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re i travagliatori a gravose condizioni di domicilio e a diminuzione di salari in Iughilterra; ma questi disordini non dipendono già dagli affitti, livelli, e rendite perpetue, non dalla invenzione e perfezione delle macchine, nè dalla libertà d'industria e di commercio, istituzioni che sono anzi riparo e difesa di tali classi: ma dipendono da erronei regolamenti, da false incerte massime amministrative da difettosi modi di rendere la giustizia; e talvolta hanno pure origine i disagi delle classi povere dalla loro infingardìa ed imprudenza. Così il variar delle sue massime in quest'oggetto non ha recato molto vantaggio alle scienze. Che se ho ardito avanzar queste critiche contro un così celebre scrittore, è stato il solo amore di verità, e la celebrità istessa del medesimo, che potrebbe in tal modo male usandola far perdere tutti i progressi delle scienze economiche. Ma del Sismondi dovrà parlarsi anche in appresso.

Nel 1810 l'illustre autore del saggio sulla popolazione, pubblicò pure un'opera col titolo -Principj di economia politica. - Egli chiama ricchezza gli oggetti materiali che sono necessari, utili o aggradevoli all'umana specie, e quindi esclude, siccome lo Smith, dalla ricchezza tutta quella che viene costituita dalla potenza immateriale o dagl'immateriali servigi; conserva anzi la definizione di Lauderdal essere la ricchezza tutto ciò che l'uomo desidera possedere di utile o di aggradevole. Ma pure quante cose si desiderano dall'uomo che non hanno nè valore nè ricchezza, siccome virtù, gloria, amicizia? Egli non dà precise idee della distinzione di Smith del travaglio produttivo ed improduttivo: nè ben distingue un travaglio del tutto inutile da un travaglio utile che serve all' uso o alla consumazione. Sembra applicare il titolo d'improduttive alle professioni scien

tifiche; nè differenzia la ricchezza di proprietà o di riproduzione di accumulamento, dalla ricchezza beni costituita in istato di consumazione. Espone poi erronee distinzioni sul valore, volendolo distinguere in valore di utilità, in valore nominale di permuta, in valore reale di cambio. Il dire valore di utilità, è un rovesciare le idee. Il valore bensì proviene dall' utilità, ma non dall'assoluta, come ho più volte detto: bensì da una utilità speciale che ho chiamata relativa, e che ha luogo quando alcuni prodotti di natura sono suscettibili, oltre di una utilità assoluta, anche di uno speciale vantaggio, e vengono perciò appropriati all'uomo col mezzo delle quattro sorgenti da me accennate. Dal qual valore si forma il prezzo reale, allorchè i possessori delle sorgenti e degli stabilimenti formanti i prodotti, mettono questi in confronto a proporzione delle accennate rispettive impiegate sorgenti e stabilimenti, e delle loro differenti forze ne'differenti tempi e circostanze, e previa offerta e inchiesta onde nel passare a determinare il prezzo delle cose fanno fra loro una transazione mediante

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permuta, cessione, o compra e vendita. E ciò che succede dei prodotti materiali succede ancora riguardo agl' immateriali servigi. Così la previa inchiesta od offerta forma la possibilità o probabilità di un prezzo, cioè la stima e valore: l'attuale cessione il reale prezzo delle cose. Tratta in quest' opera delle affittanze in opposizione del Ricardo, ma non distinguendo nemmeno egli la natura dello stabilimento industriale diverso dallo stabilimento agrario; giacchè egli confonde il possessore della terra nello stato di niuna coltura, col proprietario della terra che riunisce nella sua qualità l'accennato possesso, ed anche il possesso del ca

pitale fondiario, cioè formato dalle altre sorgenti fissate nel terreno, ed il possessore della terra e il proprietario dello stabilimento agrario con l' intraprenditore dell'industria agraria. Un possessore di terreno allorchè cede questo nel suo stato naturale di niuna coltura, non cede che la sorgente di garanzia, ed un reddito semplice: ma un proprietario nel cedere un terreno coltivato, nella pensione di affitto ossia nella vendita ottiene un complesso di reddito di salari, 'di benefizi o mercedi, o d' interessi e frutti ed in compenso di tal certa rendita l'intraprenditore o affittuario si propone di ottenere un profitto mediante una nuova azione o impiego nuovo delle sorgenti per maggiore aumento di ricchezza.

