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tuttavia sospesa la mano dell'Onnipotente. per uno di quegli arcani consigli, onde la sua provvidenza permette anco i più gran mali per trarne grandissimi beni sopra la terra.

ARTICOLO SECONDO

Gravezza della rivoluzione italiana, tanto maggiore quanto più calcolata.

10. Possiam dire, che lo accorgimento notato dal Signor nostro Gesù Cristo ne' figli delle tenebre, filii huius saeculi prudentiores filiis lucis, ha esaurito ogni sua possa nel condurre a questo segno in cui ora vediamo la rivoluzione. L'opera del secolo, o delle tenebre, che è appunto questa delle sètte e delle congiure, si è ordita in Italia siffattamente, che sembra l'ultima prova a cui si fosse messo lo spirito del male. Un movimento si calcolato di forze avverse a ogni verità e giustizia, e perciò soprattutto avversissime alla fede cattolica, e spinto col più studiato ordine nel più rotto disordine, non si era mai visto per lo innanzi; e bisogna dire che Iddio ha voluto metter la sua Chiesa a tal prova, che la scorgesse per nuovi prodigi a più alti sentieri di gloria.

11. Altre volte il Papato (perpetuo segno di tutte le ire ribalde) è stato aggredito con ogni sorta di violenza, e la Chiesa travolta in furioso scompiglio. Ma indi si è visto. la tempesta non aver fatto nulla ad abbattere il trono pontificale, ma bensì molto a vie più raffermarlo. Ebbene : il tenore della rivoluzione si cangia. Ipocrita, i suoi tribuni si fingon pentiti, e tutti pietà e fede con gran rimorso di

avere sconosciuta la Maestà del sommo Gerarca; e gli s'inginocchian dinanzi, per trarne dall'affetto paterno agevolezza a tradirlo. E quindi, per una parte si compie la più gran prova di carità generosa e magnanima; e dall'altra gli spergiuri non tardano a render fellonia per riconoscenza, e di mezzo ai fiori festivi far che il colubro della rivoluzione salti di un tratto ad attoscare e tutto metter sossopra il regno di Lui che ama e perdona. No'l vincon però: bensì illustran d'un altro esempio la solenne sentenza; portae inferi non praevalebunt. Ma nondimeno, longanime e cupa non men che scaltra nella perfidia e nel tradimento, se non le riesce un sentiero, la rivoluzione ne cerca e adopera un altro. La sua malvagità è al certo inesausta ma chi avrebbe creduto questa? A un suo corifeo fa prendere (onta e inganno della cattolica Francia) lo scettro e la spada di Carlo Magno, affinchè sotto il tranello della sublime protezione si potesse aver tutta l'agevolezza dei mezzi e del tempo a perpetrar nuova e certa ruina al Papato. E per fermo, quel che la storia raccoglie de' fatti d'un tal proteggitore ( esempio unico negli annali del tradimento, onde avvenga che infine e'non possa neppur dire. num custos ego?), ecco in che versa imprende a sfiancare d'ogni altro aiuto il Pontefice; ad uno ad uno gli stritola i difensori; acconsente che tutte le arti della iniquità sommovan l'Italia, allargando le operazioni settarie, illudendo i popoli, corrompendo i governi della penisola . che fa suo mancipio sotto colore di ridurla a unità: e da ogni lato, dando baldanza e potere alla rivoluzione, le sgom

bra tutte quante le vie di Roma. E quando quella è arrivata, tolti i timori esterni, a chiudere in un cerchio di armi massoniche Roma, ei si ritira dalla difesa pressochè quadrilustre; il che pare essere stato un suo finale divisamento di lasciare, senz'altro rimedio, il sacro trono di cui giurossi custode e vindice, a discrezione di quelle armi che sì gli ha strette d'intorno a strozzarlo, certificandolo che non gli farà usar violenza, dovendo cadere di sfinitezza (1).

