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MODO, ED ORDINE, Prefcritto dal Cardinale Agostino Valerio Vefcovo di Verona, che fi deve offervare nel sonar le Campane così nella Città, come nella Diocese di Verona.

I.

C

He nel fonar li tre fegni da morto, effi tre segni non durino più di mezz'ora, cioè mezzo quarto per uno, e l'altro quarto vada in ceffar di fonar tra un fegno, e l'altro, ficchè il fonar non parà continuo.

2. Che per occafione delli funerali non fi debbano fonar le Campane dopo l' Ave Maria, ancorchè a tal'ora veniffero portati li Corpi de' Defunti alla fepoltura.

3. Che non fi poffano fonar le Campane per il Campanò della Solennità, fe non fino all'Ave Maria, e la mattina non fi cominci il detto Campanò, fe non fonata la Campana della Piazza, talchè la notte non fi fonino Campane, eccetto che per li Mattutini, Ave Maria, morte di Religiofi, ma brevemente; e cafi neceffari, per incendj, o cofe fimili.

4. Che il Campanò predetto per le Solennità delle feste principali della Chiefa non poffa continuar più di tre giorni compreso il giorno della Solennità, e nelle altre feste di Altari, e Compagnie folo doverà farfi il giorno delle vigilie, e non più.

5. Che non fi poffa fonar il detto Campanò, fe non tre volte al giorno: cioè la mattina, dopo pranzo, e dopo Vespero verfo fera, ficchè fia finito all'Ave Maria.

6. Che le Monache nel fonar il detto Campanò per le Solennità debbano offervar quanto fi è detto di sopra; ma nel tempo dell' ingreffo di qualche Monaca, non debbano fonar, fe non quando la Novizia è vicina alla Chiefa, mentre fta in Chiefa a fare orazione, e fi dia fine fubito, che farà entrata in Monaftero, e la mattina folamente quando fi vefte, e quando fa la profeffione. Y

7. Che

7. Che li Sopraftanti alla Dottrina Criftiana non debbano paf far lo spazio di un quarto d'ora nel fonar la Campana.

Che gli ordini fopradetti debbano effere offervati indifferentemente dentro, e fuori della Città; ma che nella Diocese non fi debba in modo alcuno, fotto qualfivoglia pretefto, sonar li fegni da morto, fe non con una fola Campana, come fi offerva anco nella Città, e non a doppio, e tutto il giorno, come hanno fat to per lo paffato, con ifcandolo univerfale.

Die Mercurii8. Menfis Januarii 1603. in Palatio Episcopali Verona.

Ad multos tollendos abufus, qui in pulfandis Campanis tam in folemnitatibus, quam pro mortuis, ac aliis de caufis in dies introducti fuerunt, & ut fatisfiat defiderio multorum instantium,& pe tentium moderationem aliquam adhiberi circa frequentiorem Campanarum pulfationem, Illuftrifs. & Reverendifs. in Chrifto Pater, & D. D. Auguftinus Valerius Tit. S. Marci S. R. E. Presbyter, Cardinalis, Epifcopufque Veronæ, & Comes &c. habita fuper hoc matura confideratione, factaque confultatione cum Vener. Patri bus Prioribus Monafteriorum, ac aliis Rectoribus Ecclefiarum Veronæ, mandavit tandem fieri, & in fcriptis redigi moderationem aliquam circa prædicta obfervandam, prout in fupradictis ordini bus factum fuit, qui ut ad omnium, & fingulorum notitiam devenire poffint, juffit etiam eofdem typis dari, & imprimi, ut in omnibus Ecclefiis tam Veronæ, quam Veronen. Diœcefis inviolabiliter femper obferventur fub cenfuris, & pœnis ad ejus arbitrium, vel adm. Rev. D. Vicarii Generalis, contra inobedientes, infligendis. Adrianus Grand. Cancell.

DE JURE PAROCHORUM, ET DE CAPELLANIS CONFRATERNITATUM SEU ORATORIORUM. Decretum Sebaftiani Pifani Epifcopi Veronenfis quo locus confratribus fodaliciorum in Funeribus decernitur.

SEBASTIANUS

PISAN US

Dei, & Apoftolica Sedis gratia Epifcopus Verona, & Comes &c.

A

D fedandas controverfias, quæ non fine fcandalo inter Paro chos & nonnullos Confratres Confraternitatum, & Schola

rum

rum hujus Civitatis fubortæ videntur, dum hujufmodi Confratres, etiam qui habitum induunt, cum eorum Cruce & Vexillis præfi munt contra Parochorum voluntatem, & conftitutiones Decretotorum, ac Ritualis Romani difpofitiones, atque immemoratam confuetudinem in efferendis cadaveribus incedere poft Parochos, & Sacerdotes.