Questo autore dà alcuni cenni del travaglio nel dire che i sálari dell'operajo sono la rimunerazione che gli si accorda per la sua pena. Egli aggiunge, esser cosa evidente che un grado rimarchevole d'intelligenza nelle arti e nei mestieri si paga caro, senza che facciasi attenzione alle pene che gl'individui si sono date per acquistare una superiorità dovuta a un talento superiore. E perchè dunque non riconoscere in queste pene una nuova sorgente, un accumulamento di cose, ed anche una potenza di una natura del tutto immateriale? Come potrebbero gli stabililimenti agire senza il più esteso impiego di capitali nello stipendiare le altre sorgenti che si fissano sulla terra, sulle arti e sul commercio? Ivi pure indica la rendita dei fondi senza distinguerla dai redditi semplici e s'involge poi quasi in contraddizione e certamente in oscurità nel voler distinguere valore da ricchezza, e nel dire benchè la ricchezza e il valore siano cose del tutto differenti, esse hanno nullostante fra loro più rapporti di quel

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li che alcuni hanno pensato:,, e nel aggiungere che nullostante la ricchezza non aumenta nella stessa proporzione che il valore, quando realmente valore e ricchezza sono la stessa cosa, e quando l'aumento di una produzione che non ottenga valore è una cosa tutto diversa dalla ricchezza, e diventa un oggetto piuttosto di utilità assoluta. Così è il solo valor venale che dà norma al prezzo, ed è la vera misura della ricchezza dell' uomo; ma si osservi esistere generalmente la maggiore ricchezza nella massa delle cose, non nei prodotti individualmente presi.

Riguardo poi alle cause dell' alzamento degli affitti, ch'egli riduce a quattro, cioè accumulamento di capitale, accrescimento di popolazione; miglioramento d'agricoltura, ed alto prezzo corrente dei prodotti del suolo, si deve osservare che l'accumulamento dei capitali è certo una causa di alzamento di affitti facilitando in maggior estensione l'impiego di quelli sopra gli stabilimenti di terra, di arti e di commercio, ed accrescendone i guadagni. Ma all'opposto l'accrescimento della popolazione per se non solo non porta aumento di affitti, ma piuttosto li diminuisce, togliendo i mezzi all' industria ossia gli accumulamenti impiegabili nelle agrarie intraprese, e costringendo gli stati a perdere estesi capitali in una superiore consumazione onde non esporre la popolazione. I miglioramenti dell' agricoltura sono generalmente l'effetto dell' accumulamento dei capitali: ma l'alto prezzo è dipendente dalla maggior consumazione od esportazione; così generalmente siffatte proposizioni sono almeno inesatte. L'utilità poi delle affittanze è manifesta nell' aumento di migliorie e di ricchezza che arrecano con tal mezzo gl' intraprenditori più intelligenti e meglio forniti di capitali. Potrei fare ulteriori osservazieni so

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pra altre massime di questo autore; solo mi limiterò a dire alcuna cosa su quanto asserisce es sere assolutamete necessario che un paese, che ha grandi mezzi di produzione, possieda un corpo di consumatori improduttivi: e quando aggiunge,, che un suolo fertile, un popolo ingegnoso ha anzi bisogno assoluto di una tal classe di consumatori. La consumazione è bensì necessaria ed utile, ma quando si rende o causa o sostegno di produzione, come ho altre volte accennato. Ma per essere tale è d'uopo che non si estenda più oltre, e nemmeno che manchi in questi servigi, e segua un' eguale propor zione cioè un aumento tanto di produzione e di ricchezza, quanto di consumazione. Se manca acqua a un terreno, nulla esso produce; se l'acqua troppo vi abbonda, la produzione vi si arresta e distruggesi. Così una consumazione deve rimanere negli accennati giusti limiti della produzione: e deve ritenersi per una consumazione inutile, anzi per una dannosa dissipazione, ogni consumo che non concorre a detto aumento o sostegno della ricchezza: quindi ogni lusso, cioè ogni abuso di ricchezza, è una perdita. Questo dotto autore, dopo aver dimestrato i limiti necessari alla popolazione, pretenderebbe che per aumento di pubblica felicità si limitassero i salari degli operai e travagliatori, ossia delle classi povere. Felicemente, dirò con L. Say, la vera scienza insegna al contrario, che una piuttosto elevata retribuzione accordata all' uomo laborioso è il mezzo più efficace di accrescere nello stesso tempo un' utile popolazione e la ricchezza dello stato. Pera, dice il lodato L. Say a buon dritto, la scienza dell'economia politica piuttosto che adottare principj che guiderebbero a così atroci consigli ! giacchè poi per bene degli stati vi occorre nello stes

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