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PATRIZIO ROMANO

SU LA FALSA E MENZOGNERA DONAZIONE

Più e più libri sono stati da me da in ogni specie di sapere, nei quali per non pochi illustri e maturi autori, v' ha che a malincuore mi tollerano e m'accus e di sacrilegio. Che cosa infine credono tano di nuocermi? e fino a quando s'i me? e se ne avessero il potere, oh con prestezza trarrebbero al supplizio me che contro i morti, ma contro i vivi ancor uno o di un altro, ma di molti: nè co lamente ma ancora contro magistrati. F ti? come a dire il sommo pontefice che solamente della spada temporale, a mo dei Re, ma ancora dell' arma spirituale non potrai neppure, per dir così, ricovera

i qualcuno dei Principi senza che tu sia colpito da una comunica, da un anatema, da una maledizione. Che se, ome prudentemente disse, così si crede d' avere operato olui che disse: Io non voglio scrivere contro coloro che ossono proscrivere, quanto più a me sembra doversi lo tesso praticare verso colui che non diede neppure luogo lla proscrizione e che mi perseguita con gli invisibili ardi della sua potestà, in guisa che a buon dritto io possa dire, dove fuggirò io lontano dalla tua ira e dal uo cospetto? A meno che non pensassimo che il sommo acerdote sarà per sopportare queste cose con più paziena che gli altri. Purtuttavia Anania, (1) principe dei sacerloti, alla presenza del tribuno che sedeva da giudice conandò che fosse battuto Paolo che aveva detto di aver arlato con retta coscienza, e Fassur, (2) fornito della meesima dignità, gettò in carcere Geremia per avere libeamente parlato. Ma un tribuno e preside colui, un Re, ostui potè e volle salvare contro l'offesa d' un Ponte

(1) figlio di Nebedeo, creato sommo sacerdote degli Ebrei ll'epoca del procuratore romano Tiberio Alessandro, (47 a. Cr.), ra sommo sacerdote quando l'Apostolo Paolo, senza punto sgomentarsi, cominciò ad arringare gli astanti con le parole: « Uoini fratelli, io in tutta mia buona coscienza menai mia vita inanzi a Dio sino al giorno presente. » Anania s' incolleri al ranco parlare, e comandò che percotessero in volto l'Apostolo, he imperterrito soggiunse: « Iddio_percuoterà te, o parete imiancata. Tu dal tuo seggio mi giudichi secondo la legge, e coandi intanto che contro legge io venga percosso?» (cfr. Gius. 'lavio, Antiq. et de bello iudaico. Cfr. pure Act. Apost. c. XXIIIXIV).

(2) figlio di Melchia e padre di Geroboamo, era sommo saerdote quando, udito che Geremia prediceva cose funeste a Geusalemme, lo fece battere e rinchiudere nel carcere. (Cfr. Jer. XX. 1. e XXI. 1. non che CALMET, diction. bibl.).

somma lode e di sommo premio. Che se a il loro sangue per difendere la patria ter io la morte per conseguire la patria cel gono coloro che sono a Dio diletti, non Lungi dunque da me la trepidazione, la p Con animo saldo, con grande fiducia e ranza fa d'uopo difendere la causa della della giustizia, la causa di Dio. Perocch putarsi vero oratore colui che sa ben di l'ardimento. Osiamo dunque di accusare mette cose degne di accusa. E chi pecca venga dalla parola di un solo a nome di t Ma io non debbo riprendere un fratello tutti, ma tra me e lui. Anzi colui che pe e che non accoglie il consiglio d' un am pubblicamente rimproverato, acciò sia d' tri. Che forse Paolo, delle cui parole ora non redargui Pietro al cospetto dei fed degno di essere ripreso? e ciò lasciava a stramento? Ma io non sono Paolo che Pietro. Anzi sono in ciò Paolo, che ne i che anzi, quel che è più, divengo con

poi io ciò faccio per cupidigia di persee di scrivere quasi filippiche contro di lui, rdi Dio), ma nel solo intento di sradicare è menti altrui e di tenerli lontani dai vizii gini con l'ammonirli e col rimproverarli. che altri da me ammaestrati col ferro code Papale, che è la vigna di Cristo lussoverchi pampini, a portare grappoli abosto che gracili lambrusche. La qual cosa sarà forse qualcuno che vorrà chiudermi Eurare le sue orecchie perchè io non dica proposta di supplizii e di morte? Che dirò e ciò faccia, ancorchè sia l' istesso Papa? esso è un buon pastore, ovvero un aspide

dell' incantatore e che vuole col morso e entarne le membra? Ma io so oramai che tende che io rinfacci severamente ai rola crassa ignoranza, la sordida avarizia a dell' oro, la vanità del dominio di cui empre compagna. Imperocchè già da pacompresero veramente che la donazione di menzognera, o essi stessi la inventarono, o

Spagna, la Germania, la Brettagna e fina poichè tutte queste cose sono contenute donazione. A te dunque appartengono, fice, tutti questi reami? Pensi tu di ricu di spogliare delle loro città tutti i Re l'Occidente o costringerli verso te ad a invece stimo essere più conveniente che glino te di tutto il tuo dominio. Forse di dimostrarlo? quella donazione donde mi pontefici che sia nato il proprio dr ignota a Silvestro e a Costantino. Ma p ga a confutare la pretesa donazione, c documento non pur falso, ma sciocco a dell' opera che io mi rifaccia da capo. 1 dirò che tali non furono Costantino e che volesse, potesse ed avesse in suo altrui questi poi che volesse accettarl perchè dovutagli. In secondo luogo, se queste cose che sono verissime e lampanti be accettato, nè quegli avrebbe dato il cose che si dicono donate, ma quelle s sempre nell' arbitrio e sotto l'impero de

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