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Che se i barbari imperatori Nerone, Domiziano e seguenti, condannarono a morte, con tanti Vostri successori, infiniti credenti, Voi godeste della loro costanza, ed otteneste da Dio che il sangue da essi sparso fosse seme in Roma ed altrove di innumerevoli cristiani.

Voi quindi viveste quaggiù nei 255 Pontefici, che vi tennero dietro, e vivete tuttavia nell'immortale Pio IX, che sì degnamente Vi rappresenta; e godeste nel vedere come il primato Vostro di onore e di giurisdizione, che vivente esercitaste nella maniera più splendida (1), abbia trionfato

(1) S. Pietro, dopo l'Ascensione del Salvatore, alla testa del Collegio Apostolico, parla e fa eleggere un Apostolo in luogo di Giuda (Act. 1, 11). Dopo la venuta dello Spirito Santo, predica prima degli altri ed annunzia ai Giudei la resurrezione di G. C. (2, 14-37; 3, 12.), Rende ragione al Consiglio dei Giudei della condotta degli Apostoli (4, 8). Punisce Anania e Safira della loro menzogna (5, 33), Confonde Simone il Mago (8, 19). Visita le Chiese nascenti (9, 32). Riceve l'ordine di portarsi a battezzare Cornelio (10, 19). Nel Concilio di Gerusalemme parla, ed è il primo a dire la sua opinione (15, 7 ecc.).

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<< Pietro compare il primo in tutti i modi; il primo a confessare la fede; >> il primo nell'obbligo di esercitare l'amore; il primo tra tutti gli Apostoli a >> vedere il Salvatore risuscitato, come n'era stato il primo testimonio al co>> spelto di tutto il popolo; il primo quando fu mestieri di completare il numero degli Apostoli; il primo a confermare la fede con un miracolo; il » primo a convertire i giudei; il primo a ricevere i gentili; il primo dovunque. >> Ma io non posso enumerare tutto: dirò che tutto concorre a stabilire il >> suo primalo; si tutto, perfino i suoi falli..... Il potere impartito a » molti porta già nella sua divisione la restrizione, dove che il potere con» ferito a un solo e su tutti, e senza eccezione, importa la pienezza. Tutti ri>> cevono il medesimo potere, ma nol ricevono tutti nel medesimo grado, nè » colla medesima estensione. Gesù Cristo comincia dal primo, e in questo » primo sviluppa il tutto... affinchè noi ne impariamo... che l'autorità eccle

20 e più pseudopontefici che di usurpare tentavano il Vostro Trono, e come questo primato sia stato in ogni secolo riconosciuto dai Padri della Chiesa, dai Vescovi, dai Concilii, dai Sovrani, dal corpo dei fedeli, dalle cattoliche intelligenze, e poscia definito articolo di fede (1).

Di costassù Voi godeste nel veder continuata dai Vostri successori la divina missione coll' inviare in ogni secolo uomioi apostolici a propagare la fede in tutti gli angoli della terra. Ed oh, quanto non vi compiaceste Voi mai nello scorgere a questo fine porsi a disposizione dei Papi i figli del Carmelo, di Benedetto, di Domenico, di Francesco, d'Ignazio,

i Teresa, di Vincenzo de' Paoli, e di tantissimi altri incliti instituti. Qual gaudio per Voi nel vedere abbracciar la fede i Costantini, i Clodovei, e cento altri Sovrani della terra, che ebbero poscia a cingere la spada a difesa della Religione ed a versare immensi tesori alla maggiore dilatazione della medesima!

>> siastica stabilita dapprima nella persona di un solo, non si è diffusa che a >> condizione di venir sempre ricondotta al principio della sua unità; che tutti >> coloro, ai quali toccherà esercitarla, si debbano mantenere inseparabilmente >> uniti alla medesima Cattedra. (Bossuet, Sermone sull'unità ecc. parte 1).»

(1) Definimus sacram Apostolicam Sedem et Romanum Pontificem successorem esse B. Petri, Principis Apostolorum, verum Christi Vicarium totiusque Ecclesiae caput, et omnium christianorum patrem, ac doctorem existere, et ipsi in B. Petro pascendi, regendi et gubernandi universalem Ecclesiam a Domino nostro Jesu Christo plenam potestatem traditam esse, quemadmodum etiam in gestis Ecumenicorum Conciliorum, et in sacris canonibus continetur. Conc. Flor. in publ. sess. 1439.

Per la supremazia di S. Pietro riconosciuta in tutti i secoli, V. Natal. Ales. Disser. V, saeculo I; Tab. cronologic. del Musanzio; Demaistre Du Pape.

Qual gioia per Voi nello scorgere il trionfo portato dalla nostra santa fede sopra gli eretici di tutti i tempi, mercè la voce, la penna dei Vostri successori, dei Padri greci e latini, dei Dottori egregi, dei Vescovi e degli infiniti illustri scrittori di tutte. le nazioni! Qual gaudio non provaste nel vedere raunati li Vostri confratelli nell'episcopato in diciannove generali Concilii, in altri innumerevoli nazionali, provinciali, diocesani, tutti al santo intendimento di difendere il dogma, la morale, promuovere la disciplina, il culto di nostra santissima religione? Quale consolante spettacolo non Vi si presenta, o Pietro, nel vedere dal Vostro seggio di gloria le innumerevoli chiese innalzate al culto di Dio, di Maria, de' santi e fra tutte primeggiare il massimo tempio a Voi dedicato, circondato da magnifiche Basiliche, e da ben altre trecento e sessanta chiese nella sola città eterna da Voi guadagnata alla cristianità?

