1-31-28. ElW Bates 9-17-24 AL BENEVOLO LETTORE Avevo preso a studiare le Opere del Valla che fu davvero il Capaneo dei filologi ed il veterano delle battaglie grammaticali che dette tanto da fare ai letterati suoi contemporanei, e tentava già le ricerche intorno alla vita da lui vissuta qua e colà per scrivere di quest' Apostolo del vero che cammina dritto per la sua via, senza arrestarsi agli ostacoli che gli si parano dinanzi, allorchè venne fuori l'opera del Mancini (1). A dire il vero ne restai a tutta prima un pochino contrariato all' annunzio, e più ancora dopo la lettura dell'opera magistrale, perchè il campo già precedentemente mietuto da altri (2) era stato percorso da un valoroso, e non vi restava più nulla a spigo (1) Mancini G. Vita di Lorenzo Valla. Firenze ed. Sansoni, 1891, 1 vol. in 8°. (2) Poggiali. Memorie intorno alla vita ed agli scritti di Lorenzo Valla. Piacenza. 1790, e Windschult. Dissertatio de vita et scriptis L. Vallensis. Leida 1830. lare per la qual cosa, messo l'animo in pace, per l'amore che m'attrae ad uno scrittore dopo d'averlo conosciuto più e più tempo, proseguii a studiarne le Opere, e forse lo studio fu più proficuo, perchè più calmo e più assiduo e perchè diventato un bisogno dello spirito. Intanto su d'una copia della famosa Donazione (1) che si conserva nella Biblioteca Nazionale di Napoli (XXIV. D. 41) già da me trascritta, cominciai, or è qualche tempo, il non facile volgarizzamento dell'opuscolo nuovo (2) che oppugna la sovranità temporale dei papi sotto il triplice aspetto storico, giuridico e religioso, e confesso che le difficoltà nel lavoro invece di arrestarmi mi furono ragione a proseguire, e la versione, comunque essa sia, fu compiuta. Oggi da me la si pubblica col testo innanzi conforme all'originale testè mentovato salvo la correzione di alquanti errori palesi che non si potevano lasciar correre (tutti dell' imperizia dei tipografi), e senza sperare da essa lode alcuna sono sicuro di avere contribuito a ricordare ai giovani specialmente il nome di un grande che ebbe il merito di ricercare sempre ed incessantemente la verità. (1) « Laurentii Vallensis Patritii Romani, de falso eredita et ementita Constantini donatione, declamatio, Westphaliae, typis Karkerij, a. MDCLXV. » (2) La prima traduzione italiana del 1546 citata dall'Haym, bibliot. italiana, Milano, 1771, pag. 48, non che l'altra francese del 1522 pure senza indicazione di tempo e di luogo citata dall'Harrisse, Excerpta colombiniana, Paris, 1887, pag. 177, possono dirsi addirittura perdute. LAURENTII VALLENSIS PATRITII ROMANI, DE FALSO CREDITA ET EMENTITA CONSTANTINI. Plures a me libri compluresque emissi sunt in omni fere doctrinarum genere, in quibus quod a nonnullis magnisque et longo iam aevo probatis auctoribus dissentio, cum sint qui indigne ferant meque ut temerarium sacrilegumque criminentur, quid tandem nunc facturi quidam putandi sunt? quantopere in me debacchatur? et, si facultas detur, quam avide me ad supplicium festinanterque rapturi? qui non tantum adversus mortuos scribo, sed adversus etiam vivos, nec in unum alterumve, sed in plurimos: nec contra privatos modo, verum etiam contra magistratus. At quos magistratus? nempe summum Pontificem, qui non temporali solum armatus est gladio, Regum ac Principum more, sed Ecclesiastico quoque, ut ab eo neque subter ipsum, ut sic loquar, clipeum alicuius Principum protegere te possis, quo minus excommunicatione, anathemate, execratione feriare. Quod si prudenter |