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Nel latino ferens. Questo gerundio, per dimostrarsi Silvano con un cipresso in mano o in ispalla, ha assai più energia dell'italiano che porti. Sarebbe più conservata questa energia, o ritenendolo nell' italiano, o traducendolo vieni col tuo cipresso, ovvero vieni, e teco porta il tuo cipresso.

Quel diletta non mi sembra molto da dilettare. Il la tino studium lo tradurrei piuttosto in questo luogo cura, pensiero, premura, sollecitudine.

Fruges non è il solo grano, ma tutti i frutti del suolo di qualunque natura essi sieno.

Così nell' originale nonnullo semine. Ma questo qualchè seme che significa egli? Quì è dove s'apre una larga carriera alle visioni dei commentatori e dei pedanti. Io per me lo credo inintelligibile, e vado nel pensiero di quelli che credono in questo luogo la lezione corrotta .

TRADUZIONE

E tu perfine, cui non è prefisso

Qual sede avrai fra i Numi, e ancora è incerto;
Cesare, quai saran tue cure; o voglia

Alle cittadi invigilare e ai regni,
E delle biade autor, delle stagioni
Arbitro ti conosca il mondo immenso,
E di mirto materno il crin ti cinga;

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OSSERVAZIONI

La parola mox non andava trascurata.

La parola concilia è differente dalla parola sede. Denota collegj, presidenze, collegiali magistrature. Virgilio adatta ai Numi del cielo il governo politico che usava a Roma.

Invigilare cattivissima parola in poesia. Oltre a ciò non rende il significato della parola latina invisere, che significa visitare, far l'ispettore.

Quel terrarum non va tradotto per regni: poichè Virgilio non intende che la cura in generale della Terra, in opposizione al Mare e all' Inferno,

Accipiat è assai più di conosca.

Orbis maximus non vuol dire il mondo immenso, ma

il globo terrestre, quanto è grande.

An Deus immensi venias maris ec. Quì sì che bisognava conservare il latino immensi. Era fra gli antichi opinione filosofica che la Terra fosse per ogni parte circondata dall' Oceano, e che l'Oceano poi fosse interminabile ed immenso. In quell'immenso pertanto ci sta piantato un sistema di Fisica.

Dov'è il venias? Esso ha una grazia di stile, che bisognava conservarla.

Teque sibi generum Thetis emat omnibus undis. Non avrei lasciato il sibi, nel quale ci si nasconde una certa grazia di stile. Omnibus undis è differente dagli ondosi regni. E' differente il dire col prezzo di tutte quante le sue acque, e col prezzo degli ondosi regni.

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TRADUZIONE

O nuova stella ai tardi mesi aggiunga
Colà dove fra Erigone e lo Scorpio
Luogo riman (per te lo Scorpio ardente
Già ritira le branche, ed il soverchio
Spazio di cielo abbandona e cede);
Che che sarai (nè già suo Re ti speri
L' Erebo, o di regnar sì fiera voglia
Prendati, ancor che tanto i Campi Elisi
La Grecia ammiri, e di Pluton la Sposa
Sdegni, richiesta, di seguir la Madre)
Reggi il mio corso, e l'ardir mio seconda;
E degl' ignari contadini meco

Mosso a pietà quà vieni, e fin d'adesso
I nostri voti ad ascoltar ti avvezza

OSSERVAZIONI

Addas te: questo te nella traduzione manca; onde quell'aggiunga rimane impiccato.

Qua locus Erigonem inter Chelasque sequentes
Panditur; ipsè tibi jam brachia contrahit ardens
Scorpius, & caeli justa plus parte relinquit.

Questi versi dell' originale non li riconosco più nella traduzione.

Primieramente quell' immagine del latino panditur è affatto spenta nella sostituzione di quella parola italiana

rimane.

La forza e l'energia di quell'ipse nell' italiano è tralasciata di pianta .

Il traslato brachia è sciolto nel senso proprio di branche. La parola relinquit è tradotta per le due parole abbandona e cede; e questo gusto di allungare e parafrasare senza bisogno lo lascerei agli spiriti scipiti e superficiali.

per

Ma, quello che importa più, manca in questo luogo l'esattezza astronomica. Virgilio immagina nel Cielo un luogo per Augusto, non fra la Costellazione di Erigone e quella dello Scorpione, ma fra la Costellazione di Erigone e quella delle Chele: qua locus Erigonem inter Chelasque sequentes panditur. Egli non lo immaginava a caso: perchè ad Erigone stanno vicine le Chele, e non lo Scorpione; ed oltre a ciò, queste Chele, che s'intendono dagli Astronomi l'estremità delle branche dell' istesso Scorpione, sono un aggregato di stelle assai lontano dal corpo medesimo; cosicchè, ritirando un poco a se queste branche, può lasciare ad Augusto uno spazio opportuno. Conveniva dunque al Traduttore mantenere questa esattezza astronomica dell' Originale; senza la quale questa volata poetica di Virgilio perde moltissimo della sua forza. Virgilio dice,, Andrai nuova Stella a starti là dove si ,, apre un luogo fra Erigone e l'estremità delle branche dello Scorpione. Vedi che già lo stesso Scorpione te le ,, va ritirando, e ti cede uno spazio che occupa più del giusto,,. Il Traduttore gli fa dire Andrai dove resta del luogo fra Erigone e lo Scorpione. Lo Scorpione ardente già ritira per te le sue branche

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Che che sarai ec. benissimo tradotto; ma in poesia sfuggirei quel che che.

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Cupido dira non è ben reso per fiera voglia. Direi in cambio desio o voglia furiosa o furibonda; oppure semplicemente furore, frenesia.

La Grecia ammiri: quel la Grecia snerva la dizione. Il repetita latino dice più del richiesta italiano. Dov'è l'ignarosque viae del latino? dove l'ingredere? Senza di questi l'immagine svanisce.

Fine delle Prose.

AVVERTIMENTO

Il Saggio della Traduzione che il nostro GUIDO dice di aver fatto del principio delle Georgiche di Virgilio, e di annettere alla suddetta sua Lettera, sarà appunto il princi pio delle seguenti sue Poesie.

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