Illuftrifs. & Reverendifs. D.D. SEBASTIANUS PISANUS Epifcopus Veronæ, & Comes &c. de his omnibus certificatus, visis Conftitutionibus, Decretis, ac Rituale in hac materia difponentibus, eifque inhærendo, hæc, quæ inferius fcribentur, Decreta executioni mandari juffit.

Confratres omnes in efferendis cadaveribus, etiam eorum Confratrum debeant fcilicet induentes habitum incedere ante Parochos, Clericos, & Regulares, etiam cum eorum luminibus, fi ea geftare voluerint.

Qui vero funt fine cappis debeant id facere poft Feretrum, eorumque Cruces, Vexilla, & alia quævis infignia geftentur, in principio Funeris, ubi alia omnia de more feruntur Vexilla.

Dat. in Epifcopali Palatio die Ven. 8. Novembris 1658. (Sebastianus Pifanus Epifc. Veronæ.

Jo: Francifcus Rotarius Cancellarius. 96666 G G G G GGG GGG GGG GG66666666 DECRETO DI SEBASTIANO PISANI VESCOVO DI VERONA.

Nel Sinodo dei 3. Settembre 1665. circa le Giurifdizioni Parrocchiali.

I vien posta modesta indoglianza dal M. Rev. Arciprete, e

C Confratelli Parrochi di questa Città, e Dioceli, che contro

il tenor delle Costituzioni Sinodali da noi più volte confermate, venghino fatti molti pregiudicj alle loro Giurifdizioni Parrocchia li, fupplicandoci d'opportuno rimedio. Noi per tanto volendo foddisfare alla riverente, e ragionevole loro iftanza, col prefente Noftro Decreto, che vogliamo abbia forza di perpetua Costituzione, non folamente in generale confermiamo le medefime Coftituzioni Noftre, e de'noftri Predeceffori, come altre volte abbia mo fatto; ma di prefente, e particolarmente confermiamo quelle del Capitolo 37. e 38. delle Gibertine, nelle quali vien proibito

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ref.

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refpettivamente, che Regolari non poffano aver officiature ordinarie, e permanenti nelle Chiefe de'Secolari fenza licenza dell' Ordinario; Che niun Capellano degli Oratorj, o Confraternità poffa celebrar Meffa innanzi la Parrocchiale fenza licenza del Par roco, nè far Benedizione alcuna di Ceneri, Ovi, Palme, ec.fenza la detta licenza, nè portar Stola in Proceffioni, e Funerali, nè raccoglier offerte, amministrar Sagramenti, eccetto che alli Confratelli, efponer il Santiffimo, o altro. Comandiamo dunque a tutti e ciascun Parroco, tanto della Città, quanto di Villa, che in virtù di S. Obbedienza, e fotto pena di Sofpenfione a Divinis, ed alli Laici di Scomunica, non debbano permettere alcuna del le fudette cofe senza licenza, come di fopra. In quanto poi alla precedenza ne'Funerali in riguardo alli Capellani degli Orator), e Scuole, vogliamo, che fi ftia, e fi offervi puntualmente la ter minazione del Ritual Veronefe.

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Decretum Sebaftiani Pifani Epifcopi Veronen. Com. &c. quo locus Sodalitiorum Capellanis in Funeribus decernitur.

Vide infra de Funeralibus &c.

Giudizio dell' Eccellentifs. Pien Collegio in favor del Parroco di Lonato, contro la Scuola di S. Maria del Corlo.

PETRUS

GRIM ANI

Dei Gratia Dux Venetiarum &c.

Univerfis, & fingulis, ad quos bæ noftræ pervenerint, fignificamus, bodie in plens Collegio Noftro terminatum fuifle,

UD

ut infra, videlicet:

Dito il Reverendifs. Antonio Gianella Arciprete di Lonato umilmente inftante, a preservazione del fuo Jus Parrocchia le, che a fronte delli Reggenti della Scuola di S. Maria del Corlo, Chiefa eretta nel distretto della fua Parrocchia, refti terminato a norma delli Capi infrafcritti, contenuti nella di lui Scrittu ra 12. Maggio proffimo paffato.

Primo. Sarà terminato, che nell'Oratorio di detta Scola non poffano effer cantate Meffe folenni, nè Vefperi folenni, fe non dall'Arciprete unico Parroco, dentro li confini della di cui Parroc chia è fituato l'Oratorio predetto, o da Sacerdote delegato dall' Arciprete medemo.

Se

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