizioni: conciossiachè tali verità non siano, o almeno, espressamente non si leggano contenute ne' sacri libri. Perciò lo Spirito Santo per san Paolo ci esorta di tenere e custodire le divine tradizioni, dicendo ai Tessalonicesi: State costanti, o fratelli, e ritenete le tradizioni, che avete apparate o per le nostre parole, o per la nostra lettera 1. E il medesimo Apostolo diceva a Timoteo: Tieni la forma delle sane parole, che hai udite da me con la fede, e la carità in Cristo Gesù: custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo. E quivi stesso gli ripete: e le cose che hai udite da me con molti testimoni, confidale ad uomini fedeli, i quali saranno idonei ad insegnarle anche ad altri 2. E questo è stato il linguaggio di tutt'i santi Padri sin da'primi dì del Cristianesimo: queste le parole de'Concilii Ecumenici dell' antichità, che fulminano anatèma contro qualunque le rigettasse.

Gli Eretici, e massime i Protestanti, che s' ingegnano di formarsi una Chiesa egualmente che i dommi di lei, secondo i capricci del giudizio privato, mostraronsi accaniti nemici di quelle divine tradizioni, che contrastavano alle novità della loro riforma, intanto che non discredevano quelle altre, le quali si risguardavano a que' dommi, che consentivano con la Chiesa Cattolica. Era dunque una legittima conseguenza che avendo essi si gridato contro il culto che appoggiata alla divina tradizione la Chiesa rendeva alla Vergine santissima, gridassero vieppiù alto contro la credenza de' fedeli circa l'immacolata Concezione di Maria. Erasmo, Basnage, Daillé, primi tra' Protestanti usciti in campo, nemici di tal pia sentenza, affer

1 Thessal. 2. c. 2. v. 15.

2 Ad Timoth. Ep. 2. c, 1, v. 13. — et c. 2. v. 2.

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