Quali maraviglie non destano le infinite istituzioni della Romana Chiesa, Capitoli, Collegiate, Conventi di specchiati Sacerdoti d'ambi i cleri istruiti alla divina ufficiatura, al ministero della s. predicazione, all'amministrazione dei Sacramenti; Seminari di giovani delle più liete speranze per la Chiesa, monasteri di vergini a Dio consacrate, addette alla preghiera, alla contemplazione, all'educazione, al soccorso d'ogni spirituale e temporale indigenza; università, accademie, scuole innumerevoli dirette a promuovere le scienze, le lettere, le arti, la religione; ospedali, ricoveri, istituti per ogni ramo di caritatevole beneficenza?

Quale satisfazione insomma, qual gloria per Voi vedere il degnissimo Vostro successore l'immortale Pio IX, circon

dato da Porporati illustri, da mille Vescovi, da oltre cinquecento mila sacerdoti sulla faccia del globo, tutti intenti al governo spirituale di ben duecento milioni di credenti. per tutti condurli al porto dell'eterna salute! Vedere finalmente muoversi da ogni parte del gemino emisfero, Sovrani, Prelati, personaggi d'alto rango, scienziati di tutte le classi, fedeli di tutte le nazioni, concorrere a Roma, prostrarsi innanzi alla Vostra tomba, stringersi alla Vostra Cattedra, inspirarsi a' più sublimi concetti, siccome al vero albero della scienza, prendere, come dall' albero della vita, novello vigore di forze, onde percorrere alacremente la via del cielo, confessare in faccia al mondo che Roma, per Voi e per la Cattedra Vostra, è il vero Eden d'Italia, d'Europa, del mondo intiero !

Se non che, o gran Principe degli Apostoli, a petto dello spettacolo che vi presenta la cristianità sparsa su tutta la terra, Voi vedete che ancora rimangono tuttavia nelle tenebre e nelle ombre di morte ben oltre cinquecento milioni di uomini che costituiscono la metà dell'umana famiglia; scorgete che, oltre ai gentili che non conoscono Iddio, quasi due decimi dei nostri fratelli acciecati disconoscono Gesù Cristo, e pressocchè altrettanti, che sdegnano ribelli di conoscere la Vostra S. Sede per unico centro della cristianità, da cui, come raggi di sole, si diffondono per tutto il mondo quelli della verità ad incivilimento e felicitazione di tutti gli uomini (1).

(1) Secondo le statistiche più accreditate, l'umana famiglia sarebbe composia di un miliardo, del quale 500 e più milioni sarebbero idolatri, 140 milioni turchi, 4 circa milioni ebrei, 150 milioni tra protestanti, scismatici ed eretici di varie sette, 200 milioni cattolici.

Vedete inoltre, o gran Santo, come, nel seno stesso d'ltalia Vostra prediletta nazione, sia presa di mira la Vostra S. Sede da tutte classi di settarii, e di empii confederati coll'inferno; come siansi conculcati i diritti i più sacrosanti di nostra santissima religione, spogliata la Chiesa e l'augusto suo Capo, vilipeso l'Episcopato, avvilito il sacerdozio, aggrediti i dogmi, postergata la morale, disprezzati i Sacramenti ; vedete come quest' Italia, la quale appunto per la Vostra S. Sede, primeggiava fra tutte le nazioni, sia ora divenuta, per quest'opera dei tristi, oggetto di scherno e di derisione.

Deh! però, o Pietro, Voi che il potete, ottenete da Dio che moltiplicate sieno le vocazioni allo stato sacerdotale, all'apostolato delle s. Missioni, affinchè si convertano i gentili, i Turchi, gli Ebrei, l'Inghilterra, la Russia, la Prussia, i scismatici, i protestanti e gli eretici di ogni setta, tutti insomma coloro che sono fuori della Chiesa, unica arca di salute, affinchè veggasi una volta avverata la predizione di un solo ovile, e di un solo Pastore.

Ottenete ancora, o gran Santo, in questa centenaria ricorrenza di Vostre glorie, che siano confusi ed umiliati i nemici di Vostra S. Sede, e confessino al fine essere dessa che dal paganismo trasse alla civiltà i popoli, che fondò le società europee sul diritto del giusto e dell'onesto, che pugnò per secoli onde bandire dai troni la lussuria, l'usurpazione, la tirannia, la crudeltà, che sciolse le catene agli schiavi, nobilitò la donna ed i poverelli in faccia ai superbi del secolo, che fu insomma la promotrice delle scienze, delle arti e di ogni sorgente eziandio di temporale felicità, potendosi anche dire di lei che venerunt omnia bona pariter cum illa.

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