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logia antica e del M. E. L'importanza data a g storia favolosa presenta uno dei fenomeni pi mente umana, in quanto la sua esistenza ve creduta dagli antichi di ogni nazione cosi delle come delle occidentali. Incontrasi nelle allegorie ugualmente che nelle leggende dei Cinesi e de i poeti cosi greci come romani abbondano in d st' essere immaginario. E perciò troviamo che dei numi del paganesimo ed i boschi sacri er dragoni: da essi era tirato il carro di Cerere custodito il giardino delle Esperidi. Ciro aveva animale l'emblema della milizia meda e persia peratori romani e greci un serpente alato era a tutti i vessilli. Nei misteri scandinavi il drag di vendetta (Grimm, Deutsche Mythologie); e tanni avvolti nelle superstizioni druidiche, ne a idea. L'allegoria del dragone trovò pure luogo f che hanno abbracciato il cristianesimo. Nell'A cfr. pure XII. 34. XIII. 24, e XVI. 3) viene gelo che afferra « il dragone, quel serpente an volo e Satanasso»: quindi nella pittura e nell presentasi spesso il trionfo del cristianesimo su pagani per mezzo d' un dragone trafitto e ca rappresentazione forma pure l'attributo di più gende cristiane e più specialmente di S. Miche e di S. Caterina martire. Il dragone degli antich di serpente mostruoso con le ali e coi piedi, e ] qualità comuni con le gorgoni, con le idre, e

(2) primo re di Babilonia, cui dopo morte vini i Caldei ed i Babilanesi, i quali ultimi ve gone che fu ucciso da Daniele. (Daniel. XIV. 22 polcro di Belo fu eretto un grandioso tempio de doto lib. I. c. 181 (vedi pure Isaia XLVI. 1).

mme per fare i sacrifici, temendo cioè che o presso il re di Giuda al quale si erano ti dal sacro culto della religione o dalla pio. Ma quanto è molto di più quello che o Costantino? Ed affinchè non sii in ciò la guarigione della lebbra, Geroboamo la Dio eletto Re d'Israele, e dall' infima › parer mio, vale più dell' esser guarito non pertanto non osò di commettere il inistri di Dio, e tu vuoi che abbia dato 10 che da lui non aveva ricevuto Costantipecialmente, ciò che non si avverava in leva i dritti dei figliuoli, deprimeva gli va i suoi, offendeva la patria, affliggeva entato altro uomo. Certo non sarebbero che lo avessero ammonito, ed in ispecial parenti, gli amici, i quali chi è che non mantinente si sarebbero appresentati alFiguratevi dunque innanzi ai vostri ocuali, avuta conoscenza delle intenzioni di epidanti, frettolosi, inginocchiati al suo

hai insieme regnato? In che peccammo di quale empietà verso te, la patria, il n la maestà dell' impero ti sembra che fos noi cui tu privi della principale e migli l'impero? noi che siamo relegati dai pa vista del suolo nativo, dalle solite aure consuetudini? Lasceremo noi esuli i pen sepolcri, per andare a vivere non sappia qual punto della terra? Perchè mai noi pa ci, che tante volte combattemmo insieme demmo fratelli, parenti, figliuoli trafitti mica ed ancor palpitanti, che non siamo territi dall' altrui morte, noi stessi pronti te il sangue, ora veniamo da te del tutto che tenghiamo magistrato in Roma, noi siamo stati sul punto di essere a capo delle delle Gallie, delle Spagne e delle rimane ora dunque ne saremo rimossi e ci si imp gli uffici? O forse ne ricompenserai di qu altro luogo? Ed in qual maniera potrai coro e dignità, avendo altrui data una si mondo? Forse il comandare ad un sol po

è lo stesso che imperare su cento? Come ti è potuto venire ciò in mente? come ti sei così presto dimenticato dei tuoi, in guisa da non aver compassione degli amici, dei parenti, dei figli? Meglio se ci fosse toccato di morire in guerra con decoro e vittoriosi, o Cesare, che assistere a questo spettacolo! E tu invero puoi a tuo arbitrio disporre del tuo impero ed anche di noi, eccetto una cosa soltanto nella quale saremo ostinati sino alla morte, di non desistere dal culto degli Dei immortali, anche con grande ammaestramento per gli altri affinchè tu sappia quanto cotesta tua prodigalità abbia meritato della religione cristiana. Imperocchè se tu non dai a Silvestro l'impero, noi vogliamo essere cristiani con te, essendovi molti che vorranno imitarne l' esempio; se poi farai il contrario, non solamente non patiremo di diventar Cristiani, ma renderai a noi tal nome esoso, detestabile, esecrando. E tali ci ridurrai che finalmente avrai compassione della nostra vita e morte ed accuserai di ostinatezza non solo noi ma te stesso.

Forse non si sarebbe commosso a queste parole Costantino, se non vogliamo supporre spenta in lui ogni umanità per non commuoversi naturalmente? Che sarebbe avvenuto se non avesse dato ascolto a costoro ? Non v'erano forse di quelli che con le parole e con i fatti si sarebbero a ciò opposti? Che forse il Senato ed il popolo romano avrebbero creduto di non intervenire in una faccenda di tanta importanza? Non avrebbe forse invocato un oratore, come dice Virgilio, insigne per pietà e meriti, che così parlasse a Costantino? - Se tu, o Cesare, hai dimenticato i tuoi e te stesso in guisa da vo

spade a due fratelli che lottano tra loro retaggio? Noi concediamo il dritto di cittad le città che si sono rese benemerite di ques partecipino ai nostri dritti civili. Tu tog dell' impero, affinchè esso non riconosca me madre. Financo negli alveari delle ap nati due re noi uccidiamo quello che è d nella metropoli dell' impero romano, dov ottimo principe, credi di doverne collocare giunta pessimo, e non ape, ma pecchione mente bramiamo la tua prudenza, o In cosa difatti avverrà, sia essendo tu ancor la tua morte, a questa parte che alieni, lasci per te? Ci faranno guerra i barbar forze e con che eserciti noi terremo loro: appena possiamo ciò fare con le soldatesch pero, allora il potremmo? O sarà per semp in concordia con l'altra? Ciò, a mio cred essere, poichè Roma vuole dominare, e qu servire. Che anzi anche essendo tu vivo, in richiamati gli antichi presidii, sostituiti i tu percorri il regno e da lontano imperi

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