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Questi atti pure Voi gradirete sicuramente, o gran Santo, perchè sono essi inspirati dall'esempio preclaro di eroica fortezza, che Voi deste pel primo nel difendere la Vostra divina missione contro le prepotenze de' Cesari, pronunciando quel memorando non possumus, che risuona in ogni pagina dei medesimi contro le inique aggressioni dell'italica rivoluzione tuttavia e pur troppo in permanenza.

Ma io non sono pago ancora, o Beatissimo Pietro, di questa umile offerta per attestarvi in questa secolare solennità tutta la venerazione che Vi professo, e nel mio particolare, e qual successore, sebbene indegnissimo, in questa Monregalese Sede, dell'immortale Ghislieri, che pure illustrò cotanto il Pontificio Vostro Trono, e che ora veneriamo sugli altari sotto il nome di Pio V.

Io però qual figlio, che nel giorno natalizio dell' amato padre pone ogni suo studio per dirgli grate cose onde esprimergli la sua tenera affezione, e la sentita sua riconoscenza, a Voi mi presento con divisamento d'intrecciarvi un serto di allori colla ricordanza di quanto Voi operaste di grande e di maraviglioso, vivente, e poscia nella persona dei Vostri successori in ogni secolo fino al presente.

Penetrato pertanto da questi sentimenti io incomincio a rallegrarmi immensamente seco Voi, che il Divin Riparatore delle anime nostre, a premio di Vostre virtù preclare e principalmente della vivissima fede e dell' ardentissimo Vostro amore verso di lui, Vi abbia costituito suo Vicario, Capo dell'Apostolico Collegio e della sua Chiesa, dicendovi: Tu se' Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa,

e le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei. Io darò a Te le chiavi del Regno de' cieli. Tutto ciò che Tu avrai legato sopra la terra, sarà legato anche ne' cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sopra la terra, sarà sciolto anche ne' cieli (1). Pasci li miei agnelli, pasci le mie pecorelle (2). Io pregherò il mio Padre, affinchè non venga meno la tua fede . . . tu conferma i tuoi fratelli (3).

Voi poi, ricevuto lo Spirito Santo, predicaste contemporaneamente in varie lingue e convertiste per ben tre mila persone nel primo sermone, e cinque mila nel secondo.

In nome di Gesù operaste stupendi miracoli, guariste lo storpio alla porta del tempio, ed in Lida il paralitico Enea, in loppe risuscitaste da morte Talestio. Ma siccome il vostro precipuo incarico quello era della propagazione della fede sulla faccia della terra, Voi corrispondeste perfettamente a questo compito divino, fondando dapprima la Chiesa Antiochena madre di tutte le altre Chiese orientali. A mezzo giorno per mezzo del Vostro discepolo Marco, fondaste la Chiesa di Alessandria, a cui dovevano esser soggette le chiese di Egitto, d'Arabia, di Etiopia e d'Affrica cirenense (4). Nel mezzo poi dell'occidente sorse per opera Vostra la Chiesa Romana, madre e maestra di tutte le Chiese, ut lux veritatis, quae in omnium gentium revelabatur salutem, efficacius se ab ipso capite per totum mundi corpus effunderet (5).

(1) Matth. 16, 19. (2) Joan. 24, 45. (3) Luc. 22, 32.

(4) V. Difesa del Pontificato romano del P. Nicolò M. Pallavicino D. C. D. G. Tom. 1, Capo VIII.

(5) S. LEO, Sermo de S. Petro.

Voi annunziaste la fede alle tre principali nazioni, ai Giudei, ai Greci, ai Romani, e sono queste appunto quelle nazioni, nella cui lingua fu scritto il titolo sovrapposto alla croce del Pivin Redentore. Ciò mediante Voi indicaste alla universalità del Regno di Cristo, e Vi manifestaste vero suo Vicario, Pastore universale; ed oh però quale zelo non spiegaste Voi nel compiere a questa Divina Vostra missione fondando le Chiese nel Ponto, nella Galizia, nella Cappadocia, in Asia e nella Betinia. Con qual ardore, con quale trasporto di zelo Vi divideste coi Vostri compagni il mondo intiero, per toglierlo dalle zanne di Satana e dalle barbarie, per incivilirlo e guadagnarlo a Gesù Cristo! Qual conforto, qual gaudio non provaste nel vedere a questo fine recarsi Giovanni in Asia, Giacomo minore in Gerosolima, Paolo in Oriente, in Grecia, in Roma, Mattia in Coclide, Giuda in Mesopotamia, Simone nella Libia, Matteo nell'Etiopia, Bartolommeo in Armenia, Tommaso fra i Parti e nell'India, Filippo nell'Asia superiore e nella Frigia, Andrea fra i Sciti, in Grecia e nell'Epiro, Giacomo maggiore in Ispagna ed in diverse altre regioni! (1).

