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la carica d'Abate con l'assenso del Vescovo Ildebrandino que' Monaci elessero in Abate quello di S. M. di Saccolongo. Ma oltre di ciò Callisto Papa assoggettò al Vescovo la Cappella di S. Croce di Montegalda, cioè nel distretto del Piovanato di Montegalda ; perchè deve intendersi la Chiesa di S. Croce di Cervarese donata dal Vescovo Rorio (107) nel 874. ai Monaci di S. Giustina alla quale vi era unito un Monastero, che poi dato in Commenda, indi soppresso venne fatta Parrocchia in diritto degli ex-Procuratori di S. Marco, ed ora di R. giuspatronato. In fine la Cappella di Romano, e la Pieve di Limena le quali due erano anch'esse in quei secoli Priorati Regolari, quello di Limena fu poco dopo ritornato nei Preti secolari, e poi del 1478. dal Parroco Giovanni Salbego rinunciato nelle mani del Papa fu unito, ed incorporato ai Canonici Lateranensi di S. Giovanni in Viridario detto da noi Verdara. Dal che si conclude riguardare il Privilegio di Callisto luoghi che erano tutti Monasterj, lo che non sembra abbia avvertito l'Abate Gennari. La terza Bolla (108) è diretta dall' immortale Pontefice all' Arciprete S. Bellino, ed a' Canonici Suddiaconi Walengo e Torengo con la quale il Papa conferma alla nostra Canonica li suoi beni, e la dichiara sotto l'immediata protezion della S. Sede. La quarta ed ultima Bolla è diretta all' Ab. di Praglia (109) Iselberto con la quale prende sotto la pontificia tutela quel Monastero che ci vien detto (dice il Pontefice) essere stato fondato dai Maltraversi. Di ciò da noi se ne è altrove parlato.

XXVII. II secolo XI. ha veduto risorgere l'Architettura e P Italia tutta abellirsi di fabbriche magnifiche, di tempj vastissimi, di mura e torri superbe. La Chiesa di S. Marco, il Duomo di Pisa, il Battisterio di Firenze, la metropolitata di Bologna, la Cattedrale di

Mo

Modena oltre molte altre riportate dal diligentissimo Tiraboschi (110) ebbero in quello il loro principio, e furono terminate nei primi anni del secolo dodicesimo. Da quel dotto storico si dice che in tali fabbriche sebbene non vi si vegga una certa finezza di gusto e proporzione di parti sono nondimeno ancora in presente oggetto di meraviglia. Furono in quei secoli celebri architetti, e Boschetto, e Diotisalvi, e Cinetto Cinetti, ed Arrigo Cancellieri, e Macilli ed altri molti. Nella nostra Città tre fabbriche si ricordano di quel secolo e S. Sofia, ed il pubblico palagio di cui abbiamo parlato, ed infine la Cattedrale che caduta nel 1117. per il Terremoto, fu dall' architetto Macilli innalzata da' fondamenti e condotta al suo fine (111) nell'anno 1124. come ne fa fede la lapide che leggevasi in una colonna della medesima Cattedrale. Lo spazio di sette anni è assai per innalzarsi una magnifica Cattedrale da che potrebbe forse dedursi non fosse la nostra nè ampia, nè sontuosa. Ma gli avanzi di S. Sofia nella quale si impiegarono venti anni ci danno un'idea più vantaggiosa, nè è da supporsi che la Cattedrale fosse di meno. L'iscrizione o memoria di questa fabbrica venne malamente riportata secondo il solito dal P. Salomoni, 'ed in conseguenza dal Tiraboschi e da altri che da lui la ricopiarono.

XXVIII. Racconta il Signor Verci nella storia degli Eccelini (112) che Ponzio celebre Abate di Clunì nel suo ritorno da Terrasanta ne primi mesi del 1124. venne ne' contorni di Bassano; che allettato dalla amenità di quel luogo fissò ivi la sua permanenza. Che quel popolo facendo alta stima della di lui santità lo sollecitarono a fabbricarvi un Monastero, e che scelse un sito sulle rive del Brenta a piè de monti ameno e dilettevole. Che infine quel luogo era nella villa detta allora Campise, ma che Ponzio ripieno la mente del

