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memorata a' tempi della cattività Babilonica; sì che gl' Israeliti sembrano avere avuto dagli Aramei la voce stessa MANÈH, che propriamente vale parte, numero. Dal riscontro di due luoghi paralleli (III Reg. x, 17; 11 Paralip. IX, 16), a parere de' più accurati filologi, raccogliesi, che la Mina Ebraica, del pari che la Greca, consisteva di 100 parti (v. Ackermann, Archaeol. §. 115: Glaire, Lexic. Hebr. v. MANÈH: Gesenius, Thesaur. p. 797 ). (118) Giusta il parafraste Caldaico, ed altri scrittori antichi e moderni, gli Ebrei avrebbero avuto un'altra Mina consistente di 60 Sicli Giudaici; ma ciò non sembra altrimenti probabile, anche perchè quella opinione si fonda unicamente sopra il seguente luogo di Ezechiele, che ammetter può tutt' altra interpretazione (Ezech. XLV, 12): Siclus habet viginti obolos; porro viginti Sicli et viginti quinque Sicli et quindecim Sicli Mnam faciunt. (119) Vuolsi prima

(118) Nel primo dei due sovra indicati luoghi il testo Ebraico ha tres minas ascendere fecit (Salomon) super clypeum unum; e nell' altro leggesi: Trecenta quoque scuta aurea trecentorum aureorum, quibus tegebantur singula scuta. Per Aurei pare debbansi intendere Darici Persici, anzi che Sicli Ebraici d'oro (v. la prec. nota 68). Siccome poi Mina si disse anche l'Aureo Persiano (cf. Schimko, P. 1, p. 21, 22); così S. Girolamo nel primo dei due allegati luoghi potè porre trecentaeque Minae aureae in senso di 300 Aurei, che equivalgono a 3 Mine propriamente dette, da 100 Darici l'una.

(119) Il parafraste Caldaico spiega: Tertia pars Minae viginti Siclos habet; Mina, argentea viginti et quinque Siclos; quarta pars Minae quindecim Siclos habet; omnes sexaginta sunt Mina. Ognuno sarebbesi aspettato, che i 25 Sicli, del pari che i 20 ed i 15 Sicli, si dicessero una parte aliquota

mente avvertire, che il testo Ebraico alla lettera dice: Ed il Siclo (sarà di) venti Oboli; venti Sicli, venticinque Sicli, quindici Sicli, sarà a voi la Mina; e poscia, che, siccome si determina il peso ed il valore del Siclo in 20 Oboli o sia Gheràh, così il contesto richiede che in appresso si definisca il peso ed il valore della Mina. Per vie meglio precisare questo dicesi, che la Mina si compone di 20, di 25, o di 15 Sicli di peso e valore diverso, che a' giorni del Profeta dovevano essere ben noti agl' Israeliti ed a' Giudei esuli nelle contrade di Babilonia, e che insiem comparati stessero in ragione di 5 a 4 e di 4 a 3. La Mina Ebraica di argento

della Mina; ma ciò non potendo essere nel supposto che la Mina si componesse di 60 Sicli, il parafraste dice che la Mina d'argento contiene 25 Sicli; e ciò è vero soltanto nell' ipotesi che la Mina d'argento consista di 100 Dramme, poichè 25 Sicli tetradrammi danno per appunto la somma di 100 Dramme: ma per tal modo il parafraste confonde insieme inopportunamente le due supposte diverse Mine, e non dà ragione del numero speciale de' 25 Sicli. Il Iarchi, ed altri con lui, suppongono, che il Profeta, invece di dire semplicemente la Mina composta di 60 Sicli, la dica consistente di 20, di 25 e di 15 Sicli, in riguardo a tre diverse Monete o Pesi, consistenti uno di 20, altro di 25 ed altro di 15 Sicli, in uso a' giorni di Ezechiele. Ma cotali grandi Monete penso non siano mai esistite che nella fantasia degli scrittori Rabbinici; poichè le maggiori delle monete antiche di argento non oltrepassano il peso e valore di 10 Dramme (v. Eckhel, T. 1, p. XLIX; Annali dell' Inst. arch. T. 11, p. 84), o sia di due Sicli e mezzo all'incirca. Que' supposti tre pesi diversi avrebbero dovuto essere ben noti; eppure non se ne trova indizio veruno nel Testamento antico.

da 25 Sicli, o sia Stateri tetradrammi, dava la somma di 100 Dramme Fenicie, conforme a quanto si raccoglie dal riscontro de' due sovr' allegati luoghi paralleli del Libro III dei Re e del Libro II de' Paralipomeni. La Mina poi, che ponesi consistente di soli 20 Sicli, appella ad uno Statere che eccedesse di un quinto il peso del Siclo Ebraico e Fenicio; e tale si è lo Statere Attico, che doveva essere di già cognito nella terra di Babilonia a' giorni di Ezechiele. (120) Da ultimo, la Mina da 15 Sicli accenna ad un Siclo o Statere, che eccedesse di un quarto lo Statere Attico, o sia che stesse a questo in ragione di 4 a 3; e tale si era lo Statere Eginetico, che stava all' Attico in ragione di 100 a 75 (v. Boeckh, Économ. des Athen. 1, 4). (121)

Le dieci Mine ricordate nella parabola Evangelica (Luc. XIX, 13) sono senza meno Mine Greche

(120) In sul principio del secolo sesto avanti l'era nostra, allor ch' Ezechiele profetava nella Babilonia, Solone legislatore di Atene peregrinava in Egitto, in Cipro, nella Lidia e in altre contrade dell' Asia (v. Barthélemy, Voy. d'Anach. T. 1x, Epoches; cf. Eckhel, T. 1, p. 1x). La Dramma Attica pesa circa 328 grani Parigini, e la Fenicia o Giudaica gr. 265; sì che la prima sta alla seconda in ragione di 25 a 20, o sia di 5 a 4, all' incirca.

