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N°. 21.

CONSIDERAZIONI

SOPRA

L'ISCRIZIONE SEPOLCRALE

DI S. GEMELLO MARTIRE

IL CUI SACRO CORPO SI CONSERVA E VENERA

NELL' ORATORIO

DELLA CONGREGAZIONE DEGLI SCOLARI DE' RR. PP. DELLA COMPAGNIA DI GESÙ

IN MODENA

La Providenza divina, che nella fortezza e

costanza de' Martiri di Cristo diede al mondo una sì stupenda prova della verità della Fede Cattolica e della virtù della celeste sua Grazia, a fare vie più grande il prodigio si compiacque di eleggere alla gloria del Martirio singolarmente quelli che umanamente sembravano ed erano meno atti a sostenere l'atrocità de' tormenti ed il terrore della morte presente; cioè dire l'età senile, il sesso più fragile, e teneri fanciulli e pargoletti. Nell' orribile persecuzione di Antioco contra i Giudei, allor che venne pe' Maccabei il momento di mostrare come appartiene alla virtù non solo far cose grandi ma tollerarle, quelli che ne diedero la prova più insigne, sostenendo i tormenti

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e la morte per le sante Leggi, furono Eleazaro in età senile, ed una madre con sette suoi figliuoli in fresca e tenera età, che col coraggio e costanza loro sgomentirono il persecutore, e di letizia e gloria coronarono la santa loro nazione. E vuolsi avvertire con S. Gregorio Nazianzeno (Orat. in Macchab.), che quella virtù perfetta innanzi la morte e passione di Gesù Cristo non andava altrimenti disgiunta dalla fede e speranza nell'aspettato Riparatore. E Gesù, che riprese coloro, i quali impedir volevano, che i pargoletti si accostassero a lui, si compiacque che le primizie delle vittime della nascente sua Chiesa fossero i Santi Bambini Innocenti, i quali immolati dall' empio Erode, che lui medesimo cercava a morte, furono a guisa di prime nascenti rose sopraffatte da improvviso gelo; e. glorificati in Cielo aram sub ipsam simplices palma et coronis ludunt, come di essi canta festiva la Chiesa. Ne'tre secoli e più di fiera persecuzione contra i Cristiani, allor che a milioni annoveraronsi i Martiri, molti fra essi erano Fanciulli e Verginelle, che in tenera età sopportarono intrepidamente gli strazii e la morte, come dire un' Agnese di tredici anni, un Vito di dodici, un Agapito, un Marcellino, un Mamante, un Modesto, un Venanzio, e tanti altri giovanetti, celebri ne' fasti della Chiesa. Oltre de' quali, altri molti, che di pochi anni, e benanche di soli alcuni mesi, diedero il sangue e la vita per Gesù Cristo (fra gl' innumerevoli che segnati nel libro della eterna vita son noti a Dio solo) vennero a luce e culto pubblico dai Cimiteri di Roma santa,

a rendere vie più sfolgoranti le glorie de' primi secoli della Chiesa. Fra questi splende il nome di GEMELLO, che nella tenera età di forse tre lustri conseguì la palma gloriosa del Martirio. Le sacre sue Reliquie si scopersero addì 13 di Gennaio del 1835 nel Cimitero di Callisto insieme alla Lapida segnata col semplice benedetto suo nome in caratteri greci, e coll'Ampolla contenente parte del Sangue da esso lui sparso per la Fede (1). Scorso un anno incirca dalla felice invenzione, quel sacro Corpo, ad istanza de' RR. PP. della Compagnia di Gesù, e per graziosa condiscendenza di Mons. Giovanni Augustoni sagrista

(1) Queste ed altre particolarità, che riguardano l'invenzione, la traslazione, e il frutto spirituale che ne seguì, possono leggersi narrate con eleganti ed efficaci parole da chi ne diede allora annunzio al pubblico nella nostra Gazzetta dell'Italia centrale (n. 940, 10 Agosto 1837). Pure soggiungerò alcune parole del R. Padre Gesuita, che si prese cura del trasporto delle sacre Ossa, in riguardo all'età del S. Martire. « L'età, scriv'egli, ella è certo di giovane, ma non così facile a determinarsi. Il Sig. Cav. Andrea Belli Chirurgo primario della Consolazione in Roma, e Decano dei periti votanti pel sacro foro, quando nella Casa de' Professi della Compagnia di Gesù, alla presenza di più testimonii, trasse fuori d'una cassetta, dove stavano, le Ossa del Santo Martire, e come potè meglio le ordinò e ricompose, giudicò, che stante il diametro delle Ossa stesse cilindroidi e simmetriche, e secondo la compattezza ed osteogenia delle ossa piane e lamellari, fosse quello Scheletro di giovinetto di anni 15: nondimeno il valente artefice, che dovea colla cera tornargli le sembianze della carne e della pelle, uso com'è a maneggiare