12. E chi tutte potrà narrare le iniquissime e subdole ribalderie per le quali nel corso di otto anni si è arrivato a tal segno? Col mendacio sistematico, coi raggiri fedifraghi e felloneschi delle promesse e proteste di rispettare il territorio del Santo Padre, e non voler leso il Potere pontificale, e non tocca la indipendenza del Capo spirituale del mondo, si è compiuta una tal serie di spogliazioni e di violenze, e intromesso il nuovo stato di cose che vediamo. I mezzi più orribili di corruzione e d'infamia si son posti in pratica; a prezzo di oro si è sommersa nel fango ogni civile e umana dignità; colle procaci sozzure si è spento ogni lume di senno e virtù morale; cogl'inganni, co' lacci, co' terrori delle sètte si è fatta strumento alle più arrischiate

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(4) Si citano le solenni parole del conte A. De Falloux, che predisse « Lo >> Stato pontificio sarà l'unico al mondo, che dai suoi protettori sia stato >> chiuso nel centro d'una cerchia ristrettissima, la cui circonferenza intera » è gremita di elementi assolutamente ostili. Si scavò una mina sotto il » palazzo del Vaticano, che fu circondato da ogni immaginabile qualità di >> materie combustibili; poi ci si viene a dire con benignità: ora tutto è » quiete, dormite pure a doppio origliere in tutta pace (Vedi il Correspon » dant, vol. XXVII, pag. 253). »

ribellioni la gioventù più accesa e bollente di fantasia e di sensualità; colla calunnia, coll'orpello del falso zelo, colle aspirazioni illusive a una felicità nuova e grande (tutte cose aiutate dall'uso pessimo della stampa) si sono accecate le popolazioni, finchè raggiunti i disegnati fini non è venuto incontanente il tempo di cader da' loro occhi le bende, e vedersi, senza saper come, travolte in un abisso di ruine, di miserie e di guai. Non fa duopo recar le prove di questi detti, dacchè oggi per tutta Italia il dolore e lo sdegno è nella più fiera evidenza.

13. Ma quello che qui non possiamo tacere si è, che tuttavia il cinismo rivoluzionario ha fronte di atteggiarsi a promesse di rispetto pel potere spirituale del Papa. Promette di venerarlo Pontefice si tosto com'egli lasci il suo scettro di Re. Che pria della strage Erode ad callida argumenta convertitur, al dire di s. Gregorio, e adorare eum velle se simulat, ut hunc si inveneri possit extinguat, è consentaneo a ogni razza di Erodi, quantunque vano contra consilium Divinitatis, e possiamo aggiungere, che è lo stesso, contra consilium Ecclesiae. Ma che dopo gli esempi della perfidia, si torni alla prova della medesima ipocrisia, è cosa che potea far credibile il tempo nostro informato al criterio de' fatti compiuti e della libertà di coscienza. Però non v'ha grossezza di mente che se ne illuda. Tutto in questa rivoluzione procede a norma di calcolo indemoniato, o disegno lento e profondo d'imperscrutabile malvagità. Quali altri modi sien escogitati e prefissi ad affrontare l'ultimo ostacolo che la fede cattolica, sommamente agitata, frappone alla via di Roma, chi può indagarli nel

profondo della congiura? Ma se tutti i precedenti di questa sono andati a norma di convenzione, bisognerebbe rinunziare al criterio più volgare per credere che non sia posta e determinata di modo e di tempo la più solenne, o finale.

14. Certo il gran Pontefice suscitato da Dio a resistere con prodigiosa fede contro tante ribalderie, ha risposto più volte non altrimenti che fece il divino Maestro ai perfidi farisei; e no'l vince nè astuzia che si adopri a circonvenire la sua bontà, nè violenza che si avvisi di fiaccare la sua fortezza. Laonde, chi può definire i protervi inganni di questi mostri, i quali osano tuttavia parlare di loro rispetto a un Pontefice che togliesse alla sua indipendenza il mezzo del principato civile? Niuno è sì stolto, che non abbia oramai veduto che cosa ella sia, e a che tenda la rivoluzione.

ARTICOLO TERZO

Tendenze sistematiche della Rivoluzione

a togliere ogni esistenza giuridica della Chiesa.

15. Dopo tanto discutere sulla società moderna e dietro agli atti della rivoluzione, costituitasi apertamente, o traforatasi nei consigli e nell'opera de' governi legittimi, ch'ella in gran parte poscia ha rotti e dispersi; non ci può esser più dubbio intorno all'indole de' concetti finali e determinativi dello stato sociale e politico voluto da' rivoluzionarì. In brevi detti: cotesto stato debb'essere la costituzione pubblica dell'ateismo, per la quale. criterio fondamentale della società non sia che la ragione autonoma e aliena da qualunque principio religioso, o di fede soprannaturale e rivelata.

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