(121) Solo a modo di esempio ho fatto l'ipotesi, che i tre diversi Sicli o Stateri accennati da Ezechiele, siano il Fenicio, l'Attico e l'Eginetico; ma può egualmente supporsi ch'egli appelli ad altri diversi Sicli, che si riferissero al Talento Fenicio comparato al Babilonese, all' Egizio, al Cilicio, al Siriaco e ad altri, tutti varianti di peso in ragioni diverse, ma non ben certe (v. Polluc. ix, 86).

da 100 Dramme Fenicie l'una, ch'erano la moneta in corso nella Palestina a' giorni del Salvatore. (122)

ARTICOLO V.

Del valore comparativo delle Monete Bibliche in riguardo al prezzo delle cose ed alle mercedi.

Siccome i prezzi delle cose ne' Libri santi per lo più sono indicati a numero di Sicli, così convienmi da prima confermare, che il Siclo Ebraico sia stato sempre del peso stesso di quattro dramme o sia semionciale. (123) Il Signore, per denunciare a'

(122) Quelle parole del servo negghiente: Domine, ecce MNA tua, quam habui repositam in SUDARIO, si scambiano luce con quel racconto Rabbinico (Ketufoth fol. 67, 2): R. Abba PECUNIAS IN SUDARIO LIGAVIT, illudque post tergum proiecit, ut pauperes illud invenirent. A vie maggiore verosimiglianza di questa particolarità, pensar potrebbesi, che la Mina consegnata dal padrone al suo servo fosse uno di que'non rari ottodrammi d'oro de' Tolomei, impressi nel vicino Egitto o nella Fenicia, che avevano per appunto il valore di cento Dramme o sia di una Mina d'argento (v. Letronne, Journ. des Savants 1833 p. 340).

(123) Il Siclo Mosaico, a parere del ch. Schimko (P. 11, p. 4) sarebbe stato pari ad una Dramma Attica. Anche il dotto G. D. Michaelis diminuiva di troppo il Siclo Ebraico anteriore all'esilio Babilonico, ed alterava quindi i prezzi delle cose presso gli Ebrei a' que' tempi (Comment. Soc. Gotting. T. 11, p. 36 113; 111, p. 145 195). Quella opinione fondasi principalmente sopra il gratuito supposto, che il GHERÀH Ebraico, 20 de' quali formavano il Siclo, sia il grano della siliqua della caroba; e veramente 20 di que' semi pesano 96 grani Parigini, e la Dramma Attica pesa 82 grani Parigini all' in

Giudei le miserie estreme che loro sovrastavano nell'imminente assedio di Gerusalemme, ordina al suo Profeta di prepararsi pani di ogni maniera di grani misti, per lo spazio di 390 giorni, prescrivendogli: Cibus autem tuus erit in pondere VIGINTI STATERES (Hebr. SCEQVALIM) in die; a tempore usque ad tempus comedes illud: et aquam in mensura bibes, sextam partem HIN; a tempore usque ad tempus bibes illud (Ezechiel. 1V, 9-11). S. Girolamo spiega: Ita ut unus panis decem uncias haberet ; quo trahitur magis anima, quam sustentatur. E di fatti cotale misura scarsa di cibo non aggiungeva nè manco alla metà di quella che davasi pel vitto giornaliero ad un misero schiavo. (124)

circa; sì che altri sospettar potrebbe, che il Siclo Mosaico corrispondesse al σiyλos Babilonese, che equivaleva a 7 Oboli Attici (Xenoph. Anab. 1, 5, 6), o sia ad una Dramma ed un Obolo e mezzo. Ma siccome la voce Ebraica GHERAH significa propriamente Fava, od altra cosa rotonda, e 20 bei grani di Fava (che spontanea proviene nell' Asia centrale) pesano 13 grammi all' incirca, poco meno cioè di un Siclo Maccabaico; così lice sospettare, che il peso del GHERAH da prima si ragguagliasse a quello di una Fava perfetta. L'interprete Caldaico rende questa voce per MEHÀ, che propriamente vale sassolino; e sapendosi d' altra parte che in Ebraico la voce EBEN significa sasso e peso, può ragionevolmente credersi, che il GHERAH Mosaico fosse un sassolino ragguagliato da prima al peso di una bella Fava. Così il Latino Scriptulum par derivarsi da Scrupulus in significato di pietruzza.

(124) Un servo, presso i Romani, ricevea pel vitto quattro modii al mese, che davano poco più di due libbre al giorno (Donat. in Terent. Phorm. 1, 1, 9: v. le seg. note 129, 139): Servi quaternos modios accipiebant frumenti in mensem; et id de

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