le

le immagini dei Luoghi Santi volle che si chiamasse Campo-Syon latinamente detto Camposion. Il luogo in cui Ponzio avea stabilito di fabbricare un Monastero era sopra cinque mansi di terra appartenenti al Vescovato. Due buoni Cristiani affezionati all' Ab. Ponzio proposero al Vescovo Sinibaldo la permuta (113) con altre terre, lo che venne effettuato in Vicenza per il rogito di Pietro causidico. La causa di questa permuta è spiegata dall' istrumento: Mansos. permutaverit ad honorem Dei & Abbatis nomine Puncio atque Ecclesie & Monastei quod costruere idem Abbas volebat in Campise in Comitatu Vicentino. Quattro giorni dopo Tisone donò altri beni all' Abate Ponzio che egli avea permutati con l'Abate di Val S. Floriano, Monastero situato nel distretto di Marostica già dipendente da quello di S. Eufemia ed ora Parrocchiale (114). Ecco due nuovi Monasterj nella nostra Diocesi S. Croce di Campese e Val S. Floriano tutti due Cluniacensi nella lor fondazione. Partito l'Abate Ponzio dal suo di letto Campese passò quel Monastero alla dipendenza di quello di S. Benedetto di Mantoa, in cui si è conservato fino a nostri giorni. Nella medesima dipendenza da quella celebre Badia era anche il nostro Monastero di S. M. di Praglia come si rileva dalla donazione fatta allo stesso (115) dal Vescovo Sinibaldo della Chiesa Parrocchiale e beneficio di S. Giorgio di Tramonte. Il Vescovo riserva a se l'investitura e le spirituali facoltative non esimendoli dal contribuire il quartese all' Arciprete di Luvigiano, e dall' incontrare la metà delle spese per l'alloggio di lui o dei suoi Vicarj; forse nell' atto di far le visite Vescovili. L' Abate di Praglia era allora Ribaldo e la carta fu sottoscritta dal Vescovo. Questa poi fu confermata come si vede dal Vescovo S. Bellino con Vivian Arciprete ed altri tre Canonici. Il caso è simile a quello del Sinodo d'Idelberto che

fu

fu confermato dal Vescovo Orso (116). In fine l'anno medesimo 1124. i 12. Ottobre seguì un contratto fra Sinibaldo e Tribuno. Abate di S. Giorgio Maggiore di Venezia di alcuni beni in Codevigo con obbligo a' Monaci di pagare una libra di pepe da S. Giustina (117).

XXIX. S'apre l'anno 1125. che fu l'ultimo della vita del no. stro buon Sinibaldo come vedremo. Frattanto li 10. di Luglio seguì contratto di permuta tra l'Arciprete Bellino co' suoi Canonici, e Ribaldo Abbate di Praglia (118). In essa si fa memoria delle Chiese Parrocchiali de' SS. Fabiano e Sebastiano di Brusegana; e di S. Bartolommeo di Tencarola. In carte posteriori si ricordano donazioni e conferme fatte da Sinibaldo a diverse Chiese delle quali li originali più non esistono. Alla Pieve di Monselice confermò quelle Decime che ad essa erano state concesse dal Vescovo Olderico. Del 1132. narrasi in altra carta che quel Vescovo avea donato al Monastero di S. Cipriano porzione delle Decime di Conche, il qual Documento sarà fra quelli della seguente Dissertazione. Con l'Abate di Candiana fece permuta cedendo Decime in Candiana e Pontecasale, e ricevendo in cambio la Chiesa di S. Maria e di S. Felice di Zoon. In fine consta da Documento del 1199. che avea Sinibaldo donate molte Decime alla Chiesa di S. Donato di Fontanafredda.

XXX. Della morte di questo Santo e benefico Vescovo chiamato dal Pontefice Adriano beata recordationis, e dal Papa Innocenzo sanEta recordationis, nulla se ne sa. Li dittici della Cattedrale lo dichiaran morto (119) nel 1122. e vogliono a lui succeduto Bellino nell' anno 1123. L' Orsato stabilisce la di lui morte nell' anno 1123. e Monsignor Giustiniani nell' anno 1122. Buon per noi che con autentici documenti lo abbiamo veduto Vescovo vivere ed agire fino

ai 12. d' Ottobre del 1124. Un antico necrologio del secolo XII. che esisteva presse a' Monaci delle Carceri, e che ora stava nell' Archivio di S. Michel di Murano (120) ne fissa la morte li 17. d'Ottobre del 1125. Si sa quanta fede meritino cotali vetuste monastiche memorie, che con esattezza erano registrate per farne le sacre annuali commemorazioni. E quanto interesse non doveano avere i Monaci delle Carceri di suffragare il Vescovo Sinibaldo che era stato il loro Istitutore, e che aveva cotanto beneficata la loro Canonica. Del 1126. li 10. d'Ottobre Bellino era ancora Arciprete, e del 1128. li 6. Decembre era di già nostro Vescovo. Con le memorie adunque del Vescovo S. Bellino daremo piacendo a Dio principio alla nostra quinta Dissertazione. Non ci rimane per ultimo che l'avvertire che essendosi tante volte citato da noi il Feudo di Baon per la vita, li errori, e la condanna di Pietro Cisarella e di Alberto Arciprete, e per la vita l'esito e la traslazione di Sede di Sinibaldo e di S. Bellino abbiamo creduto di porne il documento in ultimo luogo di quelli che si sono pubblicati (121) a prova ed a illustrazione della presente Dissertazione.

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