Obrazy na stronie
PDF
ePub

festate al nostro senso visibilmente, in qualche, maniera che noi non conosciamo.

alla casa ove

Delivrando cosi io ritornai andato a letto, le stesse reflessione che io aveva fatte nel giardino revengono alla mia nente nel sonno, e mi conducono insensibilemente alla visione che seguita. Io me trovo nel mezzo del universo ove avendo essaminato tutti gli 'ogetti sensibili, io mi rivolsi dalle cose fisiche, alle metafisiche, cioé a dire, dagli effetti alle cose che sono al di lâ degli effetti; dalla materia alla mente; e richiamando i sofismi del filosofo Berkely, che mise in dubbio le esterne e sempre esistenti cose, io presto trovai che questa dottrina condurebbe all' universale scetticismo. Egli è certo che vi sia, io diceva, qualche falso passo in questo ragionamento, manchi qualche annello alla catena che conduce alla verità, che egli aveva oltrepassata. Egli allora mi sovvenne che l'ordine di ragionare era stato rovesciato; noi non dovevamo cercare perché noi crediamo nella esistenza degli oggetti esterni, ma dovevamo piuttosto chiedere perché noi l'avevamo mesa in dubbio? Giacché la credneza nella essistenza dei corpi esterni é antecedente a qualunque dubbio sù questo soggetto, ed è un primario sentimento della nostra propria mente, egli è svilippato colle nostre sensazione, ed é una legge tanto generale della nostra esistenza quella quanto la stessa

sensazione. Perché dunque abbiamo noi imparato a dubitarne ? Percioche nei sogni e nelle illusorie sensazione sono queste imagini imitate, quando le cose essenziali sono assenti, Bene, ma quello solamente basta a condurre alla cognizione che le nostre sensazione sono manifestate alla mente per mezzo del sensorio in cui esse sono vedute, come in una camera oscurra, e che il sensorio ha il vivo potere di ripeterle e presentarle nuovamente alla mente, dopo che le originarie cause eccitanti, di cui l'esistenza é fuori di noi,non sono più presenti. Questo sensario, diceva io, può essere al nostro animo, l'oscuro vetro o specchio menzionato da S. Paolo dentro il quale tutte cose sono vedute imperfettamente; e le cose esterne a questo sensorio possono appartenere alla natura dell'inaccessibile Divinatà stessa, che noi non possiamo mai vedere nella nostra vita, mentre noi siamo ristretti nei vincoli della carne. Cio di che io sono consapevole tuttavia é la sola sensazione, sotto una forma o sotto un 'altra; e l'esistenza della mia propria individualità, come una mente una ed indivisibile é un corollario delle mie sensazioni, che non potrebbero esistere, se non vi fosse una capicità per ritenerle. Questa capacità è la mia mente. Le espressioni mie mani, miei occhi, mia vita, e cosi altre, sono casi genitivi, che provano l'essistenza del nomitivo io al quale esse appartengono, ed anche

le parole me stesso si referiscono, con etimologica esatezza, a me, come ad un' essere identico. Io allora sottilizava sulla anatomia, e sulla frenologia, e pensava di avere spiegato tutto, ma dopo tutto questo, il dubbio mi ritornava di nuovo. Ogui cognizione é solamente una pura sensazione. Può il tutto essere un sogno? Ma no il tutto non puo essere un sogno, che io definisco essere qualche cosa in particolare che seguita la sensazione di andare a letto e di dormire in generale; allora una altra forma di scetticismo percosse la mia imaginazione con terrore indicibile. Tutto può essere una cosi lontana illusione, che non vi sia niuna realtà nella scena della vita che ci circonda!

In questo momento, io vedi un cattivo spirito pieno di malizzia e della filosofia falsa di Epicuro avvicinarsi al mio lato. Gli effetti, bisbigliava egli, sono gli stessi o che io mangi o pensi di mangiare, o beva o pensi ch' io beva; il godimento é realizzato come la stessa cosa, i nomi variano solamente. Mai no, dissi io, gli effetti sopra i miei sensi possono essere gli stessi, in qu anto essi riguardano o il tatto, o il palato, per quanto si riguarda il piacere del senso corporale, ma il raffinato piacere di communicare il pia cere, la felicità di diffondere la felicità, la coscienza di un mutuo abbracciamento al godimento di qualcuna delle nostre più forti emo

[ocr errors]

zioni, richiede una piena credenza nella esitenza degli altri esseri senzienti, senza di cui; non vi è amore. Iddio solo potrebbe essere amato, e Iddio sarebbe ridotto a mere presenti sensazioni, o qualche altro potere che le produce. Qui io trovava una scintilla della natura della causa, le mie sensazioni cambiano, diceva io e perché? Perchè esse cambiano? Lasciate che io ami il Creatore nelle sue creature: lasciate che io trovi, nelle cause del cambiamento, un Essere vivente. Allora la scena eradi nuovo cambiata, ed io mi trovava in mezzo del universo ma nondimeno in una bella con⚫ trada; io pensai che una donna, con cui io aveva da prima parlato sulle cose e sugli effetti, giaceva al mio lato, a cui io indirizzai questo sospetto soliloquio. Sono io solo adunque nell' universo, solitario e centrale ai fenomeni che ci circondano di questa vasta scena di esistenza, una monade tra le magiche e illussorie ombre, con simpatia per i dipinti esseri che non sentono, mentre io sento ? Sopra qual cosa é fondata la bontà? Che cosa é l'amore se egli è riflesso sopra me solamente come il più puro raggio puo essere riflesso da uno specchio senza senso? E che cosa é la carità, se non ha un' oggetto sensibile della sua misericordia? Se questi fenomeni sono solamente una scena d' imagini senza un motore se non vi è uno spirito corrispondente a mettergli

in commuione. -se le mutabili scene nel dramma della vita sono fallaci e ispirano speranza di cose che non sono se la mia vita è un' isolata unità in mezzo ad una plurialità di fantasmi che non esistono, se io son posto qui quale scintilla vitale fra una cosi bella e variata creazione, solameute a porre in dubbio l'esistenza di questo immenso teatro e del Nume che l'ha creato, vorro io dunque sforzarmi con una vendetta da suicida distruggendo il tutto in me stesso; quando volando con forza contra tutti gli oggetti che mi circondano, come se facendo uno sforzo per svegliarmi *; io troveva che la scena era cambiata e che io era situato con un angelo consolante al mio lato, benche in differente posizione. La scena era in un fertile paese: un dolce lume di luna scherzava sopra un corrente ruscello, e copriva della sua piacevole luce le molle foglie in un ardente sera di autunno.

Spiegatemi, diceva io a questo buono genio, la causa perché il mio spirito é tanto torbato. Io posso, rispossi egli, spiegare tutto ma per la mia spiegazione sara la mente umana molto

Egli è un fatto curioso di osservare che nella mallattia che si chiama incubo, come negli altri sogni terribili, il primo sforzo a svegliarsi, quando subito che sospettiamo di sognare, consiste nel volare furiosamente e percuotendo gli oggetti terribili che si presentano nel sogno.

« PoprzedniaDalej »