Ma poichè il campo più vasto della Divina Vostra missione aprire Vi si doveva in Roma, dove doveva sostituire in Campidoglio al vessillo del romano impero quello della croce, per quale prodigioso avvenimento non veniste Voi a compiere siffatti Divini disegni, o Principe Augusto! Non foste Voi più fiate liberato per mano degli angeli dal carcere e

(1) V. Mamacchi Origines et antiquitales christianae T. 1. Cap. VI, § II - Ba. ronio, anno 54 - Tillemont, tom. I, cap. 28 e seg.

dalla morte, affinchè appunto poteste trasportare l'infallibile Cattedra Vostra nell'eterna città? Ed oh qual lingua d'uomo od anche d'Angelo potrà bastevolmente magnificare le gesta Vostre gloriose nel giro di ben cinque lustri di Vostra dimora in quel centro di tutta la cristianità? Colà Voi convertiste innumerevoli gentili alla fede, operaste li più stupendi miracoli a conferma di Vostra Divina missione, umiliaste il mago Simone facendolo precipitare dalle nubi in faccia a tutta Roma pagana, e dello stesso nequissimo Nerone e di sua corte. Di colà mandaste nelle Gallie li Vostri discepoli Trofimo, Saturnino, Crescenzio, Saviniano, ed altri in Ispagna, (1) in Africa (2) e presso la Germania, e ben quaranta e più Chiese fondaste o direttamente o col mezzo de' Vostri inviati, in tutta Italia (3), convocaste e presiedeste il concilio di Gerosolima, e reduce all'alma città scriveste la seconda di quelle memorabili epistole che desteranno mai sempre lo stupore, le meraviglie di tutti quanti i credenti. Con queste due epistole infatti Voi confermaste tutte le verità pronunziate da Gesù Cristo nel suo Vangelo per la salute e santificazione delle anime. Dimostraste essere più preziosa la fede di tutto l'oro del mondo. Insegnaste la norma da seguirsi dai Vostri successori nel supremo Pontificato, e da tutti i Vescovi Vostri

(1) Cecilio, Eufrasio, Secondo, Cresifonte.

(2) L'Africa, che apparteneva all'impero orientale, era sotto il Patriarcato di S. Marco inviatovi da S. Pietro. L'altra parte più marittima aveva per metropoli Cartagine, che ebbe per primo vescovo Crescente creato da S. Pietro. V. Pallavicino op. cit. cap. VIII, colle citazioni di S. Eusebio, S. GeroJamo e Metafraste.

(3) V. Mamacchi, opera citata tom. 2, cap. XXI, § 44.

confratelli, non che da tutti i membri della ecclesiastica Gerarchia, da Sovrani, da'sudditi, da tutte le classi di credenti in qualunque stato potessero essere collocati dalla Divina provvidenza. Di modo che, sebbene fosse mancato qualunque altro scritto de' Vostri compagni nell' apostolato, avrebbero potuto bastare le Vostre due epistole a lato del S. Vangelo, per incivilire l'uman genere, guidare i seguaci di Gesù Cristo al conseguimento della loro felicità temporanea ed

eterna.

Ma queste lettere furono come il Vostro prezioso testamento; quindi maturo per lo Cielo, dopo avere governata la Chiesa nascente per tre anni in Gerosolima, sette in Antiochia, per cinque lustri in Roma, dopo aver propagata la fede sulla faccia del globo, dopo avere diviso con Gesù Cristo i patimenti, le agonie, ed i tormenti della Croce, foste chiamato a raccogliere la palma del glorioso martirio, a dividere con Lui i trionfi della gloria che non avrà mai più fine.

I gaudii però che provaste quaggiù in terra nel vedere coronata con infiniti prodigiosi successi la Vostra Divina missione di Capo della Chiesa di Gesù Cristo, da quelli furono seguìti di vedere dal Cielo i trionfi della Chiesa medesima attraverso di tutte le persecuzioni che dovette soffrire in ogni secolo per parte de' Principi tiranni, di perfidi eretici, e della dominante empietà. Voi godeste nel vedere succedere a Voi nella Romana Cattedra li Vostri amati discepoli Lino e Clemente, i quali sul Vostro esempio sigillarono pure la loro fede col martirio, siccome fecero trenta altri successori.

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