del Sommo Pontefice, tu concesso in dono alla Congregazione della studiosa Gioventù Modenese, che presso i medesimi RR. PP. Gesuiti viene educata ed istruita ne' buoni studi del pari che nella pietà ed in ogni bella virtù Cristiana (2). Nel giorno di Agosto del 1837 le venerate Reliquie di S. Gemello furono traslate dalla Chiesa nostra suburbana di S. Lazzaro nella Chiesa de' RR. PP. Gesuiti, dedicata a S. Bartolomeo Apostolo, con solenne e divota pompa, susseguíta da un sacro triduo in preparazione alla festa del Martire glorioso, la quale con singolare edificazione e frutto spirituale si celebrò nella Domenica del dì 6 Agosto.

di simili ossa, e pratico in rilevarne l'età, si avvisò potersi senza fallo aggiungere un due o tre anni di più, e con lui s'accordarono altri periti. Può dunque più verisimilmente credersi, che il nostro S. Gemello fosse in età d'anni 17 0 18 allor che morì Martire di Cristo »).

Vuolsi inoltre avvertire, che gli Scolari del Collegio de' RR. PP. Gesuiti celebrano nella loro Congregazione la Festa del Santo il dì 13 di Gennaio, in riguardo all'invenzione del Sacro Corpo; trasferendola peraltro alla Domenica susseguente, se quel dì cada in giorno feriale; e che fra l'Ottava si tiene un' adunanza dei giovani Accademici, che appellansi Rinascenti, per recitare componimenti poetici ad onore del Santo Martire e Protettor loro, sotto i cui celesti auspicii nacque l'Accademia stessa.

(2)« Nè forse, dice il lodato Scrittore, altro più oppor tuno dono poteva offerirsi alla pia Gioventù Modenese, essendo che questo Eroe della Fede avea suggellata col sangue la sua costanza in un'età conforme a quella de' suoi nuovi protetti, attestandoci la giurata asserzion medica, che per l'ispezion delle Ossa si comprova come gli

A conforto pertanto della studiosa nostra Gioventù, che sotto la celeste protezione del glorioso

anni del giovinetto Atleta di Gesù Cristo non avessero di molto oltrepassati i tre lustri ». E qui mette a bene rapportare ancora la bella ed efficace esortazione con la quale egli conchiuse il suo ragguaglio. « E voi, fortunatissimi Giovani, voi alunni degl'incliti Figli del grande Ignazio, voi che tanto avete cresciuto di gloria al trionfo di Gemello, voi parte più cara ed eletta della sua clientela, ah sì andate a ragione contenti del prezioso dono che vi venne dalla Capitale dell' Orbe Cristiano, e durate a mostrarvi ognor più veri e fedeli seguaci di quell' Eroe, che seppe sull'alba de' suoi giorni meritarsi una palma immortale! Non ha questa Italia, è vero, i suoi tiranni, che colle mannaje e coi roghi cerchino d'avvilire la maschia virtù de' petti cristiani; ma ha bensì i suoi occulti insidiatori, che colle blandizie e le seduzioni d'ogni maniera oseranno tentarvi, e vi tenderanno agguati, e vi circuiranno, e spereranno. Ah voi siate forti nella battaglia non meno fiera, se meno palese; ricordatevi di Gemello, e scornate i vostri nemici. Potete aver l'aureola di Confessore, se non avrete la corona di Martire.... E poi non hanno forse i nostri giorni medesimi, non hanno forse i lor Martiri? Guardate le terre di Spagna e di Portogallo: un sangue santo ed eroico vi fu sparso; e Dio voglia per l'ultima volta, e Dio voglia senza che l'orrore se ne propaghi ad altre nazioni. Oh! se ciò dovesse avvenire, se Dio avesse ne'suoi consigli serbate eguali prove ad altre genti; oh allora sarà tempo, o Giovani, di portarvi innanzi all'Arca di S. Gemello, e là giurare d'imitarne l'esempio.... se non che è per noi grande argomento di fiducia un pensier di conforto, che mentre altre contrade sono in preda alle stragi intestine, o son visitate dai flagelli del Cielo, Dio stesso concede a queste nostre in Gemello un nuovo